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Tagliaferri und Merlo - L'acqua, una risorsa per il sistema agricolo lomba

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Lorenzo Craveri e Andrea Porro<br />

Il contesto regionale 15<br />

Il clima urbano<br />

In <strong>una</strong> regione fortemente antropizzata ed urbanizzata come la Lombardia un ruolo sempre<br />

più r<strong>il</strong>evante è occupato dal clima urbano. Le aree urbane sono caratterizzate da tem<strong>per</strong>ature<br />

sensib<strong>il</strong>mente su<strong>per</strong>iori a quelle delle aree rurali circostanti (“isola di calore”) ed<br />

alterati sono anche i livelli di precipitazioni, di umidità relativa, di vento e radiazione solare.<br />

Il clima urbano trae origine dall’interazione di <strong>una</strong> vasta e complessa serie di fattori,<br />

fra cui un ruolo primario hanno le emissioni di calore, la mancanza di aree verdi, umidità<br />

e polveri collegate alle attività dell’uomo. In Lombardia l’isola di calore più consistente<br />

è quella di M<strong>il</strong>ano, come attesta <strong>il</strong> fatto che in inverno, con condizioni di tempo stab<strong>il</strong>e<br />

e cielo sereno, le tem<strong>per</strong>ature minime notturne del centro città risultano ormai di 4-6°C<br />

al di sopra di quelle registrate nel aree rurali limitrofe. Anche nelle altre stagioni è riscontrab<strong>il</strong>e<br />

questo fenomeno, ma con scarti nelle tem<strong>per</strong>ature minori.<br />

Es<strong>per</strong>ienze e riflessioni sul cambiamento climatico<br />

Negli ultimi anni è molto cresciuta l’importanza e l’attenzione prestata al clima ed in particolare<br />

ai cambiamenti climatici e agli effetti che essi hanno sulle colture agrarie, sull’ evapotraspirazione<br />

e sulla conservazione del suolo. È diventato quindi fondamentale l’approfondimento<br />

della conoscenza del clima e del b<strong>il</strong>ancio idrico anche in aree non storicamente<br />

sensib<strong>il</strong>i a questa problematica come la Lombardia. Anche nella nostra regione, dove<br />

non vi è complessivamente scarsità della <strong>risorsa</strong>, si registra un sensib<strong>il</strong>e divario tra domanda<br />

e offerta d’acqua. La Lombardia ha un’estensione di circa 25.000 km2, circa 11.000<br />

km2 sono occupati dalla montagna mentre i restanti 14.000 sono aree prevalentemente pianeggianti<br />

formate da depositi alluvionali e fluvioglaciali ove le condizioni proprie di ogni<br />

terreno possono variare notevolmente su <strong>una</strong> scala territoriale ridotta. Altro aspetto caratteristico<br />

è rappresentato dalla elevata variab<strong>il</strong>ità climatica Lombarda. Ricordiamo ad esempio<br />

che nella pianura <strong>lomba</strong>rda si registrano dai 1400-1500 mm di pioggia medi annui dell’alta<br />

pianura occidentale ai 600-700 mm della bassa pianura orientale; in <strong>una</strong> situazione<br />

di questo tipo può essere favorito l’instaurarsi di condizioni adeguate alla diffusione di fenomeni<br />

di degradazione del territorio. Rischi legati alla desertificazione, o meglio, al verificarsi<br />

di condizioni di stress idrico sulle colture agrarie già si sono verificati in particolari<br />

anni (2003): questo deve far temere <strong>per</strong> i prossimi anni?<br />

I principali fattori di rischio riguardano: elevati consumi di acqua <strong>per</strong> usi industriali,<br />

civ<strong>il</strong>i e irrigui; fenomeni di contaminazione del suolo e della <strong>risorsa</strong> idrica sia come acque<br />

su<strong>per</strong>ficiali che sotterranee; <strong>per</strong>dita di sostanza organica e impoverimento del suolo; elevate<br />

<strong>per</strong>dite di suolo soprattutto in aree dove la pressione antropica è fortemente elevata,<br />

elevate <strong>per</strong>dite produttive nel settore primario <strong>per</strong> carenze idriche nel <strong>per</strong>iodo primaver<strong>il</strong>e<br />

– estivo.<br />

L’estate 2003<br />

L’es<strong>per</strong>ienza vissuta durante la primavera e l’estate del 2003 deve farci riflettere su uno dei<br />

possib<strong>il</strong>i risvolti legati al cambiamento climatico: la maggiore frequenza di fenomeni meteorologici<br />

estremi. La gran parte dei fenomeni meteorologi estremi ha un effetto, nella maggioranza<br />

dei casi, deleterio <strong>per</strong> coltivazioni delle zone tem<strong>per</strong>ate come la Lombardia.<br />

Durante <strong>il</strong> 2003, oltre alla cronica mancanza di precipitazioni, le tem<strong>per</strong>ature hanno

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