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Luglio - Settembre Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.3<br />

A scuola <strong>di</strong> furbizia evangelica<br />

Omelia sul vangelo della Domenica 25.a T.O. (C) per la can<strong>di</strong>datura al<br />

<strong>di</strong>aconato e al presbiterato <strong>di</strong> Eugenio Facon<strong>di</strong>ni e Francesco Fronzoni, e al<br />

<strong>di</strong>aconato permanente <strong>di</strong> Giorgio Pieri, Davide Carroli, Raul Maria Papini e<br />

Roberto Antonini<br />

<strong>Rimini</strong>, Cattedrale, 19 settembre 2010<br />

Ammettiamolo francamente: una lezione <strong>di</strong> furbizia così, da rabbi Gesù, non<br />

ce la saremmo proprio aspettata. In effetti nell’immaginario collettivo continua<br />

a circolare del Nazareno il cliché <strong>di</strong> un maestro tollerante, tenerone e buonista,<br />

pre<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> una bontà caramellosa, <strong>di</strong> una fraternità smielata, fatta <strong>di</strong> abbracci,<br />

sospiri e <strong>di</strong> spora<strong>di</strong>che buone azioni, varie ed eventuali. Ora è vero che Gesù è<br />

l’agnello mansueto condotto al macello, ma è anche il leone vittorioso della tribù<br />

<strong>di</strong> Giuda. E’ vero che manda i suoi <strong>di</strong>scepoli come pecore in mezzo ai lupi e li vuole<br />

can<strong>di</strong><strong>di</strong> come colombe, ma li esige anche astuti come serpenti (Mt 10,16). Ed<br />

è proprio questo vocabolo astuti, che ricorre – nella formula sostantivata “astuzia”<br />

- nel nostro brano, anche se reso nella traduzione italiana con il sinonimo<br />

“scaltrezza”: “Il padrone lodò quell’amministratore <strong>di</strong>sonesto, perché aveva agito<br />

con scaltrezza”.<br />

1. Certo, per noi che ancora ci lecchiamo le labbra per la dolcezza <strong>di</strong>stillataci<br />

in cuore dal vangelo del Padre misericor<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> domenica scorsa, la parabola<br />

dell’amministratore corrotto e scellerato - una delle più shockanti <strong>di</strong> tutto il<br />

vangelo - ci spiazza completamente. Probabilmente Gesù si rifà a qualche scandalo<br />

che si era verificato a quel tempo. Oggi i giornali avrebbero forse riportato<br />

il fattaccio in cronaca nera con il titolo: “Corruzione e falso in bilancio – e poi<br />

all’occhiello - Còlto in flagrante amministratore delegato <strong>di</strong> una grossa azienda”.<br />

In effetti quel farabutto ha imbrogliato due volte: ha <strong>di</strong>lapidato il patrimonio che<br />

avrebbe dovuto amministrare con accortezza, e per giunta ha falsato i registri <strong>di</strong><br />

cassa. Ma ciò che sconcerta è la conclusione <strong>di</strong> questa brutta storia <strong>di</strong> truffa aggravata:<br />

l’elogio del padrone per la scaltrezza del suo spregiu<strong>di</strong>cato commercialista,<br />

un elogio sottoscritto da Gesù stesso con l’aggiunta <strong>di</strong> quella tagliente staffilata: “I<br />

figli <strong>di</strong> questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.<br />

Bisogna però fare attenzione: nel comportamento obiettivamente immorale<br />

dell’amministratore non viene lodata la sua <strong>di</strong>sonestà, ma la scaltrezza nel gestire<br />

una situazione gravemente compromessa. Non vengono elogiate le mani<br />

sporche del truffal<strong>di</strong>no, ma l’astuzia del suo cervello furbo e fino. Commenta un<br />

autore me<strong>di</strong>evale: “Il Signore non loda l’agire iniquo dell’amministratore, ma la<br />

sua accortezza. Non lo loda per la frode che ha attuato, ma per l’espe<strong>di</strong>ente con<br />

il quale ha provveduto al suo futuro (Bruno <strong>di</strong> Segni, PL 420C).<br />

Ecco, la lezione è servita: sulla strada della sua sequela, Gesù ci vuole svegli,<br />

intelligenti, determinati. Con un atomo in più <strong>di</strong> coraggio, oseremmo <strong>di</strong>re: ci vuole<br />

furbi. In fondo è come se Gesù si domandasse a voce alta: “Chi vince davvero<br />

Atti del Vescovo

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