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Luglio - Settembre Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.3<br />

stiana, Tutto questo quin<strong>di</strong> non è un qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso rispetto al dono che è<br />

stato dato, al sacramento. Al contrario. E’ il Sacramento che <strong>di</strong>venta stile <strong>di</strong> vita.<br />

E questo percorso, non è neanche una cosa ad intra nella famiglia o ad intra<br />

nella Chiesa. Perché certamente è una realtà che vede coinvolti gli sposi e la comunità<br />

cristiana, per poi aprirsi su tutto il mondo. C’è una immagine che credo<br />

sia bella, che è quella della porta <strong>di</strong> casa, che da un lato separa, e deve separare,<br />

deve separare perché ci sia in casa la possibilità <strong>di</strong> un incontro, marito, moglie<br />

figli, le generazioni. Ma questa porta si spalanca anche o si socchiude a volte<br />

al mondo; ed è anche una delle porte più forti, più efficaci, che come Chiesa<br />

noi apriamo nei confronti <strong>di</strong> tutti. Se per gli sposi è vero che il matrimonio è un<br />

Sacramento, è altrettanto vero, verso gli altri, che il matrimonio è un Vangelo.<br />

Cioè è una bella notizia, e gli sposi cercheranno <strong>di</strong> far vedere con la vita che<br />

ci si può voler bene. In una vita a due uniti da un patto, da una alleanza. E che<br />

questa vita è nell’amore coniugale, totale, unico, fedele, fecondo. E che questo<br />

non ti chiude, non ti limita, ma al contrario ti dà vita. Ti realizza, ti mette in<br />

una con<strong>di</strong>zione piena e vera <strong>di</strong> vita. E questo gli sposi lo possono <strong>di</strong>re con una<br />

comunità <strong>di</strong> vita dove le fragilità del mondo sono le loro fragilità e le fatiche <strong>di</strong><br />

tutti sono le loro fatiche. Qui c’è un <strong>di</strong> più, un quid che è negli sposi, perché noi<br />

preti certamente questo lo annunciamo, ma lo annunciamo con una vocazione<br />

un ministero nostro proprio.<br />

L’accostarsi o il lasciarsi accostare dalla gente per <strong>di</strong>ventare una bussola.<br />

Voi siete <strong>di</strong> mare, forse l’avete anche usata. Certamente vi hanno detto che<br />

serve anche non solo per trovare la <strong>di</strong>rezione, ma anche per <strong>di</strong>re dove siamo<br />

e tante famiglie, tanti sposi, tanti conviventi che si incontrano nella situazioni<br />

più quoti<strong>di</strong>ane hanno bisogno che qualcheduno si fermi, regali loro un po’ <strong>di</strong><br />

tempo e consenta loro <strong>di</strong> capire dove siamo. E poi da qui ci potrà essere anche<br />

dove an<strong>di</strong>amo. Quin<strong>di</strong> mostrare che ci si può ancora voler bene e che siamo qui<br />

e possiamo camminare.<br />

Tre giorni<br />

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