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Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco

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La Formazione aziendale come<br />

nuova forma di ECM<br />

di Evasio Pasini<br />

“<br />

Il fine della formazione aziendale<br />

è quello di far sì che ogni singolo<br />

operatore possegga le competenze<br />

cliniche adeguate per poter<br />

assolvere un particolare ruolo nei<br />

processi diagnostico-terapeutici<br />

nei quali è coinvolto<br />

”<br />

AREA MANAGEMENT & QUALITÀ<br />

43<br />

Riflessioni introduttive<br />

La formazione per il personale sanitario<br />

è una condizione essenziale del<br />

Sistema Sanitario di un Paese moderno<br />

ed è prevista da tutti i sistemi<br />

qualità implementabili nel contesto<br />

sanitario quali Joint Commission,<br />

VRQ, ISO e EFQM e dai criteri del<br />

Governo Clinico.<br />

Qualche anno fa è iniziata la sperimentazione<br />

delle attività formative<br />

del personale sanitario definita<br />

Educazione Continua in Medicina<br />

(ECM). Essa si basava sull’accreditamento,<br />

da parte di esperti nominati<br />

dal Ministero, dei singoli eventi formativi.<br />

Tale sistema prevedeva una<br />

griglia che assegnava crediti formativi<br />

in base ad esempio alla tipologia dell’evento,<br />

alla sua durata, al numero<br />

di partecipanti o alla partecipazione<br />

di relatori internazionali.<br />

Il sistema ECM, nella sua prima<br />

versione, aveva un importante limite:<br />

l’attività formativa era finalizzata quasi<br />

esclusivamente all’acquisizione dei<br />

crediti formativi ed i momenti formativi<br />

spesso non erano collegati alle<br />

attività svolte nella pratica quotidiana<br />

dai singoli operatori sanitari.<br />

Tale sperimentazione ha di fatto<br />

esaurito il suo ruolo.<br />

Da qualche mese il sistema ECM è in<br />

forte divenire. Tra le novità di rilievo<br />

si ricorda:<br />

i) l’accreditamento non più dei singoli<br />

eventi ma dei Provider (organizzazioni<br />

quali Aziende <strong>Ospedali</strong>ere<br />

pubbliche e private, ASL, Società<br />

Scientifiche accreditate ad organizzare<br />

eventi formativi);<br />

ii) la regionalizzazione degli accreditamenti<br />

(di fatto saranno le regioni a<br />

governare il processo formativo degli<br />

operatori sanitari).<br />

In aggiunta, si deve ricordare la<br />

crescente limitazione delle risorse<br />

economiche ed umane delle aziende<br />

sanitarie che hanno visto ridursi la<br />

possibilità per il personale sanitario di<br />

poter seguire eventi formativi di lunga<br />

durata o lontani dalla sedi di lavoro.<br />

Da quanto detto in precedenza<br />

diventa importante identificare nuovi<br />

strumenti formativi che siano utili<br />

sia per l’operatore sanitario che per<br />

l’azienda nella quale egli/ella opera.<br />

Tali strumenti formativi dovranno<br />

anche essere di basso costo, di buona<br />

qualità e collegati con i reali bisogni<br />

quotidiani degli operatori.<br />

Uno strumento formativo che riteniamo<br />

abbia un ruolo importante<br />

nel divenire dei processi formativi è<br />

la Formazione Aziendale (FA). Tale<br />

formazione si esplica all’interno<br />

della Azienda nella quale il singolo<br />

operatore sanitario opera tenendo<br />

conto dei reali bisogni di competenza<br />

e conoscenza degli operatori stessi.<br />

Il fine della formazione aziendale è<br />

quello di far sì che ogni singolo operatore<br />

possegga le competenze cliniche<br />

adeguate per poter assolvere un particolare<br />

ruolo nei processi diagnosticoterapeutici<br />

nei quali è coinvolto. Tale<br />

modello dovrebbe risultare utile agli<br />

operatori, in particolare ai più giovani,<br />

in quanto la formazione e l’aggiornamento<br />

continuo sono lo strumento<br />

per accrescere le loro professionalità<br />

e, si spera, il loro potere contrattuale.<br />

Strumento essenziale della FA è il<br />

Piano Formativo Aziendale (PFA).<br />

Il Piano Formativo Aziendale dovrà<br />

tuttavia prevedere un livello di<br />

flessibilità affinché, nel periodo<br />

di validità, possano essere inserite<br />

quelle attività di formazione che si<br />

rendessero necessarie, come pure<br />

modificare attività formative per le<br />

quali si evidenzino condizioni di non<br />

appropriatezza.<br />

Il PFA dovrà essere costruito sulla<br />

base dei bisogni e delle proposte<br />

che, all’interno dell’azienda, saranno<br />

espressi dai singoli operatori, dai dirigenti<br />

di struttura e dall’alta direzione<br />

e dovranno essere armonizzati e<br />

valutati in una visione unificante sia<br />

in termini di priorità che di budget.<br />

Il PFA dovrà prevedere tutti gli step<br />

dall’analisi dei bisogni formativi alla<br />

valutazione/verifica dei risultati del<br />

processo formativo.<br />

A tal proposito si possono identificare<br />

alcune fasi correlate di seguito<br />

riportate.<br />

Analisi dei bisogni.<br />

Ogni azione formativa deve rispon-

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