Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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Fig. 6 Fig. 7<br />
della trombosi (più alta quando la<br />
trombosi insorge dopo 1 anno dall’impianto<br />
dello stent), e da fattori<br />
procedurali (quando il risultato della<br />
PCI non è ottimale e quando viene<br />
impiantato un ulteriore stent durante<br />
la PCI). Infine, l’uso della trombectomia<br />
durante la PCI in corso dell’evento<br />
acuto è utile nel gruppo dei<br />
pazienti senza shock cardiogeno.<br />
Per quanto riguarda la problematica<br />
degli stent medicati, quindi, possiamo<br />
dire che la controversia continua,<br />
e che sono assolutamente necessari<br />
studi randomizzati e con un lungo<br />
follow-up, in particolare per il loro<br />
utilizzo “off-label” e per definire la<br />
durata ottimale della doppia terapia<br />
antiaggregante.<br />
Nel frattempo cominciano a comparire<br />
i primi dati sull’utilizzo umano<br />
degli stent riassorbibili. Esistono 2<br />
tipi di stent bioriassorbibili, quello<br />
con assorbimento del metallo e quello<br />
con assorbimento del polimero.<br />
Sono stati riportati i dati dell’utilizzo<br />
di uno stent a rilascio di paclitaxel<br />
con polimero riassorbibile, con<br />
disponibilità di follow-up a 9 mesi<br />
(agiografico) e a 12 mesi (clinico). Il<br />
profilo di sicurezza è risultato eccellente<br />
(nessuna trombosi tardiva), con<br />
risultato di efficacia sovrapponibile<br />
a quello dei DES tradizionali. In un<br />
altro studio, 61 pazienti sono stati<br />
trattati con stent metallo – assorbibile.<br />
Al follow-up a 12 mesi si evidenziava<br />
la completa degradazione del<br />
metallo dello stent ed il ripristino<br />
della funzione di reattività vasale dei<br />
segmenti trattati un a volta che lo<br />
stent era assorbito.<br />
SINDROME CORONARICA<br />
ACUTA NELLE DONNE<br />
Dobbiamo trattare le donne con<br />
sindrome coronarica acuta come gli<br />
uomini ?<br />
Nella sessione Hotline è stato presentato<br />
un piccolo studio che apre<br />
un quesito sul corretto trattamento<br />
delle donne con sindrome coronarica<br />
acuta.<br />
La dottoressa Swahn ha presentato<br />
un sottostudio dell’OASIS-5 che<br />
aveva randomizzato <strong>2007</strong>8 pazienti<br />
con sindrome coronarica acuta senza<br />
sopraslivellamento ST al trattamento<br />
precoce con fondaparinux o enoxiparina.<br />
Nell’ambito del sottostudio<br />
sono state randomizzate 184 donne<br />
ad una strategia di trattamento invasivo<br />
precoce (coronarografia seguita<br />
da rivascolarizzazione percutanea o<br />
chirurgica entro la prima settimana)<br />
o ad una strategia invasiva selettiva<br />
(coronarografia in caso di sintomi o<br />
dimostrazione di ischemia). L’end<br />
point primario era costituito da<br />
morte/infarto/stroke o morte/infarto/ischemia<br />
refrattaria a due<br />
anni. Nel gruppo trattato precocemente<br />
in modo invasivo il 58% è<br />
stato sottoposto a rivascolarizzazione<br />
contro il 31% nel gruppo trattato<br />
selettivamente. Non si sono osservate<br />
differenze significative <strong>negli</strong> end<br />
points primari tra i due gruppi, ma<br />
nel gruppo trattato precocemente in<br />
modo invasivo si sono osservate più<br />
morti (8 vs 1), tutte cardiovascolari<br />
(Figura 7). I sanguinamenti sono<br />
risultati più frequenti nel gruppo<br />
trattato in modo invasivo (HR 6.90).<br />
Anche le sottoanalisi di precedenti<br />
studi, quail il FRISC II, RITA-3 e<br />
TACTICS-TIMI-18, avevano mostrato<br />
un beneficio di un trattamento<br />
invasivo di routine <strong>negli</strong> uomini con<br />
sindrome coronarica acuta senza<br />
sopraslivellamento ST-, ma i risultati<br />
nelle donne erano contraddittori. La<br />
dottoressa Swahn ha concluso con<br />
la speranza che i risultati di questo<br />
piccolo studio inducano a condurre<br />
trials sufficientemente ampi per determinare<br />
la sicurezza e l’efficacia di<br />
un atteggiamento invasivo di routine<br />
nelle donne.<br />
SCOMPENSO CARDIACO<br />
ACUTO<br />
Lo scompenso cardiaco è stato scelto<br />
come l’argomento principale del<br />
Congresso; numerose sessioni sono<br />
state dedicate pertanto allo scompenso<br />
acuto.<br />
In particolare sono stati presentati<br />
i risultati della Euro Heart Survey<br />
on Heart Failure II, studio osservazionale<br />
prospettico che ha incluso<br />
3580 pazienti ricoverati per scompenso<br />
acuto in 133 centri di 33 paesi<br />
europei, coinvolgendo unità intensive,<br />
divisioni cardiologiche, divisioni<br />
mediche e dipartimenti di emergenza.<br />
Sono stati inclusi pazienti che<br />
presentavano dispnea con segni di<br />
congestione e ipoperfusione, congestione<br />
polmonare alla radiografia<br />
del torace oppure segni di scompenso<br />
destro. Da molti relatori è stato<br />
ribadito il concetto che lo scompenso<br />
acuto non è un’unica entità clinica,<br />
ma comprende diverse situazioni,<br />
con fisiopatologia, presentazione<br />
clinica e prognosi differenti, le più<br />
comuni delle quali sono lo scompenso<br />
cronico riacutizzato, l’edema<br />
polmonare acuto, lo shock cardiogeno,<br />
lo scompenso con ipertensione<br />
REPORTAGE DAL CONGRESSO ESC<br />
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