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ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino

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contano infatti oltre novcecento musei etnografici e antropologici. Sebbene<br />

questi numeri non riguardano strettamente i cosiddetti “<strong>ecomusei</strong>”, essi<br />

mostrano quanto i musei “tradizionali” si spingano ad altre aree di interesse.<br />

Osservando questa trasformazione sotto il profilo del rapporto con il<br />

territorio, si possono individuare alcune principali tendenze (Maggi-Falletti,<br />

2000), radicate nel contesto di “recupero del patrimonio”. Vi sono infatti alcuni<br />

nodi attorno ai quali si raccolgono e si organizzano iniziative, progetti di<br />

valorizzazione di patrimoni ancora non musealizzati e azioni di trasformazione<br />

e di ridefinizione di musei esistenti e in cerca di una nuova vocazione. In<br />

particolare sono definibili quattro linee prevalenti:<br />

- la collezione;<br />

- l’attività umana (nel senso di cultura materiale e mestieri);<br />

- l’ambiente (in senso geografico ed ecologico);<br />

- la comunità (in senso etnografico).<br />

Si tratta perlopiù di istituzioni dedicate alla valorizzazione di alcune attività<br />

umane, agricole soprattutto, o di particolari territori o popolazioni. Il lavoro<br />

volontario o che si appoggia ai processi sussidiari delle Agende<strong>21</strong>Locali prevale<br />

nelle organizzazioni delle attività, è il caso ad esempio dell' Ecomuseo dei<br />

Comuni dell' <strong>Est</strong> <strong>Ticino</strong>.<br />

Una prima spinta alla formazione di <strong>ecomusei</strong> nasce dall’ esistenza di<br />

raccolte di oggetti un tempo di uso comune, elementi che rientrano nel<br />

patrimonio popolare. Questa via di costituzione degli <strong>ecomusei</strong> si potrebbe<br />

definire “enciclopedia spontanea” (Maggi-Falletti, 2000) perché spesso è dovuta<br />

all’ azione di gruppi locali o di singoli che si sono occupati della collezione di<br />

oggetti senza una precisa logica museale, ma solo per creare l' occasione di un<br />

intervento “riabilitativo” del proprio patrimonio.<br />

La valorizzazione di attività di lavorative caratteristiche dell’ era<br />

preindustriale oppure tipicamente legate ad una certa peculiarità <strong>locale</strong> si<br />

realizza, ad esempio, attraverso musei “specializzati”. Si tratta molto spesso di<br />

musei creati ex novo, con uno o pochi siti museali la cui istituzione nasce dal<br />

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