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parola di dio e dottrina degli uomini - CENTRO STUDI BIBLICI "G ...

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imane nella morte, nella morte definitiva. Gesù si presenta in questo vangelo come<br />

l’amore che può essere tra<strong>di</strong>to, ma che non tra<strong>di</strong>sce mai. L’affermazione <strong>di</strong> Gesù crea il<br />

panico tra i presenti.<br />

22 Si guardarono gli uni gli altri, i <strong>di</strong>scepoli non sapendo <strong>di</strong> chi parlasse. stranamente<br />

il comportamento <strong>di</strong> Giuda non ha insospettito gli altri <strong>di</strong>scepoli.<br />

23 Ora, a tavola, uno dei <strong>di</strong>scepoli, sdraiato nel seno <strong>di</strong> Gesù, quello amato da Gesù;<br />

è la terza volta che Giovanni adopera nel suo vangelo il verbo sdraiare che significa<br />

giacere a mensa.<br />

Abbiamo visto che nei pranzi solenni si mangiava sdraiati su dei lettini. Ed è importante la<br />

collocazione <strong>di</strong> questo verbo. Il primo nella con<strong>di</strong>visione dei pani e dei pesci, il secondo<br />

l’abbiamo visto questa mattina a Betania con l’allusione al profumo <strong>di</strong> Gesù, e altre due<br />

volte qui, sempre in un contesto <strong>di</strong> eucaristia. Nell’eucaristia Gesù si fa servo perché quelli<br />

che vengono considerati servi si sentano signori.<br />

Uno dei <strong>di</strong>scepoli sdraiato nel seno <strong>di</strong> Gesù. Qual è il significato Questa espressione<br />

seno nel vangelo <strong>di</strong> Giovanni appare due volte, nel prologo quando <strong>di</strong>ce che il Figlio è nel<br />

seno del Padre (nel seno significa essere intimamente unito al padre) ebbene c’è un<br />

<strong>di</strong>scepolo che è intimamente unito a Gesù. Questo <strong>di</strong>scepolo è anonimo, non ha nome e<br />

non è lecito battezzarlo. L’unico <strong>di</strong>stintivo è: quello amato da Gesù, ma essere amati da<br />

Gesù è la relazione normale che Gesù ha con tutti i suoi <strong>di</strong>scepoli. Questo <strong>di</strong>scepolo è<br />

anonimo. L’evangelista non intende tanto richiamare una figura storica, ma una figura<br />

ideale <strong>di</strong> modello <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepolo. Chi è Quello che per primo ha seguito Gesù, gli è intimo<br />

nella cena pronto a farsi pane e al servizio con lui, sarà presente presso la croce pronto a<br />

fare la fine <strong>di</strong> Gesù e sarà il primo a sperimentarlo risuscitato.<br />

24 A questo gli fece un cenno Simon Pietro <strong>di</strong> domandare chi è colui che parla.<br />

Notate che mentre questo <strong>di</strong>scepolo che è intimo <strong>di</strong> Gesù gli è vicino, Simone gli è<br />

lontano. E più lontano, non è tanto una vicinanza fisica, ma una lontananza ideologica.<br />

Simone non accetta <strong>di</strong> farsi lavare i pie<strong>di</strong>, per cui non ha nulla a che fare con Gesù. Allora<br />

deve fare un cenno a questo <strong>di</strong>scepolo.<br />

25 Ed egli reclinandosi sul petto su Gesù gli <strong>di</strong>ce: Signore chi è 26 Risponde Gesù:<br />

è colui per il quale inzupperò il boccone e glielo darò. In un clima <strong>di</strong> grande sospetto<br />

tra i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù dove ogni minimo gesto <strong>di</strong> Gesù viene scrutato, Gesù sceglie per<br />

in<strong>di</strong>care, a chi al <strong>di</strong>scepolo che ha i suoi stessi sentimenti un gesto <strong>di</strong> amore<br />

preferenziale.<br />

Nei pranzi importanti il padrone <strong>di</strong> casa iniziava intingendo un pezzo <strong>di</strong> pane, il pane<br />

serviva come posata, intingendo un pezzo <strong>di</strong> pane nella salsa o nel cibo e lo offriva a chi<br />

All’ospite più importante. Allora per Gesù l’ospite più importante in questa cena è Giuda<br />

perché è l’unico in pericolo <strong>di</strong> perdersi definitivamente. Abbiamo detto che in Gesù si<br />

manifesta l’amore <strong>di</strong> Dio e l’amore <strong>di</strong> Dio può essere continuamente proposto, offerto, ma<br />

non può essere imposto. Allora Gesù sceglie questo gesto preferenziale nei confronti <strong>di</strong><br />

Giuda. Quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>scepolo che intende tra<strong>di</strong>rlo Gesù non solo non lo denuncia,<br />

ma <strong>di</strong> fronte a tutti gli altri <strong>di</strong>mostra un segno d’amore preferenziale in modo che gli altri<br />

non sospettino minimamente <strong>di</strong> Giuda, ma Giuda capisca il gesto <strong>di</strong> Gesù: guarda quanto<br />

ti amo, tu per me sei il più importante.<br />

E inzuppando il boccone (il verbo inzuppare in greco è il verbo bapto da cui deriva il<br />

verbo baptizo da cui il nostro battesimo). Perché l’evangelista adopera questo verbo,<br />

inzuppare, impregnare Perché una attività che tutti gli evangelisti in<strong>di</strong>cano come specifica<br />

<strong>di</strong> Gesù è quella <strong>di</strong> battezzare nello Spirito santo. Tutti e quattro gli evangelisti in<strong>di</strong>cano<br />

che l’attività <strong>di</strong> Gesù è quella <strong>di</strong> battezzare in Spirito santo. Però stranamente nei vangeli<br />

non si trova neanche una sola volta in cui Gesù battezzi in Spirito santo.<br />

Il battesimo dell’acqua si sa cos’è, immergersi nell’acqua, elemento esterno all’uomo in<br />

segno <strong>di</strong> cambiamento. Essere battezzati nello Spirito significa essere impregnati,<br />

inzuppati <strong>di</strong> questo Spirito, cioè dalla forza <strong>di</strong> Dio. Ma quand’è che Gesù battezza nello<br />

Spirito santo Ebbene, l’allusione dell’evangelista parlando del boccone, è chiaro, è<br />

23

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