Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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AREA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE<br />
48 massimo valore è assegnato all’ecocardiogramma,<br />
allo spessore mediointimale<br />
carotideo, alla funzionalità<br />
renale, alla microalbuminuria ed alla<br />
distensibilità arteriosa, tutti parametri,<br />
ad eccezione dell’ultimo, tutto sommato<br />
fattibili e a costi non elevati.<br />
Le novità tra i test di routine e raccomandati<br />
sono indicate nel Box 2. Di<br />
particolare rilievo l’automisurazione:<br />
viene raccomandato di evitare che il<br />
paziente effettui misurazioni troppo<br />
numerose, ma di consigliarla subito<br />
prima dell’assunzione dei farmaci,<br />
per avere dati sulla durata dell’effetto<br />
terapeutico.<br />
Le evidenze terapeutiche<br />
Anche alla luce della recente metanalisi<br />
del BPLTTC, si conferma<br />
che il beneficio sostanziale della<br />
terapia è legato alla riduzione dei<br />
valori tensivi di per sé, anche se<br />
alcuni effetti favorevoli sembrano<br />
essere meglio esercitati da alcune<br />
classi di farmaci. I calcioantagonisti,<br />
meno utili nella prevenzione dello<br />
scompenso cardiaco, sembrano più<br />
utili nei confronti della prevenzione<br />
dell’ictus, mentre gli ACE-inibitori in<br />
quella degli eventi coronarici. Viene<br />
confermato l’effetto protettivo dei<br />
farmaci ad azione sul sistema renina<br />
angiotensina sulla funzionalità renale.<br />
A differenza delle Linee Guida<br />
americane che considerano i tiazidici<br />
il trattamento di prima scelta nel<br />
paziente con ipertensione lieve non<br />
complicata, tutti i farmaci antipertensivi<br />
hanno pari dignità come trattamento<br />
di prima scelta, anche perchè<br />
la maggior parte dei pazienti necessita<br />
di più farmaci per raggiungere<br />
il valore pressorio desiderato. Viene<br />
ancora lasciata al medico ampia<br />
discrezionalità nella scelta del regime<br />
terapeutico (monoterapia o associazioni,<br />
a dosaggio variabile) purché si<br />
raggiunga il goal tensivo. La terapia<br />
deve essere però personalizzata sulla<br />
base delle caratteristiche cliniche e<br />
delle comorbidità. Qualora quindi<br />
non esistano condizioni specifiche,<br />
la scelta dovrà tener conto del costo,<br />
della tollerabilità e della presenza di<br />
controindicazioni.<br />
Per quanto riguarda il momento in<br />
cui iniziare il trattamento, scompare<br />
purtroppo la flow chart esaurientemente<br />
esemplificativa presente<br />
nelle Linee Guida 2003, che viene<br />
sostituita da una tabella che riporta,<br />
in corrispondenza delle singole<br />
classi identificate dai livelli pressori e<br />
dai fattori di rischio/danno d’organo/patologie<br />
concomitanti, il tipo<br />
di intervento consigliato. Le Linee<br />
Guida prevedono che la terapia vada<br />
iniziata immediatamente nei pazienti<br />
con ipertensione severa e nei pazienti<br />
con malattia cardiovascolare e<br />
renale (almeno fino a valori pressori<br />
di 120/80 mmHg).<br />
L’obiettivo pressorio per la maggior<br />
parte dei pazienti rimane sotto i<br />
140/90 mmHg, ma mentre nel precedente<br />
documento il raggiungimento<br />
di valori minori di 130/80 mmHg<br />
era raccomandato solo ai diabetici,<br />
ora viene esteso ai pazienti con infarto<br />
miocardico, ictus, insufficienza<br />
renale cronica e proteinuria.<br />
Un paragrafo a parte è dedicato<br />
ai pazienti con fibrillazione atriale<br />
cronica, in cui è necessario mantenere<br />
la sistolica sotto i 140 mmHg<br />
per prevenire il rischio di ictus e<br />
di emorragie. Viene citato l’effetto<br />
dei farmaci ad azione sul sistema<br />
renina-angiotensina sulla riduzione<br />
delle recidive. La sindrome da apnea<br />
notturna viene inserita tra le cause<br />
di ipertensione resistente e viene ampliato<br />
lo spazio dedicato alle emergenze<br />
ipertensive ed all’ipertensione<br />
maligna, nonché all’individuazione<br />
delle cause di ipertensione secondaria,<br />
anche se con considerazioni<br />
generiche e senza indicare valori di<br />
cut-off per i test diagnostici.<br />
Sotto il profilo del rigore metodologico<br />
è stato osservato che il documento<br />
non rispetta i tre item necessari<br />
per qualificarlo “EBM based”:<br />
- identificazione del ruolo dei componenti<br />
del gruppo di progetto: non<br />
viene indicato chi sia stato incaricato<br />
di selezionare e valutare la qualità<br />
delle pubblicazioni scientifiche e di<br />
assemblare le singole evidenze in<br />
raccomandazioni di buon comportamento<br />
clinico;<br />
- identificazione delle fonti di evidenza<br />
e del metodo di ricerca sistematica<br />
delle evidenze di buona qualità: non<br />
è specificato come sia stata condotta<br />
la ricerca bibliografica ed in particolare<br />
i criteri di inclusione e di<br />
esclusione dei lavori;<br />
- identificazione di un livello di forza<br />
delle singole raccomandazioni: viene<br />
sostenuta la necessità di raccomandazioni<br />
che non abbiano valenza di<br />
protocolli coercitivi e che valorizzino<br />
la scelta personale del medico, unica<br />
figura in grado di “personalizzare il<br />
trattamento”.<br />
Le raccomandazioni non sono pertanto<br />
accompagnate da informazioni<br />
di grading sul rispettivo “livello di<br />
forza e/o evidenza”, cioè su affidabilità<br />
ed efficacia. Inoltre il problema