capitolo 4.pdf - Confindustria

More documents

Recommendations

Info

tore sospeso che non solo riceve un sostegno al reddito di entità rilevante ma, a differenza della Cassa integrazione italiana, viene inserito in programmi di job training 18 o in corsi di formazione e riqualificazione del personale. Si parla a questo proposito di flexicurity 19 e l’efficacia del sistema trova conferma in un tasso di occupazione che è tra i più alti in Europa (76%). Il sistema danese di protezione sociale è finanziato tuttavia da una pressione fiscale tra le più elevate in Europa e non è esente da problemi di squilibrio nell’utilizzo dei sussidi a livello settoriale (in particolare in agricoltura, nelle costruzioni e nel comparto alberghiero) 20 . Le prospettive di riforma del sistema italiano di ammortizzatori sociali devono quindi prendere in considerazione numerosi fattori. La maggiore flessibilità del mercato del lavoro richiede senza dubbio un trattamento di base contro la disoccupazione più ampio sia nell’entità che nella durata della prestazione, che assicuri un valido strumento di sostegno ad una platea più omogenea di beneficiari. Come è avvenuto negli altri paesi europei, l’erogazione dei sussidi deve però essere improntata a criteri di selettività che incentivino i disoccupati a rientrare nel minor tempo possibile nel mercato del lavoro anche attraverso attività di formazione che ne favoriscano il reinserimento lavorativo. L’estensione del sistema rende inoltre più acuto il problema di garantire una amministrazione efficiente delle maggiori risorse messe in campo per evitare sprechi e abusi. Una soluzione potrebbe essere affidare alle parti sociali interessate, su base settoriale, la gestione e il finanziamento delle prestazioni superiori a un dato livello minimo, creando così una contrapposizione di interessi che porti ad una amministrazione corretta delle risorse. 4.5 Mercato del lavoro e lavoro autonomo in Italia In Italia, la struttura dell’occupazione è caratterizzata da un’elevata incidenza dell’occupazione indipendente o autonoma sul totale degli occupati. Specularmente, quindi, l’Italia è uno dei paesi con la più bassa quota di occupazione alle dipendenze. In Europa — escludendo paesi come Portogallo e Grecia, caratterizzati da un minor livello di sviluppo, nonché da una ancora estesa incidenza dell’occupazione nel settore agricolo 1 — la maggior parte dei paesi registra una quota di occupati autonomi mediamente intorno al 10% dell’occupazione totale; in Italia (fig. 4-8) tale quota supera il 24% (27% se misurata in termini di unità di lavoro standard). Si tratta peraltro di una costante storica. Anche quaranta anni fa l’Italia era, rispetto ai principali paesi Ocse, quello con la più bassa quota di lavoro dipendente (61% circa rispetto al 71% della Francia, il 77% della Germania e il 93% del Regno Unito; fig. 4-9). 18 Si tratta di una occupazione a tempo determinato nell’amministrazione statale o in un’impresa privata; in quest’ultimo caso il datore di lavoro riceve un sussidio a parziale copertura dei costi di assunzione. Il lavoratore percepisce una remunerazione, commisurata al settore di appartenenza nel caso di imprese private e pari al sussidio di disoccupazione nel caso di amministrazione pubblica. 19 Cfr. Auer - Cazes, Employment Stability in an Age of Flexibility, Ilo, Geneva, in corso di pubblicazione. 20 Si veda a questo proposito Auer (2000), Employment revival in Europe: Labour market success in Austria, Denmark, Ireland and the Netherlands, Ilo, Geneva. 1 Tradizionalmente l’agricoltura è un settore a elevata intensità di occupazione autonoma. 164
Fig. 4-8 — Occupati indipendenti sul totale degli occupati Fonte: Ocse. Fig. 4-9 — Occupati dipendenti sul totale Fonte: Ocse. Nel corso degli anni Sessanta la quota di occupati dipendenti è sensibilmente cresciuta, e la differenza con gli altri paesi si è ridotta, so- prattutto per effetto della notevole diminuzione dell’occupazione nel settore agricolo, in gran parte realizzatasi in quegli anni. Tale tendenza si è poi sostanzialmente interrotta negli anni Settanta e il livello relativo dell’occupazione dipendente è rimasto molto inferiore a quello prevalente negli altri paesi industrializzati. Italia: un’elevata quota di lavoratori autonomi 165
Page 1 and 2: 4. STRUTTURA PRODUTTIVA, MERCATO DE
Page 3 and 4: Fig. 4-1 — Tassonomia delle class
Page 5 and 6: — «500 Fastest Growing Companies
Page 7 and 8: corporate a beneficio della propria
Page 9 and 10: lizzino diversi tassi di cambio del
Page 11 and 12: Tab. 4-4 — Distribuzione per paes
Page 13 and 14: Tab. 4-6 — Le imprese italiane co
Page 15 and 16: scere della dimensione delle impres
Page 17 and 18: Tab. 4-9 — Produttività per ora
Page 19 and 20: settore privato europeo cresceva al
Page 21 and 22: Fig. 4-3 — Intensità di capitale
Page 23 and 24: Tab. 4-14 — Quota di Ict sul valo
Page 25 and 26: ne di questi beni. In particolare,
Page 27 and 28: Fig. 4-4 — Tassi di crescita medi
Page 29 and 30: Il mercato del lavoro Si è detto c
Page 31 and 32: Fig. 4-5 — Costo del lavoro nel s
Page 33 and 34: glio l’adattabilità del mercato
Page 35 and 36: primi posti, tra tutti i paesi Ocse
Page 37 and 38: ligione, maternità, come pure lo s
Page 39 and 40: di lavoro interessato di reintegrar
Page 41 and 42: al 2,1 e al 2,5, la Danimarca al 3,
Page 43 and 44: Tab. 4-25 — La rigidità della no
Page 45: Tab. 4-28 — Politiche passive del
Page 49 and 50: mercato del lavoro, in prevalenza g
Page 51 and 52: dente sul totale degli occupati, ri
Page 53 and 54: Esaminando la correlazione tra la v
Page 55 and 56: medio-piccola, dello stesso fenomen
Page 57 and 58: icava che i paesi esaminati mostran
Page 59 and 60: Questa interpretazione, su cui esis
Page 61 and 62: Non vi è dubbio che lo sviluppo de
Page 63 and 64: da un sistema definito a piena impu
Page 65 and 66: alle riforme proposte 3 . Peraltro,
Page 67 and 68: Tab. 4-35 — Aliquote medie effett
Page 69 and 70: Irap effettiva nel caso di deducibi

capitolo 4.pdf - Confindustria

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?