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Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco

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www.anmco.it/regioni/elenco/veneto<br />

DALLE REGIONI•VENETO<br />

64 Nel Congresso è stato stigmatizzato<br />

il problema della sovrastima della<br />

Sindrome, legata anche al fatto che<br />

molto frequentemente essa (che è<br />

una associazione tra evento ed ECG)<br />

viene confusa con il semplice ECG,<br />

di cui sono stati proposti 3 tipi (2),<br />

recentemente confutati anche da<br />

Brugada, che ne è stato il coautore.<br />

Questa classificazione ha creato più<br />

confusione che chiarezza, dimenticando<br />

altri tipici aspetti ECG presenti<br />

nei casi deceduti e sopravalutando<br />

degli aspetti (ST a sella), che si<br />

ritrovano non raramente soprattutto<br />

<strong>negli</strong> sportivi giovani. Solo il cosiddetto<br />

tipo 1 (ST ad arco o “coved”),<br />

che si registri spontaneamente, può<br />

indirizzare verso un sospetto diagnostico,<br />

e questo è però presente in<br />

1,6 soggetti su mille, dei quali 0.3%<br />

all’anno avranno un evento importante<br />

secondo Silvia Priori. È stato<br />

arbitrariamente calcolato in base<br />

ai dati disponibili, che in Italia di<br />

fronte a 15 casi annualmente attesi<br />

di possibile morte per la Sindrome<br />

in soggetti di 18-60 anni, siano stati<br />

in realtà impiantati nel 2006, 240<br />

defibrillatori, con un rischio possibile<br />

di complicanze nel 28% di questi<br />

soggetti, la maggior parte asintomatici<br />

(come dimostrato da studi in larga<br />

scala).<br />

Nessun medico appare quindi autorizzato<br />

da basi scientifiche, a formulare<br />

una diagnosi di Sindrome in<br />

base al semplice ECG senza attendibili<br />

dati clinici <strong>negli</strong> asintomatici. La<br />

stessa familiarità è stata recentemente<br />

messa in dubbio da Gehi come<br />

indice prognostico. È stato anche<br />

recentemente ricordato da Antzelevitch<br />

che meno del 15% dei soggetti<br />

ha anomalie genetiche dei canali del<br />

Sodio e Viskin ha documentato che<br />

lo studio elettrofisiologico è inutile<br />

<strong>negli</strong> asintomatici. Relativamente ai<br />

test farmacologici con farmaci 1c,<br />

essi hanno scarso valore sia diagnostico<br />

che predittivo. L’unico indice<br />

prognostico tuttora valido è ancora<br />

purtroppo un evento clinico (sincope<br />

o arresto cardiaco documentato).<br />

Scarsa attenzione viene tuttora<br />

prestata alle basi strutturali della<br />

Sindrome, che nella prima ed<br />

originale descrizione fatta da autori<br />

italiani (3), venivano ascritte ad una<br />

patologia del ventricolo destro, in<br />

particolare del suo tratto di efflusso:<br />

forma simile alla miocardiopatia aritmogena<br />

ma da questa distinguibile<br />

al momento, per l’assenza di comuni<br />

basi genetiche. Il più autorevole successivo<br />

lavoro di Brugada ha convinto<br />

la maggioranza dei Cardiologi che<br />

si trattasse di un fenomeno funzionale<br />

di alterata ripolarizzazione ed<br />

Antzelevitch ha su questo costruito<br />

una teoria lungamente accettata.<br />

Solo recentemente Brugada stesso,<br />

nel lavoro di Coronel, ha ammesso<br />

che la Sindrome ha una base<br />

strutturale patologica a carico del<br />

ventricolo destro, ed ha confermato<br />

che l’alterazione ECG è legata ad un<br />

disturbo di conduzione. Relativamente<br />

alle teorie di Antzelevitch, Rosen e<br />

colleghi di Amsterdam hanno scritto:<br />

“a wedge is not a heart”, ponendo<br />

forse fine ad un decennio di ipotesi<br />

sperimentali non confermate clinicamente.<br />

Nello studio dei pazienti con la<br />

vera Sindrome e non con semplice<br />

e spesso dubbio ECG, quindi, uno<br />

grosso sforzo deve essere fatto per<br />

identificare le basi strutturali della<br />

patologia, indagando a fondo il vero<br />

paziente (e non l’asintomatico), con<br />

un ecocardiogramma accurato, con<br />

una risonanza, con una angiografia<br />

in più proiezioni ed ove possibile<br />

anche con una biopsia miocardia,<br />

che in tutti i pazienti può evidenziare<br />

chiare anomalie strutturali, come<br />

recentemente descritto anche da<br />

Frustaci.<br />

In questa fase storica della conoscenza<br />

medica dobbiamo purtroppo<br />

accettare la nostra ignoranza, ma<br />

questo atto di umiltà scientifica può<br />

forse contribuire a migliorare la qualità<br />

di vita di un numero non rarissimo<br />

di soggetti sani ed asintomatici<br />

con uno strano ECG (3).<br />

Riferimenti<br />

1) A. Nava, B. Martini. G Ital Cardiol<br />

1988; 18 (Suppl 1): 118, 136<br />

2) Consensus Conference. Eur Heart<br />

J 2002; 23: 1648-54.<br />

3) http://digilander.libero.it/martini_syndrome/

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