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maggio 2013 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it<br />

Politica<br />

L'Italia della<br />

Mezza Repubblica<br />

Il governo Napolitano<br />

di Riccardo Orioles<br />

Prima e seconda repubblica, poi terza...<br />

In realtà, viviamo ormai in una Mezza Repubblica,<br />

che non solo ha poco a che vedere<br />

con la repubblica di prima, ma è ormai<br />

alcunchè d'intermedio fra repubblica e<br />

monarchia. E' il secondo “governo del<br />

Presidente” consecutivo. L'unico precedente<br />

è il governo Salandra del 1914, legale<br />

- come questo - certamente, ma altrettanto<br />

irrituale, e altrettanto lontano dalla<br />

<strong>maggio</strong>ranza elettoralmente espressa.<br />

Nel 1914, la <strong>maggio</strong>ranza era senza<br />

dubbio di sorta giolittiana. Ma il capo dello<br />

Stato scavalcò il leader del centrosinistra<br />

e dette - legalmente - l'incarico a Salandra,<br />

che fu poi confermato dal Parlamento.<br />

Nel <strong>2013</strong>, le urne avevano espresso<br />

una precisa volontà di cambiamento (divisa<br />

fra due partiti, che entrambi avevano<br />

esplicitamente escluso qualsiasi accordo<br />

col centro-destra) ma il capo dello Stato<br />

imbrigliò il leader del centrosinistra e dette<br />

- legalmente - l'incarico a Letta, che fu<br />

poi confermato dal Parlamento.<br />

In entrambi i casi il governo, teoricamente<br />

“tecnico” e d'union sacrée, bloccò<br />

le spinte sociali, emarginò la sinistra e affrontò<br />

l'emergenza nel modo più catastrofico,<br />

liberando spinte eversive e abbassando<br />

il livello civile, che già non era altissimo,<br />

del Paese.<br />

Il Sudamerica (quello di prima)<br />

Siamo arrivati così al Sudamerica (quello<br />

di prima): il capo dei fazenderos minaccia<br />

i giudici in piazza (né il capo dello<br />

stato, Rey o Presidiente che sia, interviene);<br />

fra i liberales regna l'anarchia.<br />

ALCUNE COSE UTILI DA FARE<br />

- Confiscare tutti i beni mafiosi o frutto di malversazione,<br />

corruzione o grande evasione fiscale;<br />

assegnarli a cooperative di <strong>giovani</strong> lavoratori,<br />

e sostenerle adeguatamente;<br />

- Legge anticorruzione (riforma art. 416ter);<br />

- Trasparenza bancaria;<br />

- Applicare l’art.41 della Costituzione (“programmi<br />

e controlli opportuni perché l'attività<br />

economica pubblica e privata possa essere<br />

indirizzata e coordinata a fini sociali”);<br />

Questi ultimi si dividono in due partiti,<br />

nemicissimi fra di loro. Il primo, guidato<br />

da un caudillo che per i suoi è ”come un<br />

padre che accompagna un bambino che<br />

cammina ancora carponi”, punta tutte le<br />

sue carte sull'imminente révolucion, e non<br />

discute nemmeno con chiunque non ne sia<br />

più che convinto. Il secondo, fra i suoi numerosi<br />

caciques, periodicamente elegge<br />

un Secretario Général entusiasticamente<br />

acclamato da tutti ma che poi, nel segreto<br />

dell'urna, viene sistematicamente trombato<br />

dai suoi seguaci.<br />

Altro che gollismo. E' Pétain<br />

“In realtà, se non facevamo così i tedeschi<br />

ci facevano a pezzi - fa trapelare qualcuno<br />

- La banca centrale, i mercati...”.<br />

Ahimé, neanche questa è nuova. “Tenersi<br />

buoni i tedeschi”, “Ordine prima di<br />

tutto”, “Tutti col Capo dello Stato!” l'hanno<br />

già fatto a suo tempo in Francia, e non<br />

con un governo gollista (sogno di tanti notabili)<br />

ma con Pétain.<br />

* * *<br />

S'è vista, in questa crisi, una incredibile<br />

differenza di “professionalità politica” -<br />

per così dire - fra destra e sinistra. Da un<br />

lato l'indeciso Bersani, l'adolescente presuntuoso<br />

