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parola di dio e dottrina degli uomini - CENTRO STUDI BIBLICI "G ...

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Ogni vangelo è <strong>di</strong>fferente dall’altro. Mentre negli altri vangeli Simone è fra i primi <strong>di</strong>scepoli<br />

che Gesù invita a seguirlo, in questo vangelo no, Gesù non gli <strong>di</strong>ce: seguimi. Glielo <strong>di</strong>rà<br />

soltanto alla fine del vangelo dopo che Gesù finalmente avrà demolito l’arroganza e la<br />

pretesa <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>scepolo. La parte finale la accenniamo soltanto, ma qui Gesù <strong>di</strong>ce: tu<br />

lo capirai dopo questo, si riferisce allo scontro finale <strong>di</strong> Gesù con Pietro.<br />

Gesù è l’amore che può essere tra<strong>di</strong>to, ma che non tra<strong>di</strong>sce mai. Gesù può essere<br />

abbandonato, ma lui è il Dio che mai abbandona e cerca <strong>di</strong> recuperare Pietro. Pietro,<br />

ricor<strong>di</strong>amo è quello che ha tra<strong>di</strong>to Gesù. Allora Gesù si rivolge a Pietro e gli <strong>di</strong>ce<br />

(Gv.21,15-21): Simone, il figlio <strong>di</strong> Giovanni, (è Giovanni Battista perché lui era <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong><br />

Giovanni il Battista) e gli chiede: mi ami tu più <strong>di</strong> questi Cioè gli chiede: tu preten<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

essere il leader del gruppo, che requisiti hai Mi ami più <strong>di</strong> tutti gli altri E Pietro come fa a<br />

rispondere che lo ama più <strong>di</strong> tutti gli altri, lui che lo ha tra<strong>di</strong>to Ma Pietro è sempre furbo e<br />

gli <strong>di</strong>ce: sì Signore, (e questo ci invita a stare sempre attenti a quelli che ci <strong>di</strong>cono: sì<br />

Signore, perché poi fregano!) sì Signore, tu lo sai. Gesù gli ha chiesto se lo ama e lui non<br />

può rispondere che lo ama, gli risponde: tu lo sai che ti voglio bene. E Gesù accetta la<br />

risposta e gli <strong>di</strong>ce: va bene, procura l’erba per le mie pecore.<br />

Ma Gesù torna <strong>di</strong> nuovo alla carica: Simone, figlio <strong>di</strong> Giovanni, mi ami La prima volta<br />

Gesù ha usato il comparativo: mi vuoi bene più <strong>degli</strong> altri La seconda volta Gesù toglie il<br />

comparativo, ti ho chiesto se mi ami. E Simon Pietro: sì Signore, tu lo sai che ti voglio<br />

bene. Cioè Gesù gli ha chiesto se lo ama, usa il verbo amare e Pietro gli risponde con il<br />

verbo voler bene. La terza volta Gesù mette Pietro alle corde come un pugile suonato. E la<br />

terza volta, (e il povero Pietro da quando il gallo cantò al numero tre entra in fibrillazione),<br />

Gesù per due volte gli ha chiesto se lo ama e Pietro per due volte gli ha risposto che gli<br />

vuol bene, allora la terza volta Gesù gli chiede: mi vuoi bene E finalmente c’è il crollo <strong>di</strong><br />

questo <strong>di</strong>scepolo. Lui che pretendeva conoscersi meglio <strong>di</strong> Gesù, (anche se tutti gli altri ti<br />

tra<strong>di</strong>ranno etc….) finalmente crolla e <strong>di</strong>ce: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene.<br />

Allora soltanto a questo momento, ecco il riferimento, dopo questo, Gesù gli <strong>di</strong>ce: adesso<br />

seguimi.<br />

È tragicomico perché se andate a vedere c’è il nome <strong>di</strong> Pietro, ma Pietro si voltò. Gesù gli<br />

ha appena detto finalmente <strong>di</strong> seguirlo e Pietro si volta in<strong>di</strong>etro. Perché si volta Perché<br />

vede quel <strong>di</strong>scepolo anonimo che non ha sbagliato mai una mossa, quello che è stato<br />

sempre fedele al Signore e allora vuole seguire questo, invece Gesù gli <strong>di</strong>ce: segui me.<br />

Qui, adesso non lo capisci, ma lo intenderai, dopo questo.<br />

8 Gli <strong>di</strong>ce Pietro: notate c’è soltanto il soprannome negativo, non c’è il nome, quin<strong>di</strong><br />

quello che sta facendo il <strong>di</strong>scepolo è negativo,<br />

non mi laverai mai i pie<strong>di</strong>! Quin<strong>di</strong> Pietro rifiuta. Non accettare il gesto <strong>di</strong> Gesù significa <strong>di</strong><br />

non comportarsi come lui. Quin<strong>di</strong> lui rifiuta <strong>di</strong> comportarsi come Gesù. E Gesù, Gesù è<br />

ra<strong>di</strong>cale,<br />

Gli rispose Gesù: se non ti laverò non avrai parte con me. Chi non accetta il servizio,<br />

non ha nulla a che fare con il Cristo. Abbiamo visto il <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> Gesù, cos’è Il servizio.<br />

Chi non accetta <strong>di</strong> essere servito dal Signore per poi mettersi al servizio <strong>degli</strong> altri<br />

non ha nulla a che fare con il Signore. Sì, può essere una persona religiosa, una<br />

persona pia, una persona devota, ma non ha nulla a che fare con il Signore. Quello che<br />

<strong>di</strong>stingue il credente è un amore generoso che si fa servizio.<br />

L’unico valore, il criterio <strong>di</strong> valore che Gesù ha per un in<strong>di</strong>viduo è la generosità. Se è<br />

generosa la persona vale, se non è generosa può essere la persona più pia, più devota <strong>di</strong><br />

questo mondo agli occhi del Signore non vale assolutamente niente e la generosità non<br />

può essere tale se non si esprime nel servizio. Quin<strong>di</strong> chi non accetta il servizio non ha<br />

nulla a che fare con un Dio il cui <strong>di</strong>stintivo è quello <strong>di</strong> essere al servizio <strong>degli</strong> <strong>uomini</strong>. Chi<br />

accetta <strong>di</strong> essere sottomesso, non ha compreso Gesù e non ha nulla a che fare con il<br />

Cristo che vuole rendere libere le persone. Quin<strong>di</strong> Gesù è molto chiaro: se non ti laverò<br />

non avrai parte con me. Gesù è stato ra<strong>di</strong>cale e qui come si fa Pietro non vuole farsi<br />

lavare i pie<strong>di</strong> perché capisce che dopo li deve lavare lui. Gesù gli mette <strong>di</strong> fronte un aut-<br />

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