Cardiologia negli Ospedali n° 160 Novembre/Dicembre 2007 - Anmco
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AREA SCOMPENSO CARDIACO<br />
50<br />
Introduzione<br />
Gli inibitori della HMG-CoA reduttasi,<br />
o statine, sono farmaci efficaci<br />
nel prevenire e trattare le malattie<br />
cardiovascolari, riducendo la mortalità<br />
e gli eventi maggiori in pazienti<br />
www.anmco.it/aree/elenco/scompenso<br />
con coronaropatia stabile. Analisi<br />
retrospettive suggeriscono anche un<br />
effetto protettivo nel post-infarto,<br />
con miglioramento a breve termine<br />
della sopravvivenza. Le statine inoltre<br />
migliorano la prognosi dei pazienti<br />
sottoposti a procedure coronariche<br />
percutanee o endoarterectomia, e<br />
dei pazienti emodializzati o in corso<br />
di sepsi. Nello Scompenso Cardiaco<br />
Cronico (SCC), al contrario, non esistono<br />
evidenze di efficacia dimostrata<br />
attraverso trials clinici, poiché i pazienti<br />
affetti da SCC sono stati sistematicamente<br />
esclusi dagli studi sulle<br />
statine nella cardiopatia ischemica. I<br />
dati che abbiamo oggi a disposizione<br />
derivano da analisi retrospettive o<br />
studi osservazionali, studi prospettici<br />
di piccole dimensioni, con mancanza<br />
di uniformità in termini di dosaggio<br />
e molecole utilizzate. In questa breve<br />
revisione prenderemo in esame i<br />
risultati degli studi di mortalità nello<br />
SCC, partendo dai presupposti teorici,<br />
per arrivare agli studi animali e<br />
clinici.<br />
Considerazioni teoriche<br />
Nonostante la forte evidenza scientifica<br />
in favore dell’utilizzo delle<br />
Statine nello<br />
Scompenso Cardiaco Cronico<br />
Razionale e prospettive future<br />
di Mariantonietta Cicoira<br />
Le statine sono farmaci<br />
efficaci nel ridurre gli eventi<br />
cardiovascolari e la mortalità<br />
in prevenzione primaria e<br />
secondaria della cardiopatia<br />
ischemica. Dati recenti derivati<br />
da piccoli studi randomizzati<br />
o da analisi post-hoc di grandi<br />
trials hanno evidenziato<br />
benefici clinici anche nello<br />
SCC<br />
statine nella cardiopatia ischemica<br />
e nella prevenzione di questa,<br />
non vi sono ancora dati sufficienti<br />
per rispondere al quesito se questi<br />
farmaci possano apportare benefici<br />
clinici anche in pazienti con SCC. In<br />
particolare mancano informazioni<br />
sulla sicurezza e sulla efficacia delle<br />
statine nello scompenso cardiaco.<br />
Bisognerà chiarire se debbano essere<br />
trattati solo i pazienti con cardiopatia<br />
ischemica o se viceversa l’utilizzo<br />
vada esteso anche ai pazienti con<br />
SCC di diversa eziologia, ed inoltre<br />
saranno necessarie delle indicazioni<br />
sui dosaggi corretti. Nel prendere<br />
queste decisioni, per guidare la<br />
terapia è corretto basarsi su surrogati<br />
comunemente utilizzati nella cardiopatia<br />
ischemica (ad es. LDL colesterolemia)<br />
o sarebbe invece opportuno<br />
considerare altri endpoints, come<br />
il rimodellamento ventricolare, che<br />
rappresenta un processo fisiopatologico<br />
fondamentale nello SCC?