Renzi, il simpatico pasticcione<br />

Grillo; dall'altro dei professionisti freddi e<br />

duri - i Letta, i Napolitano, i Berlusconi.<br />

Non c'era partita.<br />

Ha contato relativamente poco (anche se<br />

centouno deputati “traditori” su quattrocento<br />

non son cosa da poco) il “tradimento”.<br />

A contare è stata la superficialità, il<br />

personalismo, il leaderismo da quattro soldi.<br />

L'Italia profonda, insomma. Che ormai<br />

da molti anni - da quando è ricca - in politica<br />

si esprime così. Qua, in questa “autobiografia<br />

della nazione”, bisogna mettere<br />

mano. Ma i vecchi non possono farlo.<br />

- Applicare l’art.42 della Costituzione (esproprio<br />

per motivi d'interesse generale) per sanzionare<br />

le delocalizzazioni, l’abuso di precariato<br />

e il mancato rispetto degli accordi di lavoro;<br />

- Separazione fra capitale finanziario e industriale;<br />

tetto alle partecipazioni finanziarie<br />

nell’editoria; Tobin tax;<br />

- Regolarizzare per legge i rapporti di lavoro di<br />

fatto;<br />

- Gestione pubblica dei servizi pubblici essen-<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 11<br />

Un segretario di trent'anni, e antimafioso<br />

Conosciamo diversi trentenni - antimafiosi<br />

militanti - che potrebbero ben dirigere<br />

un partito, fra i <strong>giovani</strong> del Pd. Sarebbe<br />

un cambiamento vero, non demagogico e<br />

di facciata. Potrebbe persino inalberare<br />

(cosa che nessuno ora osa o vuol fare) il<br />

nome di Berlinguer, chiaro e solare.<br />

Lo accetterebbe, il partito, uno scossone<br />

del genere? Un segretario di trent'anni? La<br />

base, sì certo. Ma quanto conta la base?<br />

I Cinque stelle, in parte per loro merito,<br />

si son trovati a gestire i ventisette milioni<br />

di voti del referendum Rodotà sull'acqua<br />

pubblica di due anni fa. Sono all'altezza i<br />

Grillo e i Casaleggio, e i loro immediati<br />

seguaci, di dirigere un simile movimento?<br />

Esistono nel Cinque stelle militanti <strong>giovani</strong><br />

(<strong>giovani</strong>, ma con una storia precisa, non<br />

dei “vaffanculisti” generici di quest'ultima<br />

annata) in grado di farlo al posto dei loro<br />

vecchi, ormai evidentemente dannosi?<br />

Fra queste due domande - apparentemente<br />

generazionali, ma in realtà profondamente<br />

politiche – si gioca la politica italiana<br />

di questi anni. Da queste generazioni<br />

e dal loro incontro (e l'attuale governo non<br />

è stabile, e le occasioni di rovesciarlo non<br />

sarebbero poche) noi ci attendiamo la riscossa,<br />

non dagli anziani capibranco.<br />

Abbiamo ragione - e trent'anni di lotta<br />

mai nel palazzo ma sempre orgogliosamente<br />

dalla strada ci danno qualche diritto<br />

di rivolgerci a loro – nell'affidare le nostre<br />

speranze a questi <strong>giovani</strong>, in questo difficilissimo<br />

momento?<br />

Niente “pacificazione” con i padroni<br />

d'Italia, niente guerra fra chi, anche confusamente,<br />

gli vuole andare contro. E un primo<br />

momento di lotta e di unità già da subito<br />

può essere l'antimafia, come dice<br />

(v.pag.15) don Ciotti.<br />

ziali (scuola, università, difesa, acqua,<br />

energia, infrastrutture tecnologiche, credito internazionale);<br />

ristrutturazione della Rai su<br />

base pubblica; limite regionale per l’emittenza<br />

privata;<br />

- Progetto nazionale di messa in sicurezza del<br />

territorio, sul modello TVA, come volano economico<br />

soprattutto al Sud; divieto di ulteriori<br />

cementificazioni;<br />

- Controllo del territorio nelle province ad alta<br />

intensità mafiosa.

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