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parola di dio e dottrina degli uomini - CENTRO STUDI BIBLICI "G ...

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aut, o ti lavo i pie<strong>di</strong> o non hai nulla che fare con me. E allora cosa fa Simone Furbo<br />

sempre,<br />

9 Gli <strong>di</strong>ce Simon Pietro: Signore non solo i pie<strong>di</strong> miei, ma anche le mani e il capo.<br />

Abbiamo visto che siamo in prossimità della Pasqua. Per la Pasqua tutti gli ebrei salivano<br />

a Gerusalemme e si sottoponevano a dei riti <strong>di</strong> purificazione della testa, delle mani e dei<br />

pie<strong>di</strong> per essere degni <strong>di</strong> celebrare la Pasqua. Allora che sta <strong>di</strong>cendo Pietro: facciamo un<br />

rito liturgico, quin<strong>di</strong> non una espressione <strong>di</strong> vita che dopo io devo lavare i pie<strong>di</strong> agli altri,<br />

ma facciamo un rito liturgico. Non ha capito che non c’è più bisogno <strong>di</strong> purificarsi per<br />

accogliere il gesto del Signore, ma che è il gesto del Signore quello che purifica.<br />

Quin<strong>di</strong> non vuole accettare l’azione del Signore come espressione <strong>di</strong> servizio, ma soltanto<br />

come un gesto purificatore. Ma Gesù non è d’accordo.<br />

10 Gli <strong>di</strong>ce Gesù: chi ha fatto il bagno non ha bisogno <strong>di</strong> lavarsi se non i pie<strong>di</strong> ed è<br />

tutto puro e voi siete puri, ma non tutti. Perché Gesù <strong>di</strong>ce che non tutti sono puri<br />

Perché non è il fatto <strong>di</strong> farsi lavare i pie<strong>di</strong> da Gesù quello che rende puri, è l’impegno poi <strong>di</strong><br />

lavare i pie<strong>di</strong> agli altri. Il contesto è quello dell’eucaristia.<br />

Nell’eucaristia Gesù si fa pane per gli <strong>uomini</strong> perché poi gli <strong>uomini</strong> si facciano pane per gli<br />

altri. Quelli che partecipando all’eucaristia prendono il pane soltanto per sé senza poi farsi<br />

pane per gli altri, questi non hanno nulla a che fare con il Signore. Hanno mangiato del<br />

Signore, ma non si fanno mangiare dal Signore.<br />

Quin<strong>di</strong> nell’eucaristia vedete che ci sono questi due equilibri che abbiamo visto prima tra la<br />

parte biologica e la parte <strong>di</strong>vina. Mangiare il pane che è il Signore significa avere poi la<br />

forza per farsi pane ed essere mangiato dagli altri. Quin<strong>di</strong> Gesù corregge la mentalità <strong>di</strong><br />

Simone: il suo non è un rito purificatorio, ma un gesto <strong>di</strong> servizio. E Gesù <strong>di</strong>ce che non<br />

tutti sono puri perché, sottolinea l’evangelista,<br />

11 sapeva infatti chi lo consegnava, per questo <strong>di</strong>sse: non tutti siete puri. Gesù ha<br />

lavato i pie<strong>di</strong> pure a Giuda, ma Giuda non è <strong>di</strong>sposto a lavare i pie<strong>di</strong> <strong>degli</strong> altri. Quin<strong>di</strong> non<br />

è farsi lavare i pie<strong>di</strong> quello che rende puri, puri significa in comunione con il Signore, ma<br />

lavare i pie<strong>di</strong> agli altri. Gesù si sta riferendo a Giuda come il tralcio che ricevendo la linfa<br />

poi non la trasforma negli altri.<br />

Sapete nel capitolo 15 Gesù paragona sé stesso a una vite e noi tutti i tralci. Il tralcio che<br />

riceve questa linfa vitale, ma poi non la trasforma in un frutto per gli altri, è un tralcio inutile<br />

che va staccato e buttato nel fuoco. Cosa vuol <strong>di</strong>re l’evangelista La vicinanza a Gesù se<br />

non si traduce nel suo amore, nel suo servizio, non è garanzia <strong>di</strong> pienezza <strong>di</strong> vita. Quin<strong>di</strong><br />

Gesù che è l’espressione tangibile dell’amore <strong>di</strong> Dio, non esclude nessuno dal suo amore,<br />

neanche come vedremo tra poco il <strong>di</strong>scepolo che lo tra<strong>di</strong>rà consegnandolo alla morte. E’ il<br />

<strong>di</strong>scepolo che rifiutando questo amore si esclude dalla vita che Gesù comunica situandosi<br />

poi nelle tenebre.<br />

Quin<strong>di</strong> nell’eucaristia ve<strong>di</strong>amo due personaggi, Giuda e Pietro entrambi i tra<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> Gesù<br />

ed entrambi non accettano poi <strong>di</strong> farsi servi gli uni dell’altro.<br />

12 Quando dunque ebbe lavato loro i pie<strong>di</strong>, e riprese il mantello, si sdraiò <strong>di</strong> nuovo e<br />

<strong>di</strong>sse loro: capite ciò che ho fatto Gesù, abbiamo visto si era tolto il mantello simbolo<br />

della sua vita, adesso lo riprende. Si era alzato, adesso si siede, ma come già accennavo<br />

prima, non è una <strong>di</strong>menticanza dell’evangelista, mentre prima aveva detto che si era cinto<br />

il grembiule adesso non viene detto che se lo toglie. Il grembiule è il segno <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong><br />

Gesù. Il segno <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> Dio nella comunità non sono paramenti sacri, quelli dei<br />

sacerdoti, ma i segni del servizio, i segni del lavoro a favore <strong>degli</strong> altri.<br />

E Gesù scrive l’evangelista: si sdraiò. A quell’epoca nei pranzi solenni, nei pranzi festivi si<br />

mangiava all’uso greco romano, cioè seduti su dei lettucci. Ma chi è che poteva mangiare<br />

su questi lettucci Soltanto i signori che avevano dei servi al loro servizio. Allora<br />

l’evangelista <strong>di</strong>cendo che Gesù si è sdraiato <strong>di</strong> nuovo fa capire che l’atteggiamento <strong>di</strong><br />

servizio non toglie la <strong>di</strong>gnità dell’uomo, ma gli conferisce quella vera, quella <strong>di</strong> essere<br />

Signore. Nell’eucaristia Gesù si fa servo perché quelli che erano considerati servi si<br />

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