Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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AREA SCOMPENSO CARDIACO<br />
L’utilizzo delle statine<br />
nello SCC è attualmente<br />
discutibile, poiché questa<br />
condizione rappresentava<br />
un criterio di esclusione<br />
nei grandi trials<br />
Le statine determinano<br />
una serie di effetti<br />
favorevoli nello SCC,<br />
dal miglioramento della<br />
funzione sistolica ad una<br />
riduzione delle aritmie e<br />
dell’infiammazione<br />
Dati preliminari derivati<br />
da piccoli studi animali o<br />
analisi post-hoc di grandi<br />
trials suggeriscono un<br />
effetto prognosticamente<br />
favorevole delle statine<br />
nello SCC<br />
Attualmente sono in<br />
corso due grandi trials<br />
sugli effetti prognostici<br />
della rosuvastatina<br />
nello SCC; i risultati<br />
dimostreranno<br />
l’utilità del farmaco<br />
indipendentemente<br />
dall’eziologia<br />
Riduzione della colesterolemia:<br />
il vero obiettivo?<br />
Una recente ipotesi (teoria lipoproteine<br />
- endotossina) suggerisce che<br />
nello SCC elevate concentrazioni di<br />
colesterolo totale potrebbero avere<br />
un ruolo protettivo. Secondo tale<br />
teoria, le lipoproteine potrebbero<br />
contribuire a modulare le citochine<br />
proinfiammatorie ed il lipopolisaccaride<br />
batterico (LPS), presente in<br />
elevate concentrazioni nel circolo<br />
periferico a causa della traslocazione<br />
batterica attraverso la parete intestinale<br />
in condizioni di congestione del<br />
circolo splancnico. La conseguenza<br />
sarebbe un miglioramento della funzione<br />
ventricolare sinistra, poiché sia<br />
le citochine che il LPS hanno effetti<br />
inotropi negativi. Da questo punto di<br />
vista, la riduzione delle lipoproteine<br />
sarebbe quindi sfavorevole, in quanto<br />
porterebbe all’incremento di citochine<br />
e LPS con conseguenze negative<br />
per la funzione sistolica. Inoltre,<br />
analisi retrospettive dimostrano che<br />
paradossalmente elevati livelli di<br />
colesterolo totale sarebbero protettivi<br />
nei pazienti con SCC, indipendentemente<br />
dall’eziologia sottostante.<br />
Rimane però da stabilire se esista una<br />
differenza prognostica tra pazienti<br />
con ipocolesterolemia indotta dalle<br />
statine e pazienti non in trattamento<br />
ipolipemizzante.<br />
Potenziali effetti benefici<br />
delle statine<br />
I meccanismi sottostanti ai benefici<br />
clinici osservati durante trattamento<br />
con statine sono numerosi ed ampiamente<br />
dimostrati. La maggior parte<br />
di questi sono legati ad un effetto<br />
sul rimodellamento ventricolare e le<br />
aritmie, entrambi surrogati di mortalità<br />
nello scompenso cardiaco. Ad<br />
esempio, lo SCC è caratterizzato da<br />
una disautonomia, la quale a sua volta<br />
correla con la gravità della malattia<br />
ed il rischio di morte, e che viene<br />
migliorata dalla terapia con statine.<br />
Nel post-infarto le statine comportano<br />
ulteriori vantaggi, inibendo la<br />
deposizione di matrice extracellulare,<br />
esercitando un effetto antinfiammatorio<br />
diretto attraverso l’inibizione<br />
delle citochine, ed interagendo<br />
con il sistema renina-angiotensina.<br />
Più specificamente, le statine inibiscono<br />
l’ipertrofia miocardica indotta<br />
dall’angiotensina II e sono in grado<br />
di prevenire l’apoptosi miocitaria.<br />
Inoltre, le statine inducono l’espressione<br />
di eNOS, stimolando quindi la<br />
produzione di ossido nitrico. In modelli<br />
animali di infarto miocardico, la<br />
marcata riduzione di mortalità osservata<br />
durante trattamento con atorvastatina<br />
è strettamente legata alla<br />
ridotta fibrosi interstiziale nella zona<br />
non infartuata rispetto al gruppo di<br />
controllo. Inoltre, le statine hanno<br />
una dimostrata capacità angiogenica<br />
e favoriscono la riendotelizzazione<br />
dopo un danno ischemico.<br />
Dati clinici: infiammazione,<br />
rimodellamento e prognosi<br />
Esistono in letteratura numerosissime<br />
pubblicazioni relative all’effetto<br />
delle statine sul rimodellamento e<br />
sulla funzione ventricolare sinistra,<br />
che si associano ad un significativo<br />
miglioramento della qualità della vita<br />
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