ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino
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icorso a questo strumento di gestione del patrimonio <strong>locale</strong> può quindi, da un<br />
lato, essere un' autentica e sana riappropiazione del patrimonio da parte di una<br />
comunità oppure, dall' altro, il risultato di un rifiuto delle nuove classi sociali al<br />
cambiamento sociale ed economico (Veillard, 1983).<br />
Gli <strong>ecomusei</strong> e più in generale la valorizzazione museale del patrimonio<br />
etnografico, territoriale e culturale attraversano, quindi, un momento di diffuso<br />
e crescente interesse. Gli <strong>ecomusei</strong> negli ultimi trent' anni hanno conosciuto un<br />
florido <strong>sviluppo</strong> in tutto il continente europeo: oltre l’ 80% delle iniziative<br />
ecomuseali nasce, infatti, a partire soprattutto dalla metà degli anni Ottanta.<br />
Figura 8 : Evoluzione delle “esperienze ecomuseali”<br />
Fonte: Ires Piemonte, 2000.<br />
Le prime esperienze ecomuseali seguono inizialmente due tendenze:<br />
da un lato <strong>ecomusei</strong> che esprimono una maggiore sensibilità verso la<br />
sostenibilità, la valorizzazione e la tutela ambientale, dall' altro quelli che<br />
sviluppano una maggiore attenzione all' evoluzione della storia della comunità<br />
<strong>locale</strong>. La prima è una tendenza prevalentemente scandinava e orientale<br />
(Tsuruta, 1974), che si crea in aree rurali o naturalistiche, sebbene anche in<br />
Francia gli <strong>ecomusei</strong> nascano a partire dalle leggi sui parchi regionali, mentre i<br />
“musei di comunità” riguardano il modello di <strong>sviluppo</strong> degli <strong>ecomusei</strong> dell'<br />
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