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Tagliaferri und Merlo - L'acqua, una risorsa per il sistema agricolo lomba

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22 Clima in Italia e in Lombardia Maurizio Maugeri<br />

termine che le analisi si propongono di evidenziare. A questo problema, comune <strong>per</strong>altro<br />

a tutte le lunghe serie di dati osservativi, si è risposto con l’applicazione di <strong>una</strong> serie<br />

di metodologie volte a correggere le serie al fine di renderle omogenee.<br />

Tuttavia, <strong>per</strong> quanto quest’attività abbia avuto un ruolo assolutamente essenziale e <strong>per</strong><br />

quanto essa abbia influenzato profondamente i risultati delle successive analisi, riteniamo<br />

che in un testo con carattere prevalentemente divulgativo come <strong>il</strong> presente sia più opportuno<br />

focalizzare l’attenzione sull’evoluzione temporale delle serie omogeneizzate e sui relativi<br />

trend a lungo termine. Rimandiamo <strong>per</strong>tanto i lettori interessati ai dettagli relativi alla<br />

fase di acquisizione, revisione critica ed omogeneizzazione delle serie ad altri nostri lavori<br />

come Maugeri et al. (2005) e Brunetti et al. (2006).<br />

Le metodologie di omogeneizzazione, <strong>per</strong> quanto assolutamente indispensab