Luglio - Settembre Bollettino - Diocesi di Rimini
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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.3<br />
2. Il dolore e la misericor<strong>di</strong>a<br />
Beati coloro che sono nel pianto, perché saranno consolati.<br />
Beati i misericor<strong>di</strong>osi, perché troveranno misericor<strong>di</strong>a.<br />
7. Proclamare beati coloro che sono nel pianto è una <strong>di</strong>chiarazione paradossale<br />
che fa esplodere una contrad<strong>di</strong>zione in termini: come si fa ad essere felici<br />
se si piange, e come si fa a piangere se si è felici? Anche nel campo minato del<br />
dolore, il vangelo fa emergere la “<strong>di</strong>fferenza cristiana”: non è una formula, ma<br />
una persona: lui, il Signore Gesù.<br />
Gesù e il male<br />
Guar<strong>di</strong>amo ancora a Gesù. Di fronte al mistero del male Gesù non si pone<br />
come uno venuto a giustificarlo, ma come chi ha scelto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>viderne il peso e<br />
<strong>di</strong> affrontarlo alla ra<strong>di</strong>ce. Gesù ci rivela un Dio che è il nostro più potente alleato:<br />
nessun male per quanto sconvolgente, nessun dolore per quanto lancinante può<br />
indurre il credente a prendere le <strong>di</strong>stanze o ad<strong>di</strong>rittura il congedo da Dio. Perché<br />
Gesù è la trasparenza della misericor<strong>di</strong>a del Padre: ci fa vedere con “fatti <strong>di</strong> vangelo”<br />
cosa fa Dio <strong>di</strong> fronte al problema del male: lo combatte e lo vince. Gesù<br />
combatte la miseria della con<strong>di</strong>zione umana e la vince con la misericor<strong>di</strong>a. Si<br />
commuove <strong>di</strong> fronte ai malati, che gli si accalcano intorno, e li guarisce. Avvicina<br />
varie categorie <strong>di</strong> emarginati: i bambini, le donne, i lebbrosi, i peccatori segnati<br />
a <strong>di</strong>to, come pubblicani e prostitute. Non si limita a operare in prima persona,<br />
ma coinvolge i suoi <strong>di</strong>scepoli (Cfr Lc 9,1-6; 10,1-9) In<strong>di</strong>ca il Samaritano come<br />
modello <strong>di</strong> prossimo, che “vede e si commuove”. (Lc 10,25-37) Esige da tutti un<br />
serio impegno per la liberazione, sia pure parziale e provvisoria, da ogni forma<br />
<strong>di</strong> male, fino a quando non verrà la gloria del compimento totale.<br />
Ha amato e perdonato<br />
La vita <strong>di</strong> Gesù non è una marcia trionfale: conosce la fatica, il sudore, la<br />
delusione, l’angoscia, il tra<strong>di</strong>mento, l’ingiustizia, il dolore, la morte. Ma Gesù sa e<br />
sente che la sua vita è abbracciata dalla tenerezza del Padre. Certo, non gli viene<br />
risparmiata la croce, né lui la fugge per mettere al riparo la sua vita, ma si espone<br />
all’o<strong>di</strong>o dei nemici con lucida determinazione e <strong>di</strong>sarmata gratuità. Così conosce<br />
sulla sua pelle la trage<strong>di</strong>a della sofferenza, l’oscurità dell’agonia, la prova della<br />
fede, l’orrore <strong>di</strong> una morte violenta. Ma non cessa mai <strong>di</strong> fidarsi <strong>di</strong> Dio. Continua<br />
ostinatamente ad amare fino a perdonare, ad<strong>di</strong>rittura fino a giustificare i suoi<br />
carnefici (“non sanno quello che fanno”). Asse<strong>di</strong>ato dalla violenza, non è <strong>di</strong>ventato<br />
un violento; (1Pt 2, 23) aggre<strong>di</strong>to dal male, non è <strong>di</strong>ventato un malvagio.<br />
Ha fatto <strong>di</strong> una violenza totalmente ingiustificata l’occasione per una de<strong>di</strong>zione<br />
totalmente incon<strong>di</strong>zionata. Ha amato e perdonato.<br />
Noi e il male<br />
Ma cosa significa per noi sperimentare la beatitu<strong>di</strong>ne della croce e della<br />
misericor<strong>di</strong>a? Quando il cristiano si imbatte nella malattia, lotta per eliminarla.<br />
Se non gli è possibile guarire, cerca <strong>di</strong> vivere ugualmente; non si limita a so-<br />
Atti del Vescovo