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maggio 2013 - I Siciliani giovani

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Ciò si può fare, innanzitutto, chiarendo<br />

che la creazione del debito comunale è<br />

andata a vantaggio di pochi e non della<br />

<strong>maggio</strong>ranza delle persone. Occorre dire<br />

che non abbiamo intenzione di pagare<br />

debiti che riteniamo illegittimi, perché<br />

sono serviti non a realizzare politiche di<br />

sviluppo sociale della città, ma a coltivare<br />

gli interessi di pochi.<br />

Partendo dalla ripubblicizzazione dei<br />

servizi pubblici locali (acqua, rifiuti,<br />

energie…) si può pensare un’economia<br />

nuova, che salvaguardi insieme ambiente,<br />

occupazione, redditi ed equità; che<br />

valorizzi le professionalità e le esperienza<br />

esistenti; che valorizzi i quartieri riscoprendoli<br />

e rispettandoli, che grazie ad<br />

una pianificazione urbanistica partecipata<br />

rilanci un turismo equo e sostenibile.<br />

Questo è “Catania Bene Comune”.<br />

“Catania Bene Comune”<br />

Ma l’idea di partecipare alla costruzione<br />

di “Catania Bene Comune” nasce, per<br />

me, anche da un’altra esigenza: dire che<br />

sono di sinistra e lo sono perché voglio<br />

invertire le politiche dei ricchi contro i<br />

www.isiciliani.it<br />

“Prendersi cura della città”<br />

poveri, perché voglio liberarmi dal fascismo,<br />

dalle mafie e dall’affarismo.<br />

Uno dei limiti del movimento è stato<br />

quello di non far emergere esplicitamente<br />

come vi sia una classe sociale che paga e<br />

arricchisce le altre e di non essersi soffermato<br />

ad analizzare da chi è composta<br />

questa classe. Adesso credo sia giunto il<br />

momento di farlo.<br />

Per l’affermazione di tali diritti, per<br />

la tutela del territorio, per la salvaguardia<br />

delle periferie e dei quartieri<br />

di Catania, ritieni che l’ostacolo più<br />

grande siano la corruzione e le mafie?<br />

E come pensi di combattere questi due<br />

fenomeni in modo concreto?<br />

L’esperienza che ho raccontato sopra<br />

sul consiglio comunale è l’esempio di<br />

un’Amministrazione che utilizza i servizi<br />

pubblici come ammortizzatori sociali, i<br />

lavoratori come bacino di voti e i consigli<br />

di amministrazione per piazzare i politici<br />

non eletti. È l’ulteriore riprova che i<br />

Comuni oggi sono svuotati di legittimità.<br />

Un Comune che trasforma i propri cittadini<br />

in “clienti” addirittura del proprio<br />

Sindaco (azionista dentro le partecipate)<br />

rompe ogni idea di comunità e quindi di<br />

democrazia. Tutto ciò nel nostro<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 71<br />

territorio vuol dire lasciare spazio ai<br />

poteri affaristici e mafiosi.<br />

Ricostruire da basso il “Comune”<br />

Per questo l'unica arma capace di sconfiggere<br />

le mafie è ricostruire dal basso il<br />

“Comune”, liberare pezzo per pezzo questa<br />

città combattendo l’abbandono scolastico,<br />

creando delle scuole nuove che<br />

sappiano essere inclusive e aperte ai bisogni<br />

dei quartieri, creando un’alternativa<br />

economica che non si basi sullo sfruttamento<br />

del territorio, ma su piccoli interventi<br />

decisi insieme agli abitanti, che<br />

crei spazi di socialità e condivisione (orti<br />

collettivi, luoghi per lo sport e il<br />

gioco…) e quindi di democrazia e responsabilità.<br />

Un Comune che risponda<br />

alle reali esigenze dei suoi abitanti. Una<br />

nuova idea di città, che parte dal prendersi<br />

cura della città stessa.<br />

Il percorso è solo all’inizio ed è lungo,<br />

anche perché richiede un profondo cambiamento<br />

culturale, ma se non iniziamo a<br />

coltivare il sogno di una Catania diversa<br />

questa non vivrà mai.<br />

Foto di Pasqualino Cacciola

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