Tab. 4-31 — Occupati indipendenti per professione in Italia e in alcuni paesi europei - 2000 Professione Dani- Ger- Fin- Spagna Francia Italia Olanda marca mania landia Uk Ue-15 In % occupati totali della professione Legislatori, imprenditori 43,4 47,4 78,5 40,3 42,5 36,7 42,7 15,5 39,4 Professioni intellettuali 9,7 17,8 12,8 13,3 25,9 11,7 6,5 13,8 15,5 Prefessioni tecniche intermedie 2,7 7,7 10,4 4,4 23,2 7,2 5,9 15,1 10,5 Impiegati 0,0 1,1 2,4 0,0 3,2 1,3 0,0 2,3 1,6 Professioni del commercio e servizi 2,2 5,3 7,6 2,1 36,1 4,3 7,2 2,6 9,8 Agricoltori 58,6 40,2 65,7 53,6 64,7 5,5 64,7 53,3 58,3 Artigiani 9,7 9,1 18,9 16,2 29,4 11,4 10,6 23,6 17,5 Operatori di impianti e macchinari 1,7 3,1 15,0 2,4 11,3 5,2 5,7 9,8 7,3 Professioni non qualificate 0,9 1,3 2,6 0,0 15,1 2,4 1,7 8,2 4,8 Totale 8,2 10,1 18,2 10,1 24,2 9,6 12,9 11,3 14,1 In % totale indipendenti Legislatori, imprenditori 38,7 27,0 33,9 29,7 7,6 42,8 31,6 20,8 23,5 Professioni intellettuali 15,3 22,6 8,1 13,8 11,1 18,7 9,5 19,6 14,1 Prefessioni tecniche intermedie 6,8 15,6 5,5 7,5 15,8 12,1 7,2 11,7 11,1 Impiegati 0,0 1,4 1,3 0,0 1,8 1,5 0,0 3,3 1,5 Professioni del commercio e servizi 4,1 6,0 5,9 2,6 23,6 5,2 6,6 3,5 9,4 Agricoltori 18,5 8,3 17,1 22,4 8,6 1,0 28,9 4,7 14,2 Artigiani 13,1 15,7 17,5 21,4 21,6 10,3 10,5 24,2 18,6 Operatori di impianti e macchinari 1,4 2,3 8,8 2,5 4,4 3,1 3,9 6,6 4,5 Professioni non qualificate 1,4 1,1 2,0 0,0 5,5 2,0 1,0 5,6 3,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat. Tab. 4-32 — Occupati indipendenti per settore di attività, in Italia e in alcuni paesi europei - 2000 Settore Dani- Ger- Fin- Spagna Francia Italia Olanda marca mania landia Uk Ue-15 In % occupati totali del settore Agricoltura 45,5 32,6 49,0 53,8 47,3 45,0 62,6 43,9 51.3 Industria 7,0 6,5 13,8 8,0 19,4 6,6 9,1 12,2 11.0 Industria manifatturiera 4,1 4,4 11,1 4,6 14,7 4,1 6,2 4,7 7.3 Costruzioni 15,4 12,9 19,6 18,7 35,5 13,4 19,0 31,2 21.7 Servizi 6,7 11,0 17,0 8,3 24,8 8,9 9,8 10,4 13.0 Commercio e riparazioni 9,5 13,1 28,8 14,0 43,9 10,3 16,0 11,1 20.6 Alberghi e pubblici esercizi 10,3 21,2 25,3 20,7 32,7 11,5 12,8 9,7 21.2 Trasporti e comunicazioni 5,5 7,8 21,3 4,4 17,0 5,8 12,6 11,1 10.6 Credito e assicurazioni 0,0 9,7 6,0 3,7 13,3 3,7 3,2 6.8 Servizi alle imprese 16,9 20,3 20,8 11,6 44,4 14,5 15,3 18,3 20.8 Altri servizi 4,1 9,8 8,0 7,0 14,8 8,7 6,1 10,0 9.4 Totale 8.2 10.1 18.2 10.1 24.2 9.6 12.9 11.3 14.1 In % totale indipendenti Agricoltura 20,3 8,5 18,5 22,0 10,2 13,3 30,3 5,9 15,5 Industria 21,6 21,6 23,3 20,8 25,4 12,9 19,7 27,2 22,5 Industria manifatturiera 9,0 10,5 11,5 8,6 14,0 5,5 9,9 7,1 10,3 Costruzioni 12,6 11,0 11,7 12,0 11,2 7,4 9,5 19,8 12,1 Servizi 58,1 69,9 58,2 57,1 64,3 60,5 50,0 66,8 61,4 Commercio e riparazioni 16,2 18,6 25,7 18,2 29,0 15,1 14,8 15,1 21,6 Alberghi e pubblici esercizi 3,2 7,0 8,9 6,9 5,0 4,1 3,3 3,5 6,0 Trasporti e comunicazioni 4,5 4,2 7,0 2,9 3,9 3,2 7,2 6,7 4,6 Credito e assicurazioni 3,5 0,9 1,1 1,8 1,2 1,2 1,6 Servizi alle imprese 18,9 16,1 8,0 10,7 13,0 16,5 11,8 17,9 12,8 Altri servizi 14,4 20,4 7,7 17,1 11,4 19,9 12,5 22,0 14,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Csc su dati Eurostat. 168
