L'insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa - Indire
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Ricerche nella didattica e nella formazione degli <strong>in</strong>segnanti di <strong>scienze</strong>A.1.1. Concezioni: alcuni esempiNumerose ricerche svolte <strong>in</strong> diversi paesi (Tiberghien 1984; Shipstone 1985), relative a popolazioni di etàe livello di formazione scientifica diversa, hanno permesso di mettere <strong>in</strong> evidenza le tappe dellacomprensione del funzionamento di circuiti elettrici semplici, prima di arrivare a un modello compatibilecon le leggi dell’elettroc<strong>in</strong>etica <strong>in</strong>segnate: a un solo filo: l’«elettricità» parte da una fonte (pila, presa di corrente) e va verso l’apparecchio di usoper essere «consumata»; <strong>in</strong> un tale modello, un solo filo che collega la fonte all’apparecchio èsufficiente per garantire il funzionamento dell’apparecchio. Ad esempio, è sufficiente un filo checollega una lampad<strong>in</strong>a a un’estremità di una pila perché la lampad<strong>in</strong>a possa accendersi; circolazione sequenziale: la «corrente elettrica» parte da un generatore, alimenta i diversi apparecchiposti nel circuito, attenuandosi progressivamente, e torna al generatore per «recuperare l’energia» cheha perso; circolazione a corrente costante: l’<strong>in</strong>tensità della corrente prodotta da un generatore è la stessa <strong>in</strong> tuttii punti di un circuito serie, ma non dipende dal circuito usato.Questi ragionamenti fanno <strong>in</strong>tervenire una nozione di elettricità, di corrente elettrica, le cui proprietàassomigliano <strong>in</strong> alcuni casi a quelle del concetto di energia, <strong>in</strong> altri a quelle del concetto di <strong>in</strong>tensità.L’oggetto dei primi apprendimenti concettuali nell’ambito dell’elettroc<strong>in</strong>etica può essere formulato <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i di costruzione/differenziazione dei concetti di <strong>in</strong>tensità, di tensione e di energia elettrica.Nell’ambito dell’ottica, le tappe della comprensione della formazione di immag<strong>in</strong>i sono state messe <strong>in</strong>evidenza <strong>in</strong> diversi contesti (età, paese) (Galili e Hazan 2000): concezione «olistica», chiamata anche «immag<strong>in</strong>e viaggiante»; una lente parzialmente occultata dàun’immag<strong>in</strong>e parziale di un oggetto (una parte dell’immag<strong>in</strong>e «non può passare»); concezione del «raggio-rotaia», un solo raggio proveniente dal un punto oggetto basta pertrasportare l’<strong>in</strong>formazione relativa a questo punto, e qu<strong>in</strong>di a ottenere un’immag<strong>in</strong>e di questo punto.Nell’ambito della chimica, <strong>delle</strong> ricerche relative ad alunni dai 10 ai 15 anni, <strong>in</strong> diversi paesi (Andersson1990), hanno rilevato un’assenza di differenziazione tra trasformazioni fisiche e trasformazioni chimiche,dato che una combustione può essere vista come un fenomeno di fusione, o di vaporizzazione, dovutoalla presenza di una fiamma; una reazione tra una soluzione e un solido può essere <strong>in</strong>terpretata come unadissoluzione, una reazione tra due solidi o due soluzioni come una miscela. Queste categorie di<strong>in</strong>terpretazione: fusione, vaporizzazione, dissoluzione, miscela, restano per molto tempo <strong>nelle</strong> spiegazioni<strong>delle</strong> trasformazioni della materia. Questi risultati permettono di precisare l’oggetto dei primiapprendimenti concettuali <strong>in</strong> chimica: differenziazione <strong>delle</strong> trasformazioni fisiche e chimiche,costruzione <strong>delle</strong> nozioni di specie chimica, di sostanza pura e di elemento chimico.A.1.2. Strutture di ragionamentoQui si tratta di caratterizzare <strong>delle</strong> strutture generali di ragionamento che appaiono neIle concezioni didiversi fenomeni. Le attività svolte <strong>in</strong> questa prospettiva accentuano il ruolo del tempo <strong>nelle</strong> spiegazioni,<strong>in</strong> particolare il ragionamento l<strong>in</strong>eare casuale (Viennot 1996): laddove la scienza ragiona <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i direlazioni tra variabili, e di covariazioni (senza che una variabile sia anteriore all’altra o che una abbia unruolo casuale rispetto all’altra), il senso comune comporta storie <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di successione di avvenimenti,<strong>in</strong> cui le relazioni di causa a effetto hanno un ruolo importante.57