ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino
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di “venerazione” raggiunge la forma più alta nel piacere del vivere quel luogo,<br />
il “sense of place”, il processo che porta alla formazione di un' identità <strong>locale</strong>, la<br />
felicità o meno di abitare un territorio. Un popolo che perde il suo passato è,<br />
infatti, destinato ad un' incessante, cosmopolitica scelta e ricerca di cose sempre<br />
nuove, una via che conduce all' insoddisfazione di sé e del luogo che si abita<br />
(Nietzsche, 1874). La memoria diventa quindi la traccia per definire i processi di<br />
costruzione identitaria individuali e collettivi (Fabietti-Matera, 1999: 9), che<br />
permettono di dare profondità ad una certa comunità in un certo contesto<br />
territoriale. I luoghi della memoria immaginari o reali (Fabietti-Matera, 1999:<br />
36), elementi investiti di un significato “totale” ed evocativo per un gruppo, la<br />
storia di un luogo e un patrimonio culturale condiviso, sono alla base del senso<br />
di appartenenza e della creazione dell' identità di una comunità. Il senso di<br />
appartenenza che caratterizza gruppi e comunità coese, che condividono<br />
simboli, o un certo numero di pratiche, può generare una concatenazione di<br />
rappresentazioni emotive che riportano, poi, al proprio sentimento di identità.<br />
La memoria, tuttavia, è un' espressione selettiva del pensiero sociale, che<br />
costituisce le molte forme dell'identità collettiva e permette di dare senso al<br />
nostro presente. Nel mondo contemporaneo i confini di una comunità che ne<br />
delimitano il suo' isolamento e la sua staticità tendono a spezzarsi, mettendo in<br />
qualche modo a rischio la condivisione di un' identità <strong>locale</strong> forte. Gli<br />
<strong>ecomusei</strong>, attraverso luoghi, riti, mestieri ripercorrono alcune “tracce della<br />
memoria” che permettono di dare una certa continuità all' identità di una<br />
comunità <strong>locale</strong>. Un racconto, una storia, così come un documento storico o un<br />
monumento possono stimolare in noi un' insospettata attenzione: gli elementi<br />
tangibili ed intangibili del nostro patrimonio hanno talvolta bisogno, forse, di<br />
una nuova luce. Queste tracce del passato, nelle sue più diverse forme,<br />
attingono in parte dal proprio repertorio personale “emotivo”, sia da una<br />
memoria storica di una collettività più o meno ampia. Ciò che è interessante,<br />
non è esclusivamente la falsità o la veridicità del contenuto, bensì il ruolo<br />
simbolico che una narrazione o un oggetto assume: senza il racconto, la<br />
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