ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino
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oggetti dell’arte popolare e utensili. Il museo all’ aperto è definito come una<br />
“collezione di edifici aperti al pubblico, come abitazioni contadine, fattorie, case<br />
di pescatori ed artigiani, che si completano con attività educative, informative e<br />
di intrattenimento” (ICOM 1957). Il principale ruolo del museo all’ aria aperta<br />
non è solo preservare e conservare costruzioni e mestieri per le generazioni<br />
future, ma il suo forte ruolo educativo permette di trasmettere valori,<br />
conoscenze e competenze che possono rilanciare lo <strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong> (Laenen,<br />
1982).<br />
La spinta verso la creazione del primo museo all’aperto giunge da una<br />
personalità carismatica e cosmopolita, il filologo Artur Hazelius, che proprio<br />
grazie ad alcune sue ricerche in campo linguistico aveva preso conoscenza della<br />
scomparsa progressiva di alcune culture contadine e che, nella seconda metà<br />
del XIX secolo, fondò il Museo Nordico a Stoccolma. Questa struttura di<br />
carattere etnologico fu la prima ad essere diretta in maniera scientifica e grazie<br />
ad essa si darà successivamente forma al museo di Skansen, sezione dello stesso<br />
Museo nordico di Stoccolma. Proprio questi anni rappresentano per la<br />
museologia un importante punto fermo: il passaggio dal museo tradizionale in<br />
senso stretto al “museo all’aperto” (Basso Peressut, 1985: 179). Un elemento d’<br />
innovazione fu quello di inserire nell’ esposizione arredamenti delle stanze di<br />
case contadine. Questa prassi si diffuse presto in molti altri paesi e diede il via<br />
al “periodo della stanza del soggiorno” (Wildhaber, 1959: 1) soprattutto nei<br />
musei regionali minori. Una seconda evoluzione espositiva fu quella di ricreare,<br />
all’ interno del Museo Nordico, una capanna di lapponi a grandezza naturale,<br />
ricostruita in modo perfettamente realistico. Un’ intera unità architettonica<br />
veniva per la prima volta messa in vetrina all’ interno di un museo. Le<br />
esposizioni universali di Vienna, nel 1873, e Parigi, nel 1878, diedero importante<br />
slancio a questi nuovi modi di concepire il museo: al Prater fu allestito un<br />
gruppo di case contadine di diversi paesi che diede il via ad una serie di<br />
“villaggi etnografici” nelle successive esposizioni, mentre a Parigi ebbe enorme<br />
successo l’esposizione degli arredamenti svedesi. Mancava tuttavia ancora un’<br />
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