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parola di dio e dottrina degli uomini - CENTRO STUDI BIBLICI "G ...

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pagane si sono mescolate nel messaggio cristiano inquinandolo. Quante persone non si<br />

godono, non si gustano neanche quei momenti <strong>di</strong> serenità, <strong>di</strong> felicità che la vita comporta<br />

perché <strong>di</strong>cono quando capita qualcosa, (è normale) lo sentivo che stava per accadere<br />

qualcosa, andava tutto troppo bene. Quin<strong>di</strong> scambiano il Padre <strong>di</strong> Gesù con le <strong>di</strong>vinità<br />

pagane.<br />

Ebbene, Gesù, quello che era l’attributo <strong>degli</strong> dei, la beatitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>ce che è una possibilità<br />

per tutti. Allora ha detto Gesù: siete beati se le fate. Chi liberamente, volontariamente per<br />

amore si mette a servizio <strong>degli</strong> altri raggiunge qui su questa terra una pienezza <strong>di</strong> felicità<br />

che è quella considerata a quell’epoca <strong>di</strong> Dio nell’al <strong>di</strong> là. Quin<strong>di</strong> la felicità non è futura, ma<br />

una possibilità presente.<br />

Dirà Gesù in una frase che è contenuta negli atti <strong>degli</strong> apostoli: C’è più gioia nel dare che<br />

nel ricevere. Ecco il segreto della felicità. Perché tante persone, è strano, perché tante<br />

persone sono infelici Ma tante sapete! Tante persone sono infelici e amareggiate.<br />

Perché Perché non hanno accolto, o non conoscono, o non comprendono questa frase <strong>di</strong><br />

Gesù: la felicità è possibile averla piena, completa, traboccante qui, su questa esistenza<br />

terrena. Come C’è più gioia nel dare che nel ricevere.<br />

Molti purtroppo credono che la felicità consista nell’avere, nel ricevere e sono sempre<br />

amareggiati. Sono sempre amareggiati perché considerano ogni persona come un<br />

attentato alla propria sicurezza, al proprio benessere. Non hanno capito che più si dà e più<br />

si è felici. Se la mia felicità <strong>di</strong>pende da quello che voi fate per me, io sarò sempre<br />

infelice perché voi non potete entrare nella mia testa e sapere che io oggi mi attendo una<br />

telefonata, una visita, un regalo, allora io sarò sempre amareggiato. No, la mia felicità non<br />

consiste in quello che gli altri possono fare per me, ma in quello che io posso fare per gli<br />

altri. Allora se la mia felicità <strong>di</strong>pende da me, questa può essere imme<strong>di</strong>ata, subito, adesso,<br />

piena e traboccante. La felicità non consiste in quello che riceviamo dagli altri, ma in<br />

quello che noi doniamo agli altri, anzi, più doniamo e più siamo felici.<br />

Allora Gesù <strong>di</strong>ce: se capite queste cose siete beati se le fate. Quin<strong>di</strong> quando liberamente,<br />

volontariamente, per amore uno si mette a servizio <strong>degli</strong> altri, gli comunica vita, con<strong>di</strong>vide i<br />

suoi beni con gli altri, non perde, ma guadagna, guadagna la pienezza della felicità. Ma,<br />

non è limitata a questo. Nel vangelo <strong>di</strong> Giovanni ci sono soltanto due beatitu<strong>di</strong>ni, l’una<br />

legata e con<strong>di</strong>zionata all’altra. Qual è l’altra beatitu<strong>di</strong>ne L’altra beatitu<strong>di</strong>ne è quella che<br />

formula a Tommaso al momento dell’apparizione: beati quelli che crederanno senza aver<br />

bisogno <strong>di</strong> vedere. L’una beatitu<strong>di</strong>ne è con<strong>di</strong>zionata all’altra.<br />

Chi liberamente, volontariamente per amore (questo ritornello ci stancherà oggi, ma è<br />

importante) si mette al servizio <strong>degli</strong> altri, cosa fa Si mette in sintonia con Dio. Dio è<br />

amore che si fa servizio <strong>degli</strong> altri. Vedete Dio non sta in alto. Chi pensa che Dio sta in alto<br />

si separa dal resto <strong>degli</strong> <strong>uomini</strong> attraverso forme <strong>di</strong> vita particolari, attraverso delle<br />

preghiere, delle devozioni, cerca <strong>di</strong> raggiungere un Dio in alto. Quin<strong>di</strong> pensa <strong>di</strong><br />

raggiungere Dio, separandosi dagli altri. Ma queste persone non incontrano mai il Signore,<br />

perché loro si vogliono innalzare per incontrare Dio e non si rendono conto che il Signore<br />

è sceso per incontrare gli <strong>uomini</strong>. Ecco perché le persone religiose sono tecnicamente e<br />

praticamente atee, sì perché non incontrano Dio. Loro si separano dagli <strong>uomini</strong> per<br />

incontrare un Dio che è in alto. Ma Dio è sceso per incontrare gli <strong>uomini</strong>. Queste si<br />

innalzano, l’altro scende e non si incontrano mai. Più una persona è religiosa e più è atea.<br />

Ecco perché le persone religiose sono <strong>di</strong>sumane perché non hanno incontrato un Dio che<br />

si è fatto uomo, quin<strong>di</strong> profondamente umano. Più noi siamo umani, più scopriamo il <strong>di</strong>vino<br />

che è in noi. Non dobbiamo fuggire dall’umanità per incontrare un Signore che è in alto,<br />

ma con Lui mettersi in basso al servizio <strong>degli</strong> altri.<br />

Allora perché <strong>di</strong>ce Gesù: beati quelli che crederanno senza aver bisogno <strong>di</strong> vedere<br />

Perché quando noi ci mettiamo al servizio <strong>degli</strong> altri, mettendo a <strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong> altri la<br />

nostra vita e i nostri beni, entriamo in sintonia con il Signore. Che sorpresa! Ci accorgiamo<br />

che Dio non sta in alto, ma Dio è in basso. Allora non abbiamo bisogno <strong>di</strong> prove particolari,<br />

non abbiamo bisogno <strong>di</strong> vedere perché sperimentiamo Dio nella nostra esistenza. Quando<br />

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