Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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Le nuove Linee Guida Europee<br />
per il trattamento<br />
dell’ipertensione arteriosa<br />
Novità, conferme, limiti e pregi<br />
www.anmco.it/aree/elenco/prevenzione<br />
AREA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE<br />
47<br />
di F. Colivicchi, S. Urbinati e M.G. Abrignani<br />
Tra i fattori di rischio fanno<br />
il loro ingresso la pressione<br />
differenziale ed una alterata<br />
glicemia a digiuno o da carico,<br />
mentre scompare la PCR<br />
Tra gli indici di danno d’organo<br />
vengono introdotti il calcolo<br />
della clearance della creatinina<br />
con la formula di Cockroft<br />
e del filtrato glomerulare con<br />
quella MDRD<br />
Si conferma che il beneficio<br />
sostanziale della terapia è<br />
legato alla riduzione dei valori<br />
tensivi di per sé<br />
Il target inferiore a 130/80<br />
mmHg viene esteso ai pazienti<br />
con serie condizioni associate,<br />
come infarto miocardio, ictus,<br />
insufficienza renale cronica e<br />
proteinuria.<br />
Le nuove Linee Guida Europee*<br />
dell’ipertensione arteriosa ad opera<br />
dell’apposito comitato della ESH<br />
e della ESC, presentate al XVII th<br />
European Meeting on Hypertension<br />
svoltosi nello scorso giugno a Milano<br />
e successivamente pubblicate,<br />
aggiornano, a causa dell’accumularsi<br />
di nuove evidenze diagnostico-terapeutiche,<br />
quelle del 2003, conservandone<br />
però l’impostazione generale e<br />
senza sostanziali cambiamenti.<br />
Nel capitolo su definizione e classificazione<br />
i valori soglia sono rimasti<br />
invariati per la misurazione clinica e<br />
leggermente modificati per quanto<br />
riguarda il monitoraggio ambulatoriale<br />
e l’automisurazione (Box 1).<br />
Viene confermata l’importanza, ai<br />
fini della stratificazione del rischio,<br />
in aggiunta ai valori pressori, della<br />
presenza di fattori di rischio aggiuntivi,<br />
danno d’organo (ora definito subclinico),<br />
diabete mellito e pregresse<br />
malattie cardiovascolari o renali;<br />
viene però fatto un esplicito riferimento<br />
alla sindrome metabolica, che<br />
assume lo stesso valore prognostico<br />
della presenza di tre fattori di rischio,<br />
danno d’organo o diabete, richiedendo<br />
una valutazione diagnostica<br />
più accurata. Inoltre ai pazienti con<br />
pregressa patologia cardiovascolare<br />
e renale, anche se con pressione<br />
arteriosa normale, viene attribuito<br />
un rischio aggiuntivo molto elevato<br />
piuttosto che elevato come in precedenza.<br />
Molte novità sono introdotte<br />
nei fattori di rischio, tra cui fanno il<br />
loro ingresso la pressione differenziale<br />
(<strong>negli</strong> anziani) ed un’alterata glicemia<br />
a digiuno (>102 mg/dl) o da<br />
carico, mentre scompare la proteina<br />
C reattiva. Inoltre sono rivisti i valori<br />
cut-off per le varie forme di dislipidemia<br />
(la colesterolemia scende da<br />
250 a 190, l’LDL colesterolo da 155<br />
a 115 e l’HDL nelle donne da 48 a<br />
46 mg/dl), mentre compare anche<br />
una trigliceridemia superiore a 150<br />
mg/dl. Tra gli indici di danno d’organo<br />
subclinico vengono introdotti la<br />
misurazione della velocità dell’onda<br />
di polso carotidea-femorale (> 12 m/<br />
sec), l’indice caviglia/braccio (