Norme di attuazione – Allegato E - Autorità di Bacino del fiume Tevere
Norme di attuazione – Allegato E - Autorità di Bacino del fiume Tevere
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precedente: contatti catenali) man mano che <strong>di</strong>minuisce il gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> terreno.<br />
Queste superfici proprio per la loro caratteristica pianeggiante sono particolarmente<br />
favorevoli allo sviluppo <strong>di</strong> attività agricole per la buona fertilità dei suoli, ad attività industriali<br />
per la vicinanza alle principali infrastrutture viarie e all’inse<strong>di</strong>amento abitativo.<br />
Figura 4 : “Three zone concept” <strong>–</strong> Mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> fasce tampone che compongono una struttura stabile in<br />
grado <strong>di</strong> mantenere la vegetazione riparia nel tempo in ambiti antropici (da Tjaden, Weber, 1998 <strong>–</strong><br />
mod. da Ciutti, Cappelletti, 2006).<br />
Il <strong>Tevere</strong> attraversa il territorio comunale <strong>di</strong> Roma da nord a sud per circa 70 Km fino alla<br />
foce sul mar Tirreno, e l’Aniene, suo principale affluente, l’attraversa per circa 30 Km. Lo<br />
sviluppo urbano <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Roma è stato favorito da una serie <strong>di</strong> fattori geografici che<br />
hanno consentito, in <strong>di</strong>verse epoche storiche, la trasformazione <strong>di</strong> un territorio prossimo alle<br />
sponde, alterando profondamente la struttura e le funzioni <strong>del</strong>le aree ripariali e golenali sino<br />
alla costruzione dei “muraglioni” nel tratto <strong>del</strong> centro storico, che pur salvaguardando la città<br />
dalle inondazioni, hanno provocato una significativa alterazione <strong>del</strong> paesaggio e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
tutta una serie <strong>di</strong> relazioni tra l’uomo e il <strong>fiume</strong>.<br />
Molti gli Autori che, per <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline, si sono occupati <strong>del</strong> fenomeno (Anzalone, 1978,<br />
1986 - Calzolari, 1996 - Filpa, 1996 - Paolella, 1996 - Leschiutta, 1996 - Cignini, Zapparoli,<br />
1996 - Blasi, Capotorti, 2003 <strong>–</strong> et. al.), importante l’azione pianificatoria <strong>del</strong>l’<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> che attraverso i Piani Stralcio <strong>di</strong>sciplina l’uso <strong>del</strong> territorio definendo le<br />
misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e le modalità dei rapporti tra gli enti pubblici interessati, perimetrando<br />
le aree soggette ad inondazione in due zone (A e B) <strong>di</strong>sciplinate in maniera <strong>di</strong>fferente<br />
(Paolella, 1996).<br />
A questa scala è possibile definire dei mo<strong>del</strong>li per <strong>di</strong>versi ambiti fluviali coerenti con le<br />
peculiarità ecologiche e degli usi e coperture <strong>del</strong> suolo attuali (Blasi, Capotorti, 2003),<br />
riconducibili anche alle unità ambientali-paesaggistiche <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> pianure umbre<br />
(Orsomando et al., 2000):<br />
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