capitolo 4.pdf - Confindustria
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Questa interpretazione, su cui esiste una vastissima letteratura 4 , spiega<br />
in modo convincente una delle ragioni forse più importanti del consolidamento<br />
e dell’accrescimento dell’importanza della piccola impresa in Italia<br />
avvenuto tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Non spiega però l’intensità<br />
assunta da questo processo.<br />
In una certa misura, l’intensità assunta in Italia dalla riduzione del numero<br />
di occupati nella grande impresa è legata anche a un’altra caratteristica<br />
specifica dell’industria italiana, ossia la forte presenza dell’impresa pubblica<br />
impegnata in produzioni ad elevato contenuto tecnologico. Negli anni settanta,<br />
una quota rilevante del settore più «moderno» (e destinato a spostare<br />
verso l’alto il baricentro dimensionale dell’industria) subisce non solo gli effetti<br />
degli shock economici internazionali, ma anche i contraccolpi devastanti<br />
di una crescente preminenza degli obiettivi politici rispetto a quelli industriali,<br />
con la conseguente graduale perdita di qualsiasi logica di efficienza, finendo<br />
per dissipare una quota rilevante del suo potenziale di occupazione.<br />
La specificità italiana appare tuttavia legata soprattutto a quei fattori<br />
che contribuiscono a rendere la piccola dimensione non il semplice risultato<br />
di una scelta strategica da parte dell’impresa, ma piuttosto l’esito (subottimale)<br />
di condizionamenti allo svolgersi della sua attività. L’esistenza di<br />
condizionamenti di carattere istituzionale può cioè rappresentare un disincentivo<br />
all’espansione della scala delle attività anche direttamente.<br />
Varie analisi 5 sottolineano il ruolo degli aspetti istituzionali riguardo<br />
alle dimensioni delle imprese. Ad esempio le barriere all’entrata (come le<br />
barriere non tariffarie al commercio internazionale o regolamentazioni anti<br />
competitive in determinati settori), la centralizzazione dei processi contrattuali<br />
e la validità erga omnes degli accordi tendono a accrescere la quota<br />
delle grandi imprese, poiché in generale implicano costi maggiori per le<br />
piccole imprese. Per contro, pesanti oneri e adempimenti amministrativi,<br />
regole rigide concernenti i licenziamenti individuali e collettivi tendono a<br />
favorire la presenza di piccole imprese, soprattutto quanto l’obbligo a soddisfare<br />
determinate regole è graduato in base alla dimensione delle imprese.<br />
Secondo varie classifiche internazionali 6 sin dagli anni settanta l’Italia<br />
si è caratterizzata per l’esistenza di normative particolarmente rigide<br />
in materia di licenziamenti. Ciò suggerisce 7 che la combinazione di norme<br />
in materia di protezione del lavoro e le regolamentazioni amministrative<br />
abbiano avuto in Italia un ruolo notevole nel favorire una maggior presenza<br />
relativa della piccola impresa.<br />
Anche numerose indagini sottolineano il ruolo penalizzante svolto dalle<br />
normative che regolamentano l’attività di impresa riguardo al sottodimensionamento<br />
delle imprese italiane. Una indagine recentemente svolta<br />
presso il Csc 8 mostra che tra i fattori «esterni» all’impresa che gli operatori<br />
percepiscono come più vincolanti rispetto all’espansione dimensionale un<br />
ruolo molto rilevante è svolto dalla scarsa flessibilità del fattore lavoro, e<br />
4<br />
Cfr. tra gli altri G. Becattini (a cura di), Modelli locali di sviluppo, Bologna, Il Mulino<br />
1989, S. Brusco, Piccole imprese e distretti industriali, Torino, Rosemberg&Seliier 1989, G.<br />
Garofoli, Modelli locali di sviluppo, Milano, F. Angeli 1991, e, più recentemente, F. Signorini<br />
(a cura di), Lo sviluppo locale, Roma, Donzelli 2000.<br />
5<br />
Cfr. ad es. G. Nicoletti, «Institutions, Economic Structure and Performance: Is Italy<br />
Doomed?», in Isae, Annual Report on Monitoring Italy, Roma, gennaio 2002, in particolare<br />
pag. 162 e ss. e i lavori ivi citati.<br />
6<br />
Oecd, Employment Outlook, June 1999, Oecd, Regulatory reform, Parigi 2001.<br />
7<br />
Cfr. Nicoletti op. cit.<br />
8<br />
La ricerca è stata realizzata nei primi mesi del 2001, in collaborazione con il Comitato<br />
Piccola Industria della <strong>Confindustria</strong> e la Doxa.<br />
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