13.06.2013 Views

maggio 2013 - I Siciliani giovani

maggio 2013 - I Siciliani giovani

maggio 2013 - I Siciliani giovani

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

www.isiciliani.it<br />

Messina<br />

Un sindaco<br />

“bene comune”?<br />

Un candidato anomalo<br />

in una “normale” catastrofe:<br />

come finirà?<br />

di Tonino Cafeo<br />

Renato Accorinti, professore di educazione<br />

fisica, è diventato - in quarant’anni<br />

di battaglie civili, pacifiste e<br />

ambientaliste - quasi un'icona<br />

dell’impegno disinteressato e della politica<br />

fatta per passione, in strada.<br />

Renato era a Comiso negli anni ottanta,<br />

era a Messina quando i quattro gatti<br />

che si opponevano allo scempio del Ponte<br />

sullo Stretto sono piano piano diventati<br />

ventimila e poi sempre di più. E' stato<br />

con i rom e tutti gli emarginati, con le<br />

vittime di mafia come Graziella Campagna<br />

e Attilio Manca, con i ragazzi e le ragazze<br />

del Teatro Pinelli Occupato.<br />

Nel campetto di atletica “ Santamaria “<br />

ex Gil, in quella che una volta era la periferia<br />

sud di Messina, ha allenato generazioni<br />

di <strong>giovani</strong> atleti che lo ricordano<br />

più come un maestro di vita che come un<br />

semplice trainer. Come le centinaia di ragazzi<br />

che lo hanno avuto per insegnante<br />

alle medie, in ore che – fra una canzone<br />

di de Andrè e un ricordo di Don Milani-<br />

sono state molto più che semplice scuola<br />

dell’obbligo.<br />

La candidatura a sindaco di Renato Accorinti<br />

matura in un momento drammatico<br />

della storia messinese. In una città ancora<br />

una volta commissariata, dopo<br />

un’amministrazione di centrodestra sui<br />

cui uomini si addensa un fondato giudizio<br />

di assoluto disinteresse per il bene<br />

comune, tremila cittadini dalle più varie<br />

estrazioni sociali e culturali, firmano una<br />

petizione in cui gli chiedono di mettere<br />

la faccia per la prima volta anche in una<br />

battaglia franca ed esplicita di conquista<br />

delle istituzioni.<br />

E’ l’autunno 2012, quello dello Tsunami<br />

grillino e dello sfacelo politico: il Pd<br />

pensa al fidanzamento con l’Udc sperimentato<br />

a Palazzo dei Normanni, persino<br />

Sel di Nichi Vendola (che Renato non ha<br />

mai nascosto di apprezzare) si limita a rivolgergli<br />

un appello a partecipare alle<br />

primarie. Finisce che, dopo un momento<br />

di incertezza, Accorinti, in una fredda<br />

mattina di gennaio, annuncia la sua corsa<br />

in solitaria a una emozionata e gremita<br />

platea, nel Salone delle Bandiere del municipio<br />

di Messina.<br />

Gruppi parrocchiali, volontariato...<br />

Da quel giorno è un crescendo di adesioni<br />

e di iniziative. Renato batte, come<br />

del resto ha sempre fatto per le innumerevoli<br />

cause per cui si è impegnato, strade<br />

e villaggi. Uno per uno. Rifondazione<br />

Comunista è con lui, così come la galassia<br />

del sindacalismo di base e del movimentismo<br />

messinese. Ma questo schieramento<br />

non si cristallizza in un’etichetta.<br />

Aderiscono a “Cambiare Messina dal<br />

Basso” (come la lista di Accorinti s'è voluta<br />

chiamare) soggetti e personalità non<br />

riconducibili al piccolo mondo della sinistra<br />

antagonista. Molto volontariato cattolico,<br />

molti gruppi parrocchiali di periferia,<br />

intellettuali miti e ragionatori come<br />

l’economista Guido Signorino, la “mente”<br />

accademica del movimento. E soprattutto<br />

la cosiddetta gente comune.<br />

Mai prima d’ora a Messina, per strada,<br />

nei mercatini rionali, nei villaggi in collina,<br />

un candidato dal look così apertamente<br />

“alternativo” era stato applaudito<br />

o perlomeno ascoltato senza pregiudizi<br />

quanto Renato Accorinti.<br />

Ma perché un uomo che a sessant’anni<br />

mantiene l’aspetto gioioso e un po’ naif<br />

degli hippies anni 60 riscuote un successo<br />

così vasto in una città in fondo provinciale<br />

e venata di bigottismo come Messina?<br />

Sicuramente c’entra molto la crisi<br />

del vecchio sistema di potere. Potenti<br />

clientele mantenute nel corso dei decenni<br />

con un sapiente controllo della spesa<br />

pubblica sono in affanno per le ricadute<br />

della crisi del debito sulla realtà siciliana.<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 69<br />

Il clan di Totò Cuffaro e quello - tutto<br />

sommato omologo - di Raffaele Lombardo<br />

sono crollati sotto i colpi delle inchieste<br />

giudiziarie e soprattutto per il prosciugamento<br />

delle risorse che alimentavano<br />

stipendifici e fabbriche di privilegi.<br />

Il welfare locale, mai di alto livello, è<br />

definitivamente entrato in affanno a causa<br />

dei debiti che stanno portando le finanze<br />

del Comune sull’orlo del default. a<br />

città è quotidianamente percorsa da cortei<br />

e punteggiata da presidi di lavoratori<br />

disperati, che non hanno più nemmeno<br />

una controparte con cui scontrarsi. I punti<br />

di <strong>maggio</strong>r sofferenza si chiamano Servizi<br />

sociali, Teatro Vittorio Emanuele,<br />

Birra Messina, ATM (trasporti pubblici).<br />

In questo quadro drammatico il Partito<br />

che fu di Bersani non ha saputo nè voluto<br />

candidarsi a rappresentare un’alternativa<br />

credibile, preferendo il piccolo cabotaggio<br />

degli accordi coi pezzi del vecchio potere<br />

in fuga da posizioni discreditate.<br />

Una città da cui si fugge<br />

Se a livello regionale questa strategia<br />

si è concretata nell’esperienza per certi<br />

versi anomala della giunta Crocetta, a<br />

Messina la proposta politica del PD in<br />

sostanza consiste nel patto fra i due golden<br />

boys dei <strong>giovani</strong> Dc anni '80: Francantonio<br />

Genovese e il neo-ministro<br />

Giampiero D’Alia. Troppo poco per una<br />

sinistra priva di memoria e marginale, e<br />

soprattutto troppo poco per una città in<br />

cui si vive male, da cui i <strong>giovani</strong> fuggono<br />

a gambe levate.<br />

Accorinti ai messinesi parla di cose antiche<br />

come la politica come servizio, la<br />

dignità, la qualità della vita. Quando racconta<br />

delle scuole materne di Reggio<br />

Emilia o delle biblioteche pubbliche berlinesi<br />

allude a cose che in un paese civile<br />

sarebbero persino banali ma che in riva<br />

allo stretto sembrano fantascienza.<br />

I cittadini, però, sembrano credergli<br />

davvero. Forse perché prima delle parole<br />

astratte l’esperienza politica di Renato è<br />

costruita sulla quotidianità di una persona<br />

che parla come pensa e agisce allo<br />

stesso modo.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!