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Norme di attuazione – Allegato E - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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Scheda: NORMATIVA DI RIFERIMENTO AL CAPITOLO 5 - ASPETTI VEGETAZIONALI<br />

- D.P.R. <strong>del</strong> 14 aprile 1993 (Atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e coor<strong>di</strong>namento alle regioni recante criteri e<br />

modalità per la redazione dei programmi <strong>di</strong> manutenzione idraulica e forestale)<br />

Con l’obiettivo <strong>di</strong> mantenere e ripristinare il “buon regime idraulico <strong>del</strong>le acque” stabilisce al art.<br />

2 “Tipologie degli interventi” comma<br />

b) rinaturazione <strong>del</strong>le sponde, intesa come protezione al piede <strong>del</strong>le sponde <strong>di</strong>ssestate od in<br />

frana con strutture flessibili spontaneamente rinaturabili; restauro <strong>del</strong>l’ecosistema ripariale,<br />

compresa l’eventuale piantumazione <strong>di</strong> essenze autoctone. Per quanto è possibile, gli interventi<br />

non devono essere realizzati contemporaneamente su entrambe le sponde, in modo da facilitare<br />

la colonizzazione spontanea <strong>del</strong>la sponda opposta e conservare l’ecosistema fluviale<br />

preesistente;<br />

e) interventi <strong>di</strong> riduzione dei detrattori ambientali, intesi come rinaturazione <strong>del</strong>le protezioni<br />

spondali con tecnologie <strong>di</strong> ingegneria ambientale, allo scopo <strong>di</strong> favorire il riformarsi <strong>del</strong>la<br />

stratificazione vegetazionale;<br />

• D.G.R. Lazio n°4340 <strong>del</strong> 28 maggio 1996 (Criteri progettuali per l’<strong>attuazione</strong> degli<br />

interventi in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo nel territorio <strong>del</strong>la regione Lazio):<br />

al punto 4 “Sistemazioni fluviali ed opere idrauliche”<br />

… per una corretta gestione idraulica ed ambientale, particolare importanza è attribuita alle zone<br />

<strong>di</strong> naturale espansione <strong>del</strong>le acque; a questo proposito si può evidenziare che:<br />

- nelle zone <strong>di</strong> espansione <strong>del</strong> me<strong>di</strong>o corso, le specie arboree non riducono in modo<br />

significativo la capacità d’invaso mentre, rallentando la velocità <strong>del</strong>la corrente, favoriscono la<br />

<strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>le sponde dall’erosione e la ricarica degli acquiferi sotterranei, esercitando anche<br />

attività <strong>di</strong> depurazione <strong>del</strong>le acque;<br />

- nelle zone golenali <strong>del</strong> basso corso, le alberature non riducono significativamente né<br />

la capacità d’invaso né il deflusso, ed ancor meno nei tratti prossimi alla foce, dove è<br />

determinante l’influenza <strong>del</strong>le maree; anche in questo tratto la componente vegetale svolge le<br />

importanti funzioni sopra ricordate.<br />

Dove la vegetazione arborea non risulti essere un ostacolo all’invaso, si devono mantenere<br />

forme <strong>di</strong> bosco idrofilo “maturo”, con riflessi fortemente positivi per il rallentamento <strong>del</strong> deflusso<br />

idrico, nonché per le notevoli implicazioni ecologiche e paesaggistiche; sono soprattutto queste<br />

zone a richiedere il mantenimento o la ricostituzione <strong>di</strong> ecosistemi vicini alla naturalità,<br />

escludendo le coperture a verde a soli fini estetici 13 . …<br />

• L.R. Lazio n°29 <strong>del</strong> 6 ottobre 1997 (<strong>Norme</strong> in materia <strong>di</strong> aree naturali protette regionali)<br />

e Legge n°394 <strong>del</strong> 6 <strong>di</strong>cembre 1991 (Legge quadro sulle aree protette) entrambe subor<strong>di</strong>nano<br />

il rilascio <strong>di</strong> concessioni od autorizzazioni <strong>di</strong> impianti, opere ed interventi all’interno <strong>di</strong> aree<br />

naturali protette al preventivo nulla osta <strong>del</strong>l’Ente <strong>di</strong> Gestione.<br />

• L.R. Lazio n°24 <strong>del</strong> 6 luglio 1998 (Pianificazione paesistica e tutela dei beni e <strong>del</strong>le<br />

aree sottoposti a vincolo paesistico)<br />

Art. 7 (Protezione dei corsi <strong>del</strong>le acque pubbliche)<br />

1. Ai sensi <strong>del</strong>l'articolo 82, quinto comma, lettera c), <strong>del</strong> D.P.R. n. 616 <strong>del</strong> 1977 sono sottoposti a<br />

vincolo paesistico i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi <strong>di</strong> cui al testo unico <strong>del</strong>le<br />

<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 <strong>di</strong>cembre<br />

1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia <strong>di</strong> 150 metri ciascuna, <strong>di</strong><br />

seguito denominata fascia <strong>di</strong> rispetto.<br />

2. Nella categoria <strong>di</strong> beni paesistici <strong>di</strong> cui al comma 1 rientrano i corsi d'acqua iscritti negli<br />

elenchi <strong>del</strong>le acque pubbliche riportati nelle Gazzette ufficiali relativi ai cinque capoluoghi <strong>di</strong><br />

13 Tali argomenti vengono trattati in modo approfon<strong>di</strong>to dagli Autori in “Manuale <strong>di</strong> Ingegneria<br />

Naturalistica. Applicabile al settore idraulico” Regione Lazio, Assessorato per l’Ambiente, Dipartimento<br />

Ambiente e Protezione Civile, 2002.<br />

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