maggio 2013 - I Siciliani giovani
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www.isiciliani.it<br />
“Come se in questo momento ci dicesse: guardiamoci in faccia<br />
prima di esplodere in una risata che ci faccia sentire più vicini”<br />
Protagonisti di un insieme<br />
E’ come se, in questo momento, Peppino<br />
ci dicesse: guardiamoci in faccia, negli<br />
occhi, “na 'u biancu ri l’uocchi” prima<br />
di esplodere in una risata che ci faccia<br />
sentire più vicini, non monadi isolate, ma<br />
protagonisti di un insieme in cui non c’è<br />
più tempo né spazio per compiangersi,<br />
per intristire, per avvilirsi, per odiarsi,<br />
per azzannarsi, per incupirsi.<br />
Respingere il puzzo di morte che viene<br />
dai domicili dei mafiosi, dalle stanze del<br />
potere e della politica, dagli incunaboli<br />
dove si nasconde il delitto, l’odio, la sopraffazione.<br />
Ridere del perbenismo borghese<br />
Proviamo a ridere, ora, adesso, e poi a<br />
rifarlo ogni qualvolta che il disgusto per<br />
le perversioni che ci circondano minaccia<br />
di soffocarci.<br />
Ridere del perbenismo borghese,<br />
dell’ipocrisia di tutti quelli che ci guardano<br />
disgustati, si voltano dall’altra parte,<br />
mormorano: “Ma chi vannu circannu?<br />
Chi vannu arriminannu ancora a merda<br />
n’cannistru? Ma che stanno ancora a<br />
fare, perché non si stanno a casa, invece<br />
di venire a disturbare la nostra quiete?<br />
Non hanno avuto tutto quello che volevano?<br />
Che vogliono ancora? Perché non ci<br />
lasciano in pace?”.<br />
Ridere delle persone in cravatta, di<br />
quelli che scendono dalla limousine o si<br />
fanno scortare, di quelli che obbediscono<br />
come pecoroni a tutti gli ordini, senza<br />
chiedersi se ce ne siano di sbagliati, ridere<br />
di chi ha bisogno di un capo cui asservirsi,<br />
di un pastore, e opertanto, accettare<br />
per se stesso il ruolo di pecora.<br />
E poi ricostruire una società<br />
E poi ricostruire, dalle ceneri di un circuito<br />
che comprenda politica, economia,<br />
banche, onorevoli, disoccupazione,<br />
I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
– pag. 29<br />
morte, suicidi per l’impossibilità di<br />
portare avanti dignitosamente la propria<br />
vita, euro, ambizioni, droghe, pizzo, tangenti,<br />
rimborsi elettorali, ruberie vari e<br />
altre porcate, una società in cui si possa<br />
essere - come ci insegna Peppino -<br />
comunisti e restare sempre rivoluzionari.