maggio 2013 - I Siciliani giovani
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www.isiciliani.it<br />
Politica<br />
Le incredibili<br />
ragioni<br />
di un governo forzato<br />
E' cambiato moltissimo<br />
– nei fatti – il sistema<br />
istituzionale italiano.<br />
Dietro la ripetizione<br />
dei riti, cosa c'è<br />
davvero?<br />
di Giovanni Abbagnato<br />
Non servono riferimenti tecnicopolitici<br />
per definire un governo – quello<br />
nominalmente affidato a Enrico<br />
Letta - “condannato ad esistere” da<br />
un’incredibile serie di vicissitudini incrociatesi<br />
tra il complessivo decadimento<br />
del sistema politico-istituzionale<br />
e le vicissitudini interne al Partito Democratico.<br />
Quello che è forse più interessante - e<br />
anche più significativo - è provare a ragionare<br />
sulle mutazioni, di fatto intervenute<br />
nel sistema istituzionale italiano<br />
che, come la storia insegna, sono la spia<br />
più evidente di una disgregazione della<br />
sostanza delle Istituzioni stesse.<br />
Conseguenzialmente, tali mutazioni -<br />
di fatto - rendono, più che obsoleto, pressoché<br />
insignificante il complesso della<br />
normativa e delle prassi che in tutti i sistemi<br />
democratici sta a guardia della solennità,<br />
in senso di importanza e straordinarietà,<br />
dei passaggi modificativi di atti<br />
costitutivi delle Istituzioni.<br />
Non è, infatti, insignificante, per il presente<br />
e per gli sviluppi futuri, una trasformazione<br />
“ in automatico” in questa<br />
fase politica del ruolo del Presidente della<br />
Repubblica, dalla funzione di rappresentatività<br />
e garanzia a quella più squisitamente<br />
di governo.<br />
Attenzione, funzioni di governo ancor<br />
più cogenti perché prescindono dalle<br />
scelte tecnico-politiche di un Esecutivo<br />
“nominato”, come in una sorta di “grande<br />
fratello” e, quindi, obbligato a fare<br />
quello che in buona parte è già scritto,<br />
non essendo prevista la sottrazione<br />
In questo senso cambia pure il ruolo<br />
del Presidente del Consiglio, che oggi<br />
definire ancora Premier suscita qualche<br />
amara ilarità, perché in realtà si tratta di<br />
un esecutore di indicazioni che non hanno<br />
nemmeno un preciso profilo tecnicopolitico<br />
del Presidente, come può succedere<br />
ai capi del governo, per esempio<br />
francesi o russi.<br />
Giaculatorie prive di senso<br />
In Italia, ormai, c’è solo un Presidente<br />
del Consiglio che dovrà portare avanti un<br />
governo. Il resto – programmi, prospettive<br />
programmatiche, ecc. – sono solo giaculatorie<br />
prive di senso e, come tutto<br />
quello che è privo di senso in politica<br />
può diventare pericoloso per la democrazia,<br />
almeno quella sostanziale.<br />
In estrema sintesi, questo è un terreno<br />
che potrà piacere o no, che potrà essere<br />
considerato inevitabile o no, ma che in<br />
ogni caso sfugge al senso politico delle<br />
cose perché non si baserà più su scelte<br />
orginali, nel senso letterale del termine,<br />
ma su di un paradigma di governabilità<br />
I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
– pag. 66<br />
fine a se stesso che, paradossalmente,<br />
avrà un rapporto assai relativo con le reali<br />
necessità del Paese.<br />
C’è un governo. Punto. E questo basti.<br />
In questo ulteriore passo verso l’abdicazione<br />
della politica, è evidenza logica<br />
che chi potrà trarre il massimo dei vantaggi<br />
da questa situazione sarà Silvio<br />
Berlusconi, il più “im-politico” dei soggetti<br />
in campo che confermerà il valore<br />
dell’immagine del Caimano, sempre vivo<br />
e mimetizzato, che un preveggente film<br />
ha consegnato alla cronaca.<br />
Alle condizioni di Berlusconi<br />
Il cavaliere potrà mostrare al mondo<br />
quanto ingiusto e insensato era il giudizio<br />
di impresentabilità su di lui e i suoi<br />
ministri ai quali è richiesta adesso “leale”<br />
collaborazione dopo averli demonizzati<br />
considerandoli irresponsabili incompetenti<br />
attentissimi solo ai “casi loro” e del<br />
loro principale.<br />
Potrà dire che è vero che la legittimazione<br />
elettorale può consentire di superare<br />
norme di ineleggibilità, di attaccare,<br />
senza limiti e con occupazioni, delle loro<br />
sedi tutte le Istituzioni più importanti –<br />
dalla Magistratura alla Corte Costituzionale<br />
– perché, se non fosse così, non si<br />
chiederebbe a lui di risalire sul suo predellino<br />
stavolta per vestire i panni dello<br />
Statista che, addirittura calma i suoi più<br />
facinorosi sottoposti per consentire al governo<br />
di vivere, almeno fin quando vorrà<br />
lui e i suoi avvocati.<br />
In estrema sintesi, avere fatto il governo<br />
alle condizioni di Berlusconi è considerato<br />
un atto di grande responsabilità<br />
istituzionale. Incredibile ma vero.