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maggio 2013 - I Siciliani giovani

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quelli che restavano. Quelli che restavano?<br />

Gli ho detto, ventimila euro voglio”.<br />

E dopo quell'incontro il sindaco avrebbe<br />

fatto da intermediario con l’imprenditore,<br />

per non scontentare Cosa nostra, che dovette<br />

così pagare 20mila euro come “pizzo”.<br />

Soldi che si erano aggiunti ai 7mila<br />

euro già intascati dal primo cittadino.<br />

Ma i legami con la politica si sviluppano<br />

anche nel piccolo comune di Giardinello<br />

con i boss che festeggiano l'elezione<br />

a sindaco di Giovanni Geloso. “Vedi che<br />

noialtri abbiamo fatto un figurone. Il botto<br />

noialtri lo abbiamo fatto, no loro” commenta<br />

al telefono con la propria amante il<br />

capomafia Giuseppe Abbate. Un capomafia,<br />

sì, strafottente e sicuro di sé tanto da<br />

lasciare più volte il telefono aperto con la<br />

sua donna, mentre parlava con i propri sodali<br />

o con alcuni politici locali.<br />

Come quando il boss rimproverò il consigliere<br />

comunale Vito Donato perchè<br />

aveva discusso dello spostamento di un<br />

candidato da una lista all'altra senza interpellarlo:<br />

“Vedi che si muore Vitù, la politica<br />

non si fa così, la politica noialtri la<br />

dobbiamo fare giusta, precisa”. In un altro<br />

dialogo con l'amante commentava poi la<br />

richiesta di aiuto di un altro candidato sindaco,<br />

Marcello Bommarito, mentre il primo<br />

cittadino uscente di Giardinello, Salvatore<br />

Polizzi, chiese aiuto per il figlio,<br />

candidato consigliere.<br />

Nell'operazione è stata anche sequestrata<br />

una impresa edile, riconducibile a Lucido<br />

Libranti, che ha permesso alla famiglia<br />

di far muovere grossi flussi economici,<br />

garantendo il monopolio degli appalti in<br />

tutto il territorio monrealese e l'assunzione<br />

di personale indicato nelle altre imprese.<br />

Come se non bastasse, secondo quanto<br />

emerso dalle intercettazioni, fra le azioni<br />

promosse dalla cosca ci sarebbero anche<br />

quattro distinti furti di bestiame.<br />

Altro elemento importante raccolto durante<br />

le indagini è il legame sempre vivo<br />

con la mafia statuintense. Per ammettere<br />

www.isiciliani.it<br />

nei suoi ranghi un nuovo membro la famiglia<br />

mafiosa Gambino di New York pretendeva<br />

garanzie scritte dalle cosche siciliane.<br />

Così uno degli arrestati, Salvatore<br />

Lombardo, che da 20 anni viveva in America,<br />

era tornato in Italia con una lettera<br />

dei Gambino che chiedevano per iscritto<br />

alle famiglie palermitane garanzie sulla<br />

qualità di uomo d'onore di Lombardo e la<br />

conferma che questi fosse stato messo<br />

fuori dalla “famiglia” di Montelepre, requisito<br />

minimo per poter esser affiliato<br />

formalmente negli Usa. Prima di rispondere<br />

a tale lettera, Lombardo si è visto costretto<br />

a recarsi da Salvatore Mulè, l'unico<br />

che sul momento avrebbe potuto "certificare"<br />

tale autorizzazione.<br />

Secondo il procuratore capo di Palermo<br />

Francesco Messineo l'operazione “dimostra<br />

la perdurante presa di Cosa nostra<br />

sulle strutture politiche locali” e “conferma<br />

lo spiccatissimo interesse per le strutture<br />

comunali da cui può controllare gli<br />

appalti”. Inoltre l’indagine è “molto importante<br />

perché conferma la fortissima<br />

aspirazione di Cosa nostra ad accrescere<br />

la sua presa sul territorio, con l'intento dei<br />

boss di riorganizzare le strutture territoriali<br />

con l’eliminazione di due mandamenti:<br />

San Giuseppe Jato e Partinico, per formarne<br />

uno solo, Camporeale, cioè un Super<br />

Mandamento, questo per rafforzare le<br />

periferie rispetto al centro”.<br />

E proprio quest'ultimo aspetto non è da<br />

sottovalutare. Sono gli stessi boss Salvatore<br />

Mulé e Giuseppe Lo Voi, in un'intercettazione<br />

del marzo 2012, a sottolineare<br />

la forza della fusione: “Eh? Si… che questi<br />

sono passati qua… una potenza di questa<br />

maniera non c’è stata mai – dicono -<br />

Io non é che sono minchia che non ho capito<br />

che Partinico è passato a San Giuseppe!”.<br />

Segno di una nuova scalata al potere<br />

della Provincia verso Palermo? Indagini<br />

sono in corso, anche se gli stessi inquirenti<br />

non smentiscono che vi siano stati contatti.<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 39<br />

“L'uomo<br />

di garanzia,<br />

l'unico<br />

a garantire<br />

i segreti”<br />

Messina-Denaro in libertà<br />

L'indagine sul mandamento di Camporeale,<br />

a quanto è dato sapere, non presenta<br />

particolari elementi a indicare contatti tra<br />

il “saggio” Sciortino e il superlatitante trapanese<br />

Matteo Messina Denaro. Ma appare<br />

improbabile che il boss di Castelvetrano<br />

fosse all'oscuro di questa operazione di<br />

riorganizzazione. Le operazioni degli ultimi<br />

anni, “Perseo” nel 2008 ed “Araba Fenice”<br />

del 2011 (quella del summit mafioso<br />

a Villa Pensabene nel mandamento di San<br />

Lorenzo-Tommaso Natale), hanno dimostrato<br />

come siano le stesse famiglie palermitane<br />

a ricercare il parere della Provincie,<br />

in particolare proprio quella trapanese.<br />

Messina Denaro non rappresenta solo<br />

“l'ultimo padrino” in libertà.<br />

E' dei giorni scorsi la denuncia rivelazione<br />

dell'attuale caposcorta di Di Matteo,<br />

il maresciallo Masi, che ha parlato di indagini<br />

bloccate o intralciate tra il 2001 e il<br />

2007 nel tentativo di catturare prima Bernardo<br />

Provenzano (arrestato nel 2006) e<br />

poi lo stesso boss di Castelvetrano.<br />

E' lui l'uomo di garanzia, capace di unire<br />

davvero le famiglie siciliane, a cui ci si<br />

affida per un parere ma anche per avere la<br />

“benedizione” sull'operato. Arrestati uno<br />

dopo l'altro Riina, Bagarella, Provenzano<br />

ed i Lo Piccolo, è sul boss trapanese che<br />

gravita la “guida” di Cosa nostra. Matteo<br />

Messina Denaro, custode di segreti inimmaginabili,<br />

è pronto a far suonare nuovamente<br />

il suono delle bombe nche ad uccidere<br />

i magistrati. L'avvertimento ricevuto<br />

da un “anonimo” da parte del pm della<br />

trattativa Nino Di Matteo, non lascia dubbi:<br />

“Amici romani di Matteo (Messina<br />

Denaro, ndr) hanno deciso di eliminare il<br />

pm Nino Di Matteo in questo momento di<br />

confusione istituzionale, per fermare<br />

questa deriva di ingovernabilità. Cosa<br />

Nostra ha dato il suo assenso, ma io non<br />

sono d'accordo”.

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