Luglio - Settembre Bollettino - Diocesi di Rimini
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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.3<br />
anche nella situazione residenziale e finanziaria, con conseguenze spesso tanto<br />
problematiche da portare a forme <strong>di</strong> impoverimento e vulnerabilità economica.<br />
Dietro a questi numeri c’è una cultura, un modo <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> percepire la<br />
realtà, un’antropologia.Qualcosa che segna un cambiamento epocale, enorme.<br />
Ve<strong>di</strong>amo alcuni aspetti particolari.<br />
1) E’ cambiato il rapporto fra la legge e il sentimento, fra regole e sentimenti.<br />
E’ il sentimento, l’amore che fa il matrimonio, ma è la legge che lo custo<strong>di</strong>sce,<br />
lo protegge, lo mette al riparo da tante insi<strong>di</strong>e. Oggi prevale il sentimento personale<br />
rispetto alla regola.<br />
2) Il fatto che dai sentimenti, dalla relazione, si pretende il massimo della<br />
gratificazione, per cui non appena il rapporto incontra qualche ostacolo, è percepito<br />
come inutile, fallimentare, si preferisce “mollare”.<br />
3) L’attuale cultura tende a privilegiare il mutamento continuo, il cambiamento,<br />
la reversibilità delle scelte, più che la stabilità; il ritornare continuamente<br />
sui propri passi… la trasformazione continua.<br />
4) La privatizzazione dei sentimenti, l’amore è avvertito come personale, che<br />
non ha valenza pubblica, sociale; ha un valore solo per sé, per la persona.<br />
5) Soggettivismo, cioè il porre se stessi e il proprio sentire, come unico riferimento.<br />
Il vedere le proprie esigenze come assolute e vedere l’altro solo in<br />
riferimento a se stessi, per la propria felicità.<br />
6) L’esasperazione del concetto <strong>di</strong> libertà, come un assoluto, come sganciata<br />
da ogni altro riferimento. La libertà è importantissima ma se sganciata dalla verità,<br />
dal bene comune, implode in se stessa.<br />
7) Il matrimonio ha perso l’aggancio alla trascendenza, ad altri valori più<br />
gran<strong>di</strong>, che gli davano consistenza: Dio, il Vangelo, la famiglia, il costume sociale.<br />
E’ come un quadro in cui i personaggi non hanno più sfondo.<br />
In passato, i vecchi comunisti, anche se il loro matrimonio era in crisi, stavano<br />
lì, con <strong>di</strong>gnità.<br />
8) Tutto questo ha portato a una crisi delle relazioni, società dei legami liqui<strong>di</strong>,<br />
dei legami fragili. Per cui i giovani avvertono che i legami e le relazioni degli<br />
adulti sono insignificanti, non sono né da imitare né da rigettare, sono insignificanti,<br />
li lasciano in<strong>di</strong>fferenti.<br />
9) Emerge una mentalità sempre più in<strong>di</strong>vidualista, che tende a esasperare<br />
i bisogni e le esigenze del singolo, della persona, a scapito del gruppo, della<br />
coppia, della famiglia. Quasi tutti i me<strong>di</strong>a propongono modelli <strong>di</strong> realizzazione<br />
del singolo, della persona.<br />
10) L’emancipazione della donna, le nuove possibilità lavorative e <strong>di</strong> guadagno<br />
economico che le donne hanno attualmente, è quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> auto<br />
mantenersi, autodeterminarsi, (oh, questo è un bene.)<br />
A fronte <strong>di</strong> tutto questo possiamo fare tre considerazioni<br />
L’istituto del matrimonio in Italia, come immagine tiene ancora, nonostante<br />
il <strong>di</strong>sastro della famiglia (almeno rispetto ad altri paesi europei) ma poi non<br />
funziona.<br />
Attività del Presbiterio