dente sul totale degli occupati, rispetto agli altri paesi, è più alta nei servizi alle imprese (44%) nell’industria delle costruzioni (35,5%), nei servizi finanziari, nei trasporti, nell’industria manifatturiera. Un elemento caratterizzante della realtà italiana è inoltre rappresentato dalle collaborazioni coordinate e continuative, una modalità di lavoro che ha registrato una fortissima espansione negli ultimi anni e nel 2001 riguardava circa 1,9 milioni di persone. Tale aggregato comprende figure diverse: dal giovane che collabora con un’unica impresa, di cui utilizza le strutture allo stesso modo dei dipendenti d’impresa, al professionista che serve una pluralità di clienti e adopera strutture proprie. Questa eterogeneità alimenta le vivaci polemiche sulla natura del lavoro parasubordinato: vi è chi vede nel rapporto di lavoro subordinato un rapporto di lavoro dipendente mascherato, al fine di ridurre le tutele a beneficio del lavoratore, e chi una particolare modalità del lavoro autonomo. Secondo il Censis 3 , queste caratteristiche e l’accentuarsi di alcune di esse possono anche essere interpretate come segnale di un cambiamento profondo della morfologia del lavoro, che riguarderebbe non solo i lavoratori indipendenti, ma anche i subordinati di fascia medio-alta. Dalla concezione del destino lavorativo come principalmente legato a sistemi collettivi sia per i contenuti del lavoro che per le tutele, si starebbe passando a una visione del lavoro come investimento personale, le cui dimensioni centrali sono autonomia, mobilità, responsabilità, relazioni, professionismo e competenze. Le competenze — definite come mix fra sapere, saper creare e saper progettare — diventano il principale fattore personale per l’accesso al mercato del lavoro e alle carriere. Si tratta di un processo che il Censis definisce individualizzazione del lavoro. Poiché i percorsi delle persone vengono determinati sulla base dele capacità di ciascuno di progettarli e di realizzarli, il lavoro dipendente diventa solo uno dei punti del percorso lavorativo, lungo il quale si alternano posizioni indipendenti e subordinate. Questo articolato universo del lavoro individuale, che come si è detto include anche alcuni strati di lavoro subordinato (dirigenti, collaboratori, professionisti subordinati, ecc.), rappresenterebbe oltre il 50% dell’occupazione italiana 4 . Più tradizionali sono invece le ipotesi avanzate dall’analisi economica per spiegare la diffusione del lavoro autonomo. Le argomentazioni più di- scusse sono: il cambiamento tecnologico che potrebbe aver favorito più le piccole imprese; l’aumento delle tasse sul reddito e le maggiori possibilità di elusione e di evasione degli obblighi fiscali offerti dall’occupazione indipendente; le rigidità salariali e la compressione dei differenziali salariale a sfavore dei lavoratori più qualificati, i più dotati di capitale umano e forse anche della motivazione a costituirsi come autoimprenditori; le normative sui prepensionamenti e il pensionamento di anzianità che hanno favorito i pensionamenti precoci e il passaggio da attività regolari di lavoro dipendente a attività in nero, avendo comunque la garanzia di una copertura assicurativa e reddituale di base. In generale, la maggior parte della letteratura economica vede nel ricorso al lavoro indipendente uno dei modi in cui un sistema economico può cercare di aggiustarsi a fronte di una eccessiva rigidità della regolamenta- Lavoro autonomo e flessibilità del mercato del lavoro 3 Censis, Gli italiani al lavoro: un’impresa individuale. Dossier, mimeo, Roma maggio 2002. 4 Cfr. Censis, cit. pag. 7. 169
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