capitolo 4.pdf - Confindustria

More documents

Recommendations

Info

Va infine ricordata l’importante funzione di ammortizzatore sociale svolta dai prepensionamenti (che, insieme alla Cassa integrazione straordinaria, ha rappresentato lo strumento tipico con cui sono stato affrontate negli anni passati le eccedenze di manodopera) e dall’istituto del trattamento di fine rapporto. L’entità delle prestazioni e dei contributi per ciascuna delle politiche passive del lavoro è illustrata nella tab. 4-28; i dati si riferiscono al 2001. Il sistema italiano di tutela dei lavoratori contro il rischio della disoccupazione appare quindi molto frammentato, frutto di una stratificazione normativa in atto fin dal secondo dopoguerra. La protezione accordata non è infatti omogenea per tutti i lavoratori, differenziandosi al contrario per settore economico, dimensione d’impresa e situazione soggettiva del soggetto coinvolto (età, anzianità aziendale, qualifica professionale). L’insieme di istituti attualmente in vigore appare inoltre legato ad un assetto normativo del mercato del lavoro che, attraverso una normativa restrittiva dei licenziamenti, privilegia la protezione di coloro che, già avendo un’occupazione, rischiano di perderlo piuttosto di chi è fuori del mercato (giovani in cerca di prima occupazione o disoccupati di lungo periodo) e cerca di entrarvi, necessitando in questo caso di un mercato con molteplici opportunità d’ingresso e tempi brevi di ricerca. Si tratta infine di un complesso di regole incentrato sulla figura tradizionale del lavoratore stabile con contratto a tempo indeterminato che non prende in considerazione, se non marginalmente, le nuove forme di lavoro che sono andate diffondendosi a ritmi crescenti negli ultimi anni. Gli strumenti esistenti sono infatti accomunati dal fatto di restringere la concessione dei benefici solamente a coloro che sono stati occupati per un periodo non marginale di tempo (almeno due anni nel caso dell’indennità ordinaria con requisiti pieni) e hanno versato un certo numero di mesi di contribuzione 16 . Nel panorama europeo, le riforme introdotte nell’ultimo decennio in materia di ammortizzatori sociali hanno puntato innanzitutto a rendere più selettivi gli strumenti già esistenti di sostegno al reddito dei disoccupati attraverso criteri di eleggibilità più severi e meccanismi più forti di incentivazione del disoccupato a ricercare un nuovo lavoro. L’obiettivo è stato cercare di ridurre fortemente gli effetti disincentivanti sull’offerta di lavoro provocati spesso dall’esistenza di un sussidio. Parallelamente si è cercato di rendere più efficaci le politiche attive di sostegno alle persone in cerca di lavoro, sia migliorando il funzionamento degli uffici pubblici per l’impiego sia, soprattutto, attraverso programmi di formazione o riqualificazione professionale resi obbligatori per tutti i disoccupati (e opportunamente sanzionati in caso di inadempienza) 17 . Un esempio di successo a questo riguardo appare il caso danese. Oltre ad aver reso più selettivo il sistema di sussidi per i disoccupati e ad aver- 16 L’unica eccezione è rappresentata dall’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, introdotta sul finire degli anni Ottanta proprio per garantire una qualche forma di sostegno anche a chi perde il proprio posto di lavoro ma non possiede ancora i requisiti «pieni» per la natura stagionale o comunque temporanea dell’occupazione precedentemente posseduta. In questo caso la concessione del trattamento è condizionata solamente all’aver avuto un’occupazione per un minimo di 78 giorni nell’anno precedente il licenziamento ma l’ammontare erogato è molto basso. I dati mostrano negli anni più recenti una tendenza all’aumento del ricorso a questa forma di sostegno al reddito, coerentemente con l’incremento avvenuto nelle forme di lavoro flessibile. 17 La promozione delle politiche attive nel mercato del lavoro costituisce d’altra parte uno dei pilastri fondamentali nell’ambito della Strategia Europea per l’Occupazione per aumentare in modo consistente il tasso di occupazione nei paesi Ue. 162
