13.06.2013 Views

maggio 2013 - I Siciliani giovani

maggio 2013 - I Siciliani giovani

maggio 2013 - I Siciliani giovani

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Palermo/ Cantieri navali<br />

La mafia<br />

sottovalutata<br />

A Palermo non fanno a<br />

tempo ad abbassarsi<br />

gli echi dei proclami di<br />

improvvidi osservatori<br />

di un presunto declino<br />

inarrestabile delle<br />

cosche mafiose che la<br />

cronaca s'incarica di<br />

palesare esattamente il<br />

contrario<br />

di Giovanni Abbagnato<br />

L'ultimo esempio di queste “scoperte”,<br />

di norma frutto di gravi sottovalutazioni,<br />

ha riguardato il cantiere navale,<br />

l'ultimo stabilimento industriale del<br />

Capoluogo ancora degno di tale definizione,<br />

nonostante il suo notevole ridimensionamento<br />

produttico e occupazionale.<br />

Uno stabilimento che fin dall'inzio del<br />

'900 ha rappresentato un sito da aristocrazia<br />

operaia, significativamente sindacalizzata<br />

e capace di una notevole attività<br />

vertenziale, fin dai tempi del segretario<br />

della Fiom Giovanni Orcel, assassinato<br />

nel 1920. Maestranze, quelle del Cantiere,<br />

in grado di condurre, oltre ad evolute<br />

vertenze contrattuali, un contrasto con la<br />

mafia del quartiere Montalbo-Acquasanta,<br />

da sempre interessatissima al controllo<br />

delle attività economiche nel cantiere<br />

e nel porto.<br />

www.isiciliani.it<br />

Questo scontro è culminato nel 1947 in<br />

uno scontro nel quale gli sgherri del boss<br />

Nicola D'Alessandro spararono a degli<br />

operai che a loro volta stavano per impiccare<br />

un mafioso e pretesero l'allontanamento<br />

del dirigente fascista Emilio<br />

Ducci, voluto dalla proprietà dei Piaggio<br />

e connivente con i mafiosi.<br />

Nei decenni successivi si è attenuata<br />

notevolmente la capacità di reazione democratica<br />

e antimafiosa degli operai e<br />

della dirigenza politico-sindacale e tanto<br />

era impunita quanto risaputa la presenza<br />

invasiva nello stabilimento dei mafiosi<br />

dell'Acquasanta, soprattutto i Galatolo.<br />

Questa antica ed influente dinastia mafiosa<br />

controllava, il quartiere del cantiere,<br />

avendo addirittura in mano la locale<br />

Stazione dei Crabinieri, e facendo il bello<br />

e cattivo tempo nello stabilimento<br />

controllando i subappalti e il caporalato<br />

dei lavoratori avventizi.<br />

Le denunce di Basile<br />

Verso la fine degli anni '80 la situazione<br />

esplose quando le indagini della Procura<br />

di Palermo dimostrarono la fondatezza<br />

delle denunce dell'operaio Gioacchino<br />

Basile - minacciato dai mafiosi, licenziato<br />

dalla Fincantieri e perfino<br />

espulso dal sindacato della Cgil – circa<br />

l'asfissiante controllo del cantiere ancora<br />

ad opera dei Galatolo e dei loro affiliati. I<br />

conseguenti provvedimenti giudiziari, oltre<br />

a colpire alcuni esponenti influenti<br />

della cosca, suscitarono alcune utili iniziative<br />

extragiudiziarie come l'adozione<br />

di un protocollo di legalità, ma senza approfondire<br />

adeguatamente le responsabilità,<br />

personali ed oggettive, del management<br />

del cantiere che pure dalle carte<br />

giudiziarie non usciva con una buona immagine.<br />

Sembrava a qualcuno che il clamore di<br />

quella indagine, con i suoi sviluppi giudiziari,<br />

potesse avere creato una sorta di<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 68<br />

cordone di legalità attorno allo stabilimento,<br />

ma, in realtà, chi viveva nel quartiere<br />

coglieva i segni non scalfiti del potere<br />

dei Galatolo, con i suoi esponenti e<br />

affiliati a piede libero, non solo nel cantiere,<br />

ma anche nel porticciolo turistico<br />

dell'Acquasanta.<br />

La realtà raccontata da recentissime indagini,<br />

culminati in una retata di mafiosi,<br />

hanno confermato il controllo mafioso<br />

dei Galatolo – direttamente ma anche<br />

mediante il prestanome Giuseppe Corradengo,<br />

tutt'altro che insospettabile come<br />

titolato dai giornali - non solo del cantiere<br />

di Palermo, ma anche di quelli di Trapani,<br />

Messina e di altri cantieri del nord<br />

come Porto Marghera e La Spezia.<br />

Questa vicenda suscita parecchi dubbi<br />

e, tuttavia, è probabilmente utile concentrare<br />

la riflessione in due domande-chiave.<br />

Nello specifico, c'è da chiedersi se<br />

non c'è una costante sottovalutazione<br />

della capacità di adattamento della mafia<br />

anche da parte degli organi investigativi<br />

tendenti a svolgere indagini troppo legate<br />

ad episodi eclatanti e non ad un controllo<br />

costante del territorio che potrebbe<br />

monitorare per tempo l'effettiva presenza<br />

e pericolosità delle famiglie mafiose.<br />

Le responsabilità aziendali<br />

Dalle azioni repressive a seguito delle<br />

denunce di Basile ad oggi sono trascorsi<br />

circa 25 anni in cui del declino del controllo<br />

mafioso del territorio del cantiere<br />

navale non si è accorto nessuno. Inoltre,<br />

c'è da chiedersi come mai il management<br />

del Cantiere reiteratamente non ha notato<br />

nulla di sospetto dentro lo Stabilimento e<br />

se non sarebbe il caso di approfondire responsabilità<br />

di gestione aziendale, a partire<br />

delle procedure per l'affidamento e la<br />

gestione complessiva dei subappalti in<br />

Fincantieri, visto che la Magistratura sostiene<br />

che da Palermo si controllavano<br />

anche gli altri cantieri del nord?

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!