parola di dio e dottrina degli uomini - CENTRO STUDI BIBLICI "G ...
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della ciccia, noi continuiamo a vivere. A vivere dove Immersi nella sfera dell’amore <strong>di</strong> Dio<br />
nella quale già siamo. Noi siamo immersi nell’oceano dell’amore <strong>di</strong> Dio, è che non<br />
abbiamo le capacità per rendercene conto.<br />
Faccio un es: se adesso io vi <strong>di</strong>co che qui dentro sta suonando una bellissima sinfonia,<br />
non è che ho un calo <strong>di</strong> zuccheri o la pressione alta! Qui dentro c’è una musica bellissima,<br />
perché non la sentiamo Ci vuole uno strumento, una ra<strong>di</strong>o, bisogna che l’accendo, ma<br />
non basta, bisogna che la sintonizzo su questa lunghezza d’onda che trasmette la musica.<br />
Allora noi qui adesso in questo momento siamo immersi nell’amore <strong>di</strong> Dio, siamo proprio<br />
impregnati dall’amore <strong>di</strong> Dio. Se non lo sperimentiamo non è colpa <strong>di</strong> Dio, è colpa nostra<br />
che non abbiamo sintonizzato la nostra lunghezza d’onda d’amore con la sua lunghezza<br />
d’onda. Quando lo si fa, si sperimenta qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, si passa dal credere che Dio è<br />
Padre, al sperimentarlo come Padre.<br />
Allora, quando arriva il momento del nostro trapasso termina la parte biologica, ma quello<br />
che l’in<strong>di</strong>viduo è, la sua persona, continua la sua esistenza, ma non lontano. I nostri cari<br />
non finiscono né nel buio <strong>di</strong> un sepolcro, né svolazzanti nell’alto dei cieli, ma continuano la<br />
loro vita accanto a noi, ma in maniera completamente <strong>di</strong>versa, perché l’amore che ci<br />
<strong>di</strong>mostravano prima ora continua, ma potenziato dall’amore <strong>di</strong> Dio. Quin<strong>di</strong> i nostri cari noi<br />
non li abbiamo persi.<br />
Sapeste quanto mi arrabbio quando leggo nei manifesti funebri: è mancato all’affetto dei<br />
loro cari. Ma come è mancato all’affetto dei loro cari Ma l’affetto anzi cresce <strong>di</strong> più perché<br />
a volte soltanto con la morte uno capisce quanto era importante questa persona nella sua<br />
vita. Allora quando ci muoiono le persone care, loro continuano nella sfera <strong>di</strong> Dio, la<br />
stessa nella quale noi siamo inseriti, amandoci e comunicandoci un amore ancora più<br />
grande <strong>di</strong> quello che potevano <strong>di</strong>mostrarci nella loro esistenza terrena. E in questo<br />
processo <strong>di</strong> vita vengono man mano purificati da quelle scorie che la vita aveva messo<br />
nella loro esistenza.<br />
Io credo, una delle prove che facciamo tutti quando a una persona cara che è morta da<br />
tempo, avete notato che ci ricor<strong>di</strong>amo soltanto le cose belle, le cose buone Ma non è per<br />
un <strong>di</strong>fetto della memoria. Eppure quando eravamo in vita, è normale, c’erano <strong>degli</strong> scontri,<br />
<strong>degli</strong> screzi, <strong>degli</strong> scontri, delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> carattere, a volte ci sono state delle <strong>di</strong>scussioni,<br />
come mai quando questa persona muore più passa il tempo e più ricor<strong>di</strong>amo soltanto le<br />
cose belle Non è che noi ricor<strong>di</strong>amo le cose buone, è che loro sono buoni. Loro stando<br />
immersi in quest’amore del Signore <strong>di</strong>ventano finalmente, pienamente sé stessi e questa<br />
bontà e questo amore ce lo comunicano.<br />
I nostri cari continuano la stessa azione creazione del Padre. C’è nell’apocalisse una<br />
bellissima espressione che riguarda la morte. Al cap.14 <strong>di</strong>ce l’autore: beati quelli che<br />
muoiono nel Signore perché le loro opere li seguono. Vedete, l’unica cosa che ci portiamo<br />
in questa vita definitiva, l’unica, è il bene fatto per gli altri, le opere. I sol<strong>di</strong>, i titoli, tutto<br />
quello che abbiamo, tutto si lascia. L’unica cosa che si porta è il bene fatto per gli altri.<br />
Sarà questo capitale che ci permette poi <strong>di</strong> continuare ad essere associati all’azione<br />
creatrice del Padre. Quin<strong>di</strong> i nostri cari non sono lontani da noi, ma sono qui presenti. Sta<br />
a noi sperimentarli vivi e vivificanti nella nostra vita.<br />
Se, e lo so che non è facile, se noi la smettiamo <strong>di</strong> piangerli come morti, li possiamo<br />
sperimentare come viventi. Quando le donne vanno al sepolcro trovano la strada<br />
sbarrata dagli angeli che <strong>di</strong>cono loro: oh, dove andate Perché cercate tra i morti chi è<br />
vivo Al cimitero ci stanno i morti. Quin<strong>di</strong> allora: o credete che la persona è morta, e allora<br />
prego, accomodatevi al cimitero, o credete che è viva e il cimitero non è il suo posto. Nel<br />
vangelo <strong>di</strong> Giovanni c’è quel bellissimo episo<strong>di</strong>o quando Maria Maddalena sta a piangere<br />
davanti al sepolcro e non si accorge che Gesù era lì <strong>di</strong>etro che la aspettava. Quando<br />
finalmente smette <strong>di</strong> guardare il sepolcro e si volta in<strong>di</strong>etro, toh! quel Gesù che lei<br />
piangeva morto era vivo <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei. Quin<strong>di</strong> allora i nostri cari sono qui con noi,<br />
partecipano alla nostra vita, ci sono vicini vivi e vivificanti.<br />
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