ELEMENTI DI MECCANICA DEL VOLO (Parte 2) - Sapienza
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3. volo a quota e velocitá costanti<br />
dT<br />
T<br />
dW<br />
W<br />
= dC L<br />
C L<br />
− dE E<br />
39<br />
= dC L<br />
C L<br />
(4.5)<br />
Si tenga presente che si possono avere programmi di volo piú complicati nei<br />
quali si ha la simultanea variazione di angolo di incidenza velocitá e quota.<br />
Nel primo programma di volo l’angolo di incidenza é mantenuto costante, mentre<br />
le variazioni della spinta necessaria dipendono della densitá atmosferica. E’<br />
interessante notare che l’influenza della quota sulla spinta necessaria é simile<br />
a quella che la densitá ha sulla spinta disponibile. Ció significa del durante il<br />
primo programma di volo il grado di ammissione é tenuto costante, pertanto<br />
il pilota mantiene inalterato sia l’equilibratore che la manetta. Questo programma<br />
garantisce che il regime del motore é mantenuto costante e pari a<br />
quello di omologazione.<br />
Nel secondo programma di volo l’angolo di incidenza é costante, mentre la<br />
quota é controllata tramite l’azione sul grado di ammissione. Il pilota mantiene<br />
inalterato l’ equilibratore e modula la manetta in modo da mantenere la quota<br />
costante.<br />
Il terzo programma di volo richiede la modulazione continua dell’angolo di incidenza<br />
nel rispetto della seconda delle (4.5), mentre la spinta necessaria cambia<br />
in relazione ai valori in atto dell’efficienza aerodinamica e del coefficiente di<br />
portanza. Il pilota deve quindi cambiare, dipendentemente dal peso attuale,<br />
sia la manetta che l’angolo dell’equilibratore.<br />
Dal punto di vista della tecnica di pilotaggio il primo programma é il piú<br />
semplice e meno impegnativo poiché non richiede alcuna azione da parte del<br />
pilota sui comandi, invece nel terzo programma occorre un maggiore impegno