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maggio 2013 - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it<br />

Andreotti/ Rimozioni e realtà<br />

Ma la mafia è<br />

un interlocutore?<br />

di Gian Carlo Caselli<br />

Tutti coloro (e sono un esercito tra-<br />

sversale, politici e media) che hanno<br />

nascosto o stravolto la verità sull’esito<br />

del processo palermitano a Giulio An-<br />

dreotti hanno reso un pessimo servizio<br />

alla trasparenza democratica del no-<br />

stro paese. I fatti incontestabili sono<br />

questi.<br />

Il sen. Andreotti era imputato (in estre-<br />

ma sintesi) di rapporti con la mafia. In<br />

primo grado c’è stata assoluzione. In ap-<br />

pello la sentenza del tribunale è stata par-<br />

zialmente ribaltata. Mentre per i fatti<br />

successivi il sen. Andreotti è stato ancora<br />

assolto, per quelli fino alla primavera del<br />

1980 è stato dichiarato colpevole, per<br />

aver COMMESSO il reato contestatogli.<br />

Il reato COMMESSO è stato dichiarato<br />

prescritto, ma resta ovviamente COM-<br />

MESSO.<br />

La Cassazione ha confermato la sen-<br />

tenza d’appello anche nella parte in cui si<br />

afferma la penale responsabilità<br />

dell’imputato fino al 1980. Processual-<br />

mente è questa la verità definitiva.<br />

La verità processuale<br />

Parlare di assoluzione è fuori di ogni<br />

realtà. Difatti fecero ricorso in cassazio-<br />

ne sia l’accusa che la difesa. Non ho mai<br />

visto, in oltre 50 anni di magistratura, un<br />

imputato che ricorre contro la sua assolu-<br />

zione. Non esiste in natura. Ecco la pro-<br />

va provata, secondo una logica elementa-<br />

re, che non vi fu “assoluzione” per i fatti<br />

fino al 1980.<br />

La corte d’appello (confermata, ripeto,<br />

in Cassazione) si è basata su prove sicure<br />

e riscontrate. In particolare ha ritenuto<br />

provati due incontri del senatore, in Sici-<br />

lia, con Stefano Bontade, all’epoca capo<br />

dei capi, e altri mafiosi dello stesso cali-<br />

bro. Negli incontri (lo dice la sentenza) si<br />

discusse di fatti criminali gravissimi rela-<br />

tivi a Pier Santi Mattarella, capo della<br />

DC siciliana, politico onesto che pagò<br />

con la vita l’essersi opposto a Cosa no-<br />

stra.<br />

Principale fonte di prova fu il collabo-<br />

ratore di giustizia Francesco Marino<br />

Mannoia, un “pentito” rivelatosi sempre<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag.6<br />

analiticamente preciso (già con Giovanni<br />

Falcone) e mai smentito<br />

“Una vera e propria partecipazione”<br />

La corte d’appello sottolinea poi che<br />

l’imputato non ha denunziato le respon-<br />

sabilità dei mafiosi incontrati, “in parti-<br />

colare in relazione all’omicidio di Matta-<br />

rella, malgrado potesse al riguardo offri-<br />

re utilissimi elementi di conoscenza”. In<br />

conclusione, la Corte d’appello ha ravvi-<br />

sato a carico di Andreotti “una vera e<br />

propria partecipazione all’associazione<br />

mafiosa apprezzabilmente protrattasi nel<br />

tempo”.<br />

Rapporti anche organici con la mafia<br />

Negare tutte queste verità documentate<br />

da una sentenza della Cassazione signifi-<br />

ca non voler elaborare la memoria di ciò<br />

che è stato perché si teme il giudizio sto-<br />

rico su come (in una certa fase) si è for-<br />

mato almeno in parte il consenso in Ita-<br />

lia.<br />

Significa pure legittimare, per il passa-<br />

to per il presente e per il futuro, un modo<br />

di fare politica che contempla anche rap-<br />

porti organici con la mafia. Significa in-<br />

debolire la nostra già fragile democrazia.

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