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ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino

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ed un diverso coinvolgimento didattico avevano portato a risultati disastrosi<br />

per le finanze di questa antica istituzione e all’ irrefrenabile, talvolta<br />

contraddittorio processo del “commercio della cultura” (De Varine, 2005: 242). I<br />

musei venivano spesso accusati della scarsa attenzione dedicata ai bisogni<br />

sociali e culturali del grande pubblico: essi tendevano a “prestare un servizio<br />

esclusivo” ad una audience privilegiata, evitando di coinvolgere la classe media<br />

nel progetto educativo del museo stesso (Low, 1942: 71). Questa riflessione<br />

permise di sviluppare percorsi sperimentali che avrebbero, in seguito,<br />

sovvertito alcune regole della tradizione museale (Ribaldi , 2005: 25).<br />

Un primo importante passo risale al 1966, anno in cui il colosso<br />

Smithsonian Institution lancia l’ idea di un neighborhood museum nel quartiere-<br />

ghetto di Anacostia, nella città di Washington D.C. Questo museo venne<br />

considerato il risultato più rivoluzionario di una situazione di generale crisi<br />

delle professioni museali e della stessa istituzione (Getlein-Lewis, 1980). Il piano<br />

fu largamente pubblicizzato dallo Smithsonian, che tentava così di rispondere al<br />

generale fallimento dei musei nel coinvolgimento di un più ampio pubblico<br />

(Kinard, 1985: 220). L’ esperimento trovò la comunità di Anacostia, nella<br />

periferia sud orientale della città, entusiasta: il teatro <strong>locale</strong>, con la<br />

collaborazione dei residenti, fu convertito all’ interno dell’ Anacostia Community<br />

Museum, in uno spazio d’ esposizione di oggetti selezionati, mostre ed<br />

esibizioni che avevano l’ intenzione di rafforzare l’ identità della comunità nera<br />

e “interpretare, preservare e studiare” l’ eredità della cultura africana. L’<br />

interazione ed il dialogo costante vennero, in questa esperienza, contrapposte<br />

alla conservazione e all’ esposizione di opere che, tradizionalmente erano gli<br />

elementi al centro del museo-tempio. Dopo le mostre sulla cultura<br />

afroamericana, un’ esposizione che, nel bene e nel male , catturò l’ attenzione<br />

<strong>locale</strong>, rispetto ad un problema che da tempo affliggeva l’ area, fu quella<br />

intitolata “The Rat-Man’ s invited affliction”. Essa ebbe il merito di sensibilizzare e<br />

dare delle risposte mediche, scientifiche e sociologiche, senza alcuna demagogia<br />

politica.<br />

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