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ELEMENTI DI MECCANICA DEL VOLO (Parte 2) - Sapienza

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22 CAPITOLO 3. IL DECOLLO E L’ATTERRAGGIO<br />

h<br />

V s<br />

V mc V 1<br />

V R<br />

>1.05V mc V mu<br />

V LOF V 2<br />

Figura 3.1: Fasi di decollo e velocitá caratteristiche<br />

prestazioni si considera V R = 1.2V s . Dal punto di vista della sostentazione<br />

aerodinamica, il velivolo puó decollare gi’a alla V s . Tuttavia le norme di sicurezza<br />

del volo prescrivono velocitá superiori in modo da avere un adeguato<br />

margine di manovra. Infatti tale margine, definito come la differenza tra il C L<br />

e il C Lmax , in tali condizioni risulta nullo.<br />

Durante la corsa di rullaggio il velivolo raggiunge, nell’ordine, la velocitá di<br />

stallo V s e la velocitá minima di controllo V mc (Vedi Fig. 3.1). La V mc é<br />

quella velocitá per la quale, in caso di avaria del motore critico, il costruttore<br />

garantisce che il velivolo possa continuare a volare mantenendo la direzione con<br />

angolo di derapata nullo e angolo di sbandamento inferiore a 5 ◦ . Continuando<br />

la corsa il velivolo raggiunge la velocitá V 1 , chiamata velocitá di avaria del<br />

motore critico o velocitá decisionale, definita come la velocitá per la quale<br />

un’avaria che avvenga al disotto di V 1 deve necessariamente comportare, in<br />

condizioni di sicurezza, la rinuncia della fase di decollo mediante un’apposita<br />

fase di frenatura che porti il velivolo a velocitá nulla. Possibili avarie a velocitá<br />

superiori devono, in ogni caso, comportare la successiva fase di accelerazione<br />

e quindi la realizzazione dell’intera fase di decollo. Proseguendo la corsa si<br />

ha la velocitá V R , detta di rotazione, definita come la velocitá a cui il pilota<br />

comincia a ruotare il velivolo cosi’ da ottenere un adeguato angolo d’attacco<br />

per la fase di decollo successiva. Le norme prescrivono che la V R ≥ 1.05V mc . A

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