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L'insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa - Indire

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Ricerche nella didattica e nella formazione degli <strong>in</strong>segnanti di <strong>scienze</strong>I lavori svolti <strong>in</strong> questa prospettiva nell’ambito del progetto europeo STISS (P<strong>in</strong>to 2005; Stylianidou,Boohan e Ogborn 2005; Viennot et al. 2005) mettono <strong>in</strong> evidenza diversi fattori capaci di <strong>in</strong>fluire sullaricezione di tali <strong>in</strong>novazioni: si ritrovano la padronanza dei contenuti scientifici, i punti di vista sullascienza, i punti di vista sull’<strong>in</strong>segnamento e l’apprendimento, e i limiti (personale, orari, materiale).Così ad esempio, l’équipe italiana (Stylianidou et al. 2000) ha messo <strong>in</strong> evidenza l’importanza di diversifattori che <strong>in</strong>tervengono nell’suo dei microcomputer come strumenti di laboratorio: si ritrovano lecompetenze nella discipl<strong>in</strong>a, l’esperienza personale del lavoro di laboratorio, l’esperienza personalenell’uso degli strumenti <strong>in</strong>formatici e le idee sui processi di <strong>in</strong>segnamento-apprendimento.L’équipe francese (Stylianidou et al. 2000) suggerisce che le reazioni degli <strong>in</strong>segnanti a un prodotto<strong>in</strong>formatico dipendono dalla «distanza» tra questo prodotto e i contenuti, i metodi e le conv<strong>in</strong>zioni degli<strong>in</strong>segnanti. Se questa distanza è ridotta (il prodotto corrisponde a contenuti comuni per l’<strong>in</strong>segnante, aisuoi metodi abituali e alle sue conv<strong>in</strong>zioni), l’<strong>in</strong>segnante può adottarlo facilmente e metterlo <strong>in</strong> pratica <strong>in</strong>modo fruttuoso. Se la distanza è più ampia, il prodotto è usato <strong>in</strong> modo scorretto e gli obiettivi previst<strong>in</strong>on sono raggiunti. Così, ad esempio, l’uso del computer per la raccolta e il trattamento di datisperimentali si <strong>in</strong>serisce più facilmente nei metodi degli <strong>in</strong>segnanti che usano simulazioni, cherichiedeono procedure di creazione di modelli ancora poco sviluppate oggi nell’<strong>in</strong>segnamento <strong>delle</strong><strong>scienze</strong>. Ciò è confermato dallo studio di Zacharia (2003) che mostra che l’uso <strong>delle</strong> simulazioni è menofamiliare agli <strong>in</strong>segnanti rispetto all’uso del computer per la raccolta e il trattamento dei dati, ma che laloro op<strong>in</strong>ione sulle potenzialità degli strumenti di simulazione migliora nettamente quando li usano lorostessi.Questi lavori portano a proposte per la formazione degli <strong>in</strong>segnanti, che danno l’occasione agli <strong>in</strong>segnantidi riflettere sul proprio modo di uso <strong>delle</strong> simulazioni, di confrontarle con quelle di altri <strong>in</strong>segnanti e conquelle raccomandate, poi di pianificare, valutare, confrontare i propri tentativi con quelli fatti da altri<strong>in</strong>segnanti (Stylianidou, Boohan e Ogborn 2005).Viennot et al. (2005) suggeriscono di aiutare gli <strong>in</strong>segnanti a prendere coscienza dell’importanza di alcuni«dettagli» considerati critici rispetto alle <strong>in</strong>tenzioni degli <strong>in</strong>novatori, alle difficoltà degli alunni e al risultatodel procedimento proposto, esplicitando gli obiettivi, i punti di vista sull’apprendimento, l’importanza data alle idee comuni deglialunni; fornendo agli <strong>in</strong>segnanti documenti che permettono loro di prendere coscienza <strong>delle</strong> proprieconcezioni e di quelle degli alunni; mettendo l’accento sui dettagli considerati critici, attraverso l’analisi di proposte formulate da altri<strong>in</strong>segnanti.Altri lavori (Davis 2003) pongono <strong>in</strong> modo più generale la questione della compatibilità tra un curriculumdato e le concezioni e i valori degli <strong>in</strong>segnanti. Constatando il relativo effetto dei cambiamenti deicurricula sui metodi di <strong>in</strong>segnamento, propongono di usare un modello «costruttivista» di formazionedegli <strong>in</strong>segnanti, <strong>in</strong>sistono sull’importanza di partire dalle conoscenze, dalle concezioni e dallecompetenze degli <strong>in</strong>segnanti, di permettere agli <strong>in</strong>segnanti di riflettere sulle loro concezionidell’apprendimento, dell’<strong>in</strong>segnamento, sui contenuti di <strong>in</strong>segnamento nuovi e di offrire loro <strong>delle</strong>possibilità di formazione <strong>in</strong> contesti <strong>in</strong>terattivi, articolando la pratica <strong>in</strong> classe, le discussioni tra <strong>in</strong>segnantie i chiarimenti della ricerca. Partendo da questo studio, che riguarda la realizzazione di un curriculumconcepito esternamente e qu<strong>in</strong>di imposto agli <strong>in</strong>segnanti, essi confermano la difficoltà dell’impresa e cheè necessaria una visione a lungo term<strong>in</strong>e (più di tre anni). Dist<strong>in</strong>guendo qu<strong>in</strong>di due procedimenti: CI(applicazione di un curriculum) e CDA (sviluppo e adattamento di un curriculum), argomentano <strong>in</strong> favore69

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