Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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Fig.9<br />
popolazione adulta <strong>negli</strong> Stati Uniti<br />
presenta una valvulopatia, senza<br />
considerare il prolasso mitralico e<br />
la bicuspidia aortica. Dai dati della<br />
Euro Heart Survey on valvular heart<br />
disease risulta che la stenosi aortica<br />
sia il vizio più frequente, seguita<br />
dall’insufficienza mitralica; il 70%<br />
dei pazienti sono sintomatici ed il<br />
40% presentano i sintomi dello scompenso<br />
cardiaco. Anche nei paesi in<br />
via di sviluppo la valvulopatia rimane<br />
un problema clinico rilevante, con<br />
prevalenza clinica nei bambini in<br />
età scolare dello 0.25% e prevalenza<br />
ecocardiografica che arriva fino<br />
al 2.5 %. Pertanto la popolazione<br />
mondiale affetta da valvulopatia<br />
clinicamente rilevante viene calcolata<br />
intorno ai 200.000.000 soggetti, ma<br />
questo dato è destinato a crescere nei<br />
prossimi anni a causa dell’invecchiamento<br />
progressivo della popolazione,<br />
nonostante la migliore prevenzione<br />
della cardiopatia reumatica, raggiungendo<br />
i 250-300 milioni. La<br />
presenza di valvulopatia rappresenta<br />
un problema clinico importante in<br />
quanto è associata ad una mortalità<br />
aumentata rispetto alla popolazione<br />
generale, con un rischio aumentato<br />
anche nei pazienti asintomatici. La<br />
valvulopatia è una causa frequente di<br />
scompenso acuto (18%) e la presenza<br />
di insufficienza mitralica peggiora<br />
la prognosi dei pazienti dopo infarto<br />
miocardico, aumentando di 4 volte la<br />
probabilità di scompenso e di 2 volte<br />
la mortalità. L’approccio alle valvulopatie<br />
è ancora poco aggressivo: sia la<br />
casistica pubblicata dalla Mayo Clinic<br />
che quella della Euro Heart Survey il<br />
30% dei pazienti con stenosi aortica<br />
severa sintomatica non viene operato,<br />
con una mortalità estremamente<br />
elevata. Occorre quindi trovare<br />
una corretta gestione del paziente<br />
anziano con valvulopatia, che ancora<br />
frequentemente è considerato troppo<br />
o troppo poco sintomatico per<br />
affrontare un intervento di sostituzione<br />
valvolare. Inoltre Enriquez Serano<br />
riporta la progressiva riduzione di<br />
mortalità chirurgica nel paziente anziano<br />
ottenuta alla Mayo Clinic <strong>negli</strong><br />
ultimi anni, soprattutto nei pazienti<br />
in classe funzionale non avanzata.<br />
PREVENZIONE<br />
Abbiamo migliorato la prevenzione<br />
in Europa? Confronto tra lo studio<br />
EUROASPIRE I, II e III.<br />
L’ultimo studio EUROASPIRE III è<br />
stato condotto in 22 paesi; di questi<br />
otto avevano partecipato alle precedenti<br />
due surveys (EUROASPIRE I II,<br />
del 1994 e del 2000), tra cui l’Italia,<br />
per cui è stato possibile effettuare un<br />
confronto su un tempo di 12 anni.<br />
Sono stati analizzati i dati relativi a<br />
8547 pazienti (rispettivamente 3180,<br />
2975 e 2392 nelle 3 surveys) ad un<br />
anno dalla dimissione da un ricovero<br />
per sindrome coronarica acuta.<br />
La prevalenza del fumo non è cambiata<br />
nelle 3 surveys: un paziente su<br />
5 continua a fumare ad un anno dal<br />
ricovero. Inoltre la percentuale di<br />
fumatori è aumentata tra le donne e<br />
tra i pazienti sotto i 50 anni. La percentuale<br />
di pazienti in soprappeso<br />
(e sono molti) è drammaticamente<br />
aumentata nelle 3 surveys: l’aumento<br />
medio è stato di 4.9 kg tra la prima<br />
e la terza survey. Otto pazienti su 10<br />
sono attualmente sovrappeso (BMI<br />
>25 kg/m2) e il 38% sono francamente<br />
obesi (BMI >30 kg/m2),<br />
contro il 25% nella prima survey. Il<br />
54% dei pazienti presenta attualmente<br />
una obesità centrale. Il controllo<br />
della pressione arteriosa non è<br />
invece cambiato nel tempo: in più<br />
della metà dei pazienti non viene ancora<br />
raggiunto il target di pressione<br />
raccomandato (140/90). Risultati più<br />
incoraggianti sono stati invece ottenuti<br />
nel controllo della dislipidemia:<br />
valori di Colesterolo LDL superiori al<br />
target sono stati individuati attualmente<br />
nel 47% dei pazienti, mentre<br />
nel 1999 la percentuale era superiore<br />
al 90%.<br />
La prevalenza di diabete è aumentata<br />
nel tempo: dal 17% all’attuale 28%,<br />
e in molti casi il diabete non era<br />
diagnosticato. Inoltre la percentuale<br />
di pazienti con diabete controllato<br />
è scesa nel tempo dal 38% al 21%.<br />
L’uso di farmaci è aumentato significativamente<br />
nel tempo (antiaggreganti,<br />
betabloccanti, ACEinibitori/satanici,<br />
diuretici, statine), con la sola<br />
eccezione dei calcio antagonisti. In<br />
conclusione trattiamo correttamente<br />
i nostri pazienti dal punto di vista farmacologico,<br />
ma lo stile di vita rimane<br />
un motivo di preoccupazione, per la<br />
scarsa sospensione del fumo e per la<br />
crescente prevalenza di obesità, con<br />
le prevedibili conseguenze sulla pressione<br />
arteriosa e sulla prevalenza di<br />
diabete. Emerge quindi sempre più<br />
forte l’esigenza di programmi multidisciplinari<br />
di prevenzione per tutti<br />
i pazienti con cardiopatia ischemica<br />
(Figura 9).<br />
REPORTAGE DAL CONGRESSO ESC<br />
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