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2 contenuti del piano territoriale infraregionale - Consorzio per la ...

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COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) – VARIANTE n°1 al PIANO PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI<br />

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA – RAPPORTO AMBIENTALE art. 13 Dlgs n°4/2008<br />

nuove localizzazioni, nel <strong>per</strong>iodo 1980-1998, hanno fatto registrare un incremento di oltre il 100%.<br />

Si deve rimarcare <strong>per</strong>ò che <strong>la</strong> tipologia prevalente che contraddistingue le nuove unità localizzate<br />

(vale a dire <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> dimensione) impone una rivisitazione <strong>del</strong>l'originaria concezione di tali aree<br />

quale sede <strong>del</strong>le imprese di grandi dimensioni.<br />

l'indice di saturazione <strong>del</strong>le ZIP, infine, incrementa rispetto al 1980, passando dal 33,7% al<br />

44,5%, ma si mantiene comunque al di sotto <strong>del</strong> 50%. Esso mostra un recu<strong>per</strong>o negli anni '90,<br />

dovuto in parte ad un maggìor utilizzo <strong>del</strong>le aree stesse e in parte ad un riaggiustamento degli<br />

obiettivi ori~ di dotazione dimensionale, che vengono ora rivisti nel senso di una riduzione <strong>del</strong>le<br />

aree. Il sottoutilizzo <strong>del</strong>le aree costituisce un fenomeno che interessa sia le ZIP più estese sia<br />

quelle di media dimensione; le ZIP di picco<strong>la</strong> dimensione, al contrario, raggiungono indici di<br />

saturazione decisamente su<strong>per</strong>iori.<br />

L'analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>per</strong>fomance <strong>del</strong><strong>la</strong> varie ZIP basata sul<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione tipologica <strong>del</strong>le stesse (grandi,<br />

medie e piccole dimensioni) consente di mettere meglio in luce ì fattori di debolezza e quelli di<br />

successo di ciascuna zona industriale. Le ZIP appartenenti al<strong>la</strong> prima tipologia, con estensione<br />

su<strong>per</strong>iore ai 4 milioni di metri quadrati, sono quattro e risultano caratterizzate dall'accompagnare indici<br />

più bassi di saturazione al<strong>la</strong> peggiore evoluzione <strong>del</strong>l'andamento occupazionale. In questa prima<br />

tipologia rientrano le ZIP di Udine, <strong>del</strong>l'Aussa/Corno, di Trieste e quel<strong>la</strong> di Monfalcone. Sotto il profilo<br />

occupazionale si ottengono dati contrastanti: le Zip di Trieste e di Monfalcone, ad esempio, registrano<br />

una contrazione di addetti pari rispettivamente al 19,5% e al 33%, mentre in quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>l'Aussa Corno<br />

gli addetti raddop<strong>piano</strong> e in quel<strong>la</strong> di Udine triplicano. Questi ultimi dati vanno comunque valutati sul<strong>la</strong><br />

base <strong>del</strong>le previsioni che quantificavano in un volume occupazionale che doveva essere ben al di<br />

sopra (8-10 volte) di quello effettivamente raggiunto<br />

Il ridimensionamento occupazionale subito dalle Zip di Trieste e di Monfalcone ha radici ben diverse<br />

tra di loro: nel<strong>la</strong> prima è il frutto di un processo di deindustrialízzazione <strong>del</strong>l'area triestina che<br />

prosegue con ritrmi consistenti anche negli anni '90 seguendo una linea di tendenza oramai<br />

consolidata. Nell'area goriziana e monfalconese, invece, al<strong>la</strong> debolezza <strong>del</strong>l'impresa di medio/grande<br />

dimensioni appartenente all'area pubblica, fa da contro altare l'avvio di un processo di<br />

reindustrializzazione basato su iniziative di picco<strong>la</strong> dimensione, che è stato <strong>per</strong>ò in grado di<br />

determinare solo in minima parte <strong>la</strong> tenuta <strong>del</strong> tessuto industriale. L'intervento infrastrutturale in questi<br />

casi gioca un ruolo marginale sia nel caso che sia in corso un processo di deindustrializzazione (o di<br />

inviluppo che dir si voglia) che un andamento di tipo opposto; in entrambi i casi emerge infatti con<br />

chiarezza <strong>la</strong> sua limitata efficacia non solo ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> promozione <strong>del</strong>lo sviluppo, ma anche dei mero<br />

contenimento <strong>del</strong> processo di degrado industriale ed economico.<br />

Diversi sono i meccanismi che spiegano il mancato decollo <strong>del</strong>le due maggiori aree localizzate nel<strong>la</strong><br />

Provincia di Udine. Nel caso <strong>del</strong>l'Aussa Corno l'iniziale stagnazione <strong>del</strong>l'area è attribuibile al<strong>la</strong><br />

mancanza di una politica di promozione <strong>del</strong><strong>la</strong> Bassa Friu<strong>la</strong>na e di valorizzazione <strong>del</strong>le risorse che <strong>la</strong><br />

caratterizzano. Per <strong>la</strong> ZIP di Udine l'ipotesi programmatica basata sull'espansione industriale e<br />

terziaria <strong>del</strong><strong>la</strong> città nel<strong>la</strong> direttrice Udine-Palmanova è stata sconfessata da una diversa tendenza (<strong>la</strong><br />

direttrice Udine-Tricesimo), interessando così una serie di Comuni localizzati in prossimità <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia<br />

urbana più esterna <strong>del</strong><strong>la</strong> città di Udine ed in partico<strong>la</strong>re in quello di Tavagnacco dove sono<br />

concentrate diverse attività industriali e commerciali.<br />

Una seconda tipologia è composta da quattro ZIP di taglia media, con una su<strong>per</strong>ficie ricompresa tra<br />

un minimo di 1,5 ed un massimo di 2,7 milioni di metri quadrati. In essa ricadono le ZIP di S.Vito al<br />

Tagliamento, dì Pordenone, <strong>del</strong><strong>la</strong> Pedemontana udinese e quel<strong>la</strong> <strong>del</strong> Medio Tagliamento. Il tratto<br />

distintivo <strong>del</strong><strong>la</strong> migliore <strong>per</strong>formance di queste Zip rispetto a quelle di grande dimensione risiede nel<br />

minor grado di sottoutilizzo <strong>del</strong>le su<strong>per</strong>fici (che nel caso <strong>del</strong>le Zip <strong>del</strong><strong>la</strong> tipologia precedentemente<br />

descritta oscil<strong>la</strong> da un massimo di 67% ad un minimo di 33%) ed in un andamento lievernente<br />

migliore dei livelli occupazionali, con incrementi nelle Zip di S. Vito e <strong>del</strong> Medio Tagliamento e<br />

decrementi nelle altre zone industriali.<br />

Al<strong>la</strong> terza tipologia, infine, appartengono le ZIP di picco<strong>la</strong> dimensione, vale a dire quelle caratterizzate<br />

da una su<strong>per</strong>ficie, prevista dallo strumento di <strong>piano</strong>, inferiore ad 1 milione di metri quadrati. Anche in<br />

questo caso le ZIP interessate sono quattro: <strong>la</strong> ZIP di Gorizia, di Cividale, di Spilimbergo e quel<strong>la</strong> di<br />

Maniago/Vajont Il tratto caratteristico che le accomuna e che le contraddistingue dalle altre analizzate<br />

consiste negli elevati livelli <strong>del</strong>l'indice di saturazione, che raggiunge un valore minimo <strong>del</strong> 65% ed uno<br />

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