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Luglio - Settembre Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.3<br />

invitati e provocati a giungere gradatamente a vivere nella pace e nella gioia<br />

delle beatitu<strong>di</strong>ni.<br />

4. La comunione e la citta<strong>di</strong>nanza<br />

Beati i miti, perché avranno in ere<strong>di</strong>tà la terra.<br />

Beati gli operatori <strong>di</strong> pace, perché saranno chiamati figli <strong>di</strong> Dio.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto fratelli<br />

9. I miti e gli operatori <strong>di</strong> pace sono persone <strong>di</strong> comunione, ma sono anche<br />

uomini e donne <strong>di</strong> forte impegno: sono “costruttori” <strong>di</strong> pace, non visionari. Sotto<br />

l’arco tematico <strong>di</strong> queste due beatitu<strong>di</strong>ni, dovrei trattare <strong>di</strong> tante questioni,<br />

che per esigenza <strong>di</strong> chiarezza raggruppo e <strong>di</strong>stribuisco su due versanti: la comunione<br />

nella Chiesa, e l’impegno civile sociale politico nella società. Anche qui<br />

mi limito solo ad alcuni spunti.<br />

Per quanto riguarda la comunione dentro la Chiesa, mi sembra opportuno<br />

rimandare alla mia lettera: Prima <strong>di</strong> tutto fratelli (2009). Ne riprendo solo l’ispirazione<br />

<strong>di</strong> fondo e alcuni passaggi. La comunione nella Chiesa nasce dall’alto:<br />

<strong>di</strong>scende dalla santa Trinità, passa per la croce, si riversa sul mondo. La comunione<br />

implica due movimenti: vivere all’interno, tra credenti, una profonda<br />

fraternità; uscire da questa fraternità per servire il mondo. Possiamo anche <strong>di</strong>re<br />

che tre sono i cerchi della comunione: all’interno della singola comunità; fra<br />

comunità e comunità; aperti al mondo. Se ne ricava che solo dalla comunione<br />

scaturisce un autentico slancio missionario. Infatti la missione non è possibile<br />

là dove la comunità è <strong>di</strong>visa fra membro e membro, fra gruppo e gruppo.<br />

La comunione vera, cre<strong>di</strong>bile, effettiva è sempre una comunione in cammino:<br />

non è uno stato più o meno i<strong>di</strong>lliaco, non è semplicemente appartenere a un<br />

gruppo, neanche mettersi seduti in cerchio con altri e stare bene assieme. La<br />

comunione deve essere insieme spirituale e visibile: non può non scaturire dalla<br />

con<strong>di</strong>visione della fede, speranza, carità, e <strong>di</strong> beni spirituali e materiali, sotto<br />

la guida dei pastori. Nella comunità cristiana il mistero pasquale del Signore è<br />

proclamato con la pre<strong>di</strong>cazione, attualizzato nell’eucaristia e nei sacramenti,<br />

vissuto nella carità. Per essere riconoscibile come segno davanti al mondo il<br />

popolo <strong>di</strong> Dio si deve vedere: deve configurarsi come comunità <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> preghiera<br />

e soprattutto <strong>di</strong> rapporti fraterni.<br />

Una comunione unica e plurale<br />

Vorrei anche ricordare che la comunione è nel profondo una realtà unica,<br />

ma si manifesta in forme <strong>di</strong>verse: un conto è vivere la comunione nella<br />

liturgia, un conto in parrocchia, un altro in casa e un altro ancora nell’ambiente<br />

<strong>di</strong> lavoro. Pretendere <strong>di</strong> vivere la medesima forma <strong>di</strong> comunione in ambienti e<br />

situazioni <strong>di</strong>verse è un grosso errore. Ci sono cristiani che pensano <strong>di</strong> ripetere<br />

lo schema “amicizia” dappertutto; altri che invece puntano sullo schema “famiglia”;<br />

altri sullo schema “convento”, “associazione” o “movimento”. Invito me e<br />

voi a sostare su questo passo <strong>di</strong> D. Bonhhoeffer: “Chi ama il proprio sogno <strong>di</strong><br />

comunione cristiana più della comunione cristiana effettiva, è destinato ad esse-<br />

Atti del Vescovo

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