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Norme di attuazione – Allegato E - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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Nel caso <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> da Castel Giubileo alla foce sono applicabili ovviamente solo le opere <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa longitu<strong>di</strong>nale, data la grande larghezza <strong>del</strong>l’alveo fluviale. Fanno eccezione le soglie <strong>di</strong><br />

fondo in muratura costruite nel tratto urbano <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> (da Ponte Milvio a Ponte<br />

<strong>del</strong>l’Industria), che non rientrano però tra le opere <strong>di</strong> I.N.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista strutturale tali opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa sono raggruppabili in cinque categorie:<br />

rigide, semirigide, flessibili, in materiale sciolto e <strong>di</strong> I.N.<br />

- Le strutture rigide comprendono le murature <strong>di</strong> pietrame con malta o in calcestruzzo,<br />

impiegate come muri <strong>di</strong> contenimento e/o <strong>di</strong> rivestimento spondale. Tali strutture, pur<br />

essendo molto resistenti alle sollecitazioni idro<strong>di</strong>namiche, hanno lo svantaggio <strong>di</strong> essere<br />

sensibili ai ce<strong>di</strong>menti e agli assestamenti indotti dalla <strong>di</strong>namica <strong>del</strong>l’alveo e <strong>del</strong> terreno<br />

(erosioni, movimenti franosi) e <strong>di</strong> offrire scarsa permeabilità agli scambi idrici falda-<strong>fiume</strong>.<br />

- le strutture semirigide e flessibili non presentano tali svantaggi. Le prime fanno uso <strong>di</strong><br />

elementi rigi<strong>di</strong> ai quali viene conferito un certo grado <strong>di</strong> deformabilità me<strong>di</strong>ante connessioni <strong>di</strong><br />

vario tipo, quali giunti, perni o funi metalliche. Le secondo comprendono le strutture a<br />

gabbioni, i materassi, i buzzoni, le fascinate.<br />

- le opere in materiale sciolto sono realizzate me<strong>di</strong>ante massi naturali o artificiali <strong>di</strong> adeguate<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>sposti alla rifusa oppure sistemati. Tali opere presentano una completa<br />

adattabilità alle deformazioni <strong>del</strong> terreno, ma possono presentare inconvenienti legati<br />

all’instabilità degli elementi.<br />

I criteri <strong>di</strong> progettazione <strong>del</strong>le opere in strutture rigide e semirigide seguono le usuali<br />

procedure <strong>di</strong> calcolo assumendo in generalo lo schema <strong>di</strong> muro a gravità. Lo stesso <strong>di</strong>casi<br />

per le strutture a gabbioni quando operano come opere <strong>di</strong> contenimento. Particolare<br />

attenzione dovrà essere posta nella determinazione <strong>del</strong>la quota <strong>di</strong> fondazione, tenendo conto<br />

dei fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica d’alveo.<br />

La progettazione <strong>del</strong>le opere in materiale sciolto consiste nel corretto <strong>di</strong>mensionamento <strong>del</strong>la<br />

pezzatura me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’ammasso da posizionare sulla sponda in modo da garantirne la<br />

stabilità. In tal caso occorre mettere in conto, oltre gli effetti <strong>del</strong>la gravità, le azioni<br />

idro<strong>di</strong>namiche prodotte dalla corrente quali le azioni <strong>di</strong> trascinamento, i moti secondari, il<br />

moto ondoso. Tra questi ultimi <strong>di</strong> solito risulta significativa la sola azione <strong>di</strong> trascinamento,<br />

espressa tramite la tensione tangenziale, che risulta <strong>di</strong>retta nel senso <strong>del</strong>la corrente e <strong>di</strong><br />

intensità variabile lungo il contorno bagnato. Stu<strong>di</strong> bibliografici su sezioni regolari trapezoidali<br />

e rettangolari in<strong>di</strong>cano che il valore massimo <strong>del</strong>la tensione tangenziale me<strong>di</strong>a sulla sponda è<br />

pari a circa il 75% <strong>del</strong> valore massimo al fondo.<br />

Dalla teoria <strong>del</strong> regime per un alveo teoricamente in equilibrio in varie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> portata e<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dei se<strong>di</strong>menti, si può osservare la notevole influenza <strong>del</strong>la tensione<br />

tangenziale:<br />

- per alvei con se<strong>di</strong>menti fini, tipicamente alvei <strong>di</strong> pianura, la coesistenza <strong>di</strong> basse<br />

pendenze e velocità, insieme a bassi valori <strong>del</strong> rapporto b/h, appaiono limitare<br />

l’incremento <strong>del</strong>la tensione al crescere <strong>del</strong>la portata;<br />

- per alvei in materiale grossolano, viceversa, caratterizzati da pendenze e velocità<br />

maggiori, l’azione tangenziale appare considerevolmente più elevata e crescente con<br />

il valore <strong>del</strong>la portata dominante. In presenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni supercritiche, le tensioni<br />

tangenziali risulterebbero ancora maggiori <strong>di</strong> quelle in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> corrente lenta.<br />

All’azione tangenziale indotta dalla corrente si contrappone la resistenza al trascinamento<br />

<strong>del</strong>l’opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, che può variare anche notevolmente in funzione <strong>del</strong>la tipologia, dei<br />

criteri costruttivi, <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni generali <strong>di</strong> stabilità <strong>del</strong>le sponde.<br />

Le opere <strong>di</strong> I.N., come noto, utilizzano materiale vegetale vivo (talee, arbusti, piante erbacee)<br />

in associazione a materiale morto (vegetale o artificiale) per ottenere strutture funzionali dal<br />

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