Tab. 4-28 — Politiche passive del lavoro: prestazioni e contributi per tipologia di trattamento 2001 (Valori assoluti in migliaia di euro) Spese complessive Entrate Trattamenti Copertura Prestazioni figurativa Contributi Saldo Cig ordinaria 260 145 2095 1690 Cig straordinaria 344 189 764 231 Cassa integrazione per i lavoratori agricoli (Cisoa) 9 0 27 18 Indennità di mobilità 800 502 438 –864 Indennità disoccupazione edile 116 60 62 –114 Indennità disoccupazione non agricola requisiti pieni 666 628 2606 137 Indennità disoccupazione non agricola requisiti ridotti 519 656 Indennità disoccupazione agricola 1235 416 99 –1552 Lavori socialmente utili 244 0 0 –244 Prepensionamenti 791 35 0 –826 Totale 4984 2631 6091 –1524 Fonte: Ministero del lavoro, Rapporto di monitoraggio 2/2001. ne ridotto la durata complessiva, la Danimarca ha investito negli ultimi anni risorse crescenti nelle politiche attive del mercato del lavoro, soprattutto in direzione della formazione e riqualificazione delle persone in cerca di lavoro (circa il 50% delle politiche attive complessive; tab. 4-29). In Danimarca vige un sistema di c.d. lay-off nel mercato del lavoro, ovvero un meccanismo in base al quale le imprese possono sospendere temporaneamente l’attività di una parte del proprio organico nei periodi di congiuntura meno favorevole traslandone il costo corrispondente al sistema di ammortizzatori sociali. L’elevata flessibilità che in tal modo si ottiene sul mercato del lavoro viene però compensata da un sistema di tutela del lavora- Tab. 4-29 — Spesa per politiche del lavoro nei paesi Ue: anno 2000 (In % del Pil) Paesi Spesa totale Spesa Spesa in politiche attive Tasso in politiche di passive di cui: formazione disoccupazione Austria 1,56 1,07 0,49 0,17 3,7 Danimarca 4,51 2,96 1,54 0,84 4,4 Finlandia 3,30 2,22 1,08 0,35 9,8 Francia 3,12 1,76 1,36 0,28 9,3 Germania 3,13 1,89 1,23 0,34 7,9 Italia 1,45 0,63 0,64 0,05 10,6 Olanda 3,65 2,08 1,57 0,30 2,8 Regno Unito 0,94 0,58 0,37 0,05 5,4 Spagna 2,32 1,34 0,98 0,29 14,0 Svezia 2,72 1,34 1,38 0,31 5,9 Fonte: Oecd, Employment Outlook, 2001; per l’Italia elaborazioni su dati Ministero del lavoro, Rapporto di monitoraggio 2/2001. Eurostat per i tassi di disoccupazione. 163
Page 1 and 2: 4. STRUTTURA PRODUTTIVA, MERCATO DE
Page 3 and 4: Fig. 4-1 — Tassonomia delle class
Page 5 and 6: — «500 Fastest Growing Companies
Page 7 and 8: corporate a beneficio della propria
Page 9 and 10: lizzino diversi tassi di cambio del
Page 11 and 12: Tab. 4-4 — Distribuzione per paes
Page 13 and 14: Tab. 4-6 — Le imprese italiane co
Page 15 and 16: scere della dimensione delle impres
Page 17 and 18: Tab. 4-9 — Produttività per ora
Page 19 and 20: settore privato europeo cresceva al
Page 21 and 22: Fig. 4-3 — Intensità di capitale
Page 23 and 24: Tab. 4-14 — Quota di Ict sul valo
Page 25 and 26: ne di questi beni. In particolare,
Page 27 and 28: Fig. 4-4 — Tassi di crescita medi
Page 29 and 30: Il mercato del lavoro Si è detto c
Page 31 and 32: Fig. 4-5 — Costo del lavoro nel s
Page 33 and 34: glio l’adattabilità del mercato
Page 35 and 36: primi posti, tra tutti i paesi Ocse
Page 37 and 38: ligione, maternità, come pure lo s
Page 39 and 40: di lavoro interessato di reintegrar
Page 41 and 42: al 2,1 e al 2,5, la Danimarca al 3,
Page 43: Tab. 4-25 — La rigidità della no
Page 47 and 48: Fig. 4-8 — Occupati indipendenti
Page 49 and 50: mercato del lavoro, in prevalenza g
Page 51 and 52: dente sul totale degli occupati, ri
Page 53 and 54: Esaminando la correlazione tra la v
Page 55 and 56: medio-piccola, dello stesso fenomen
Page 57 and 58: icava che i paesi esaminati mostran
Page 59 and 60: Questa interpretazione, su cui esis
Page 61 and 62: Non vi è dubbio che lo sviluppo de
Page 63 and 64: da un sistema definito a piena impu
Page 65 and 66: alle riforme proposte 3 . Peraltro,
Page 67 and 68: Tab. 4-35 — Aliquote medie effett
Page 69 and 70: Irap effettiva nel caso di deducibi

capitolo 4.pdf - Confindustria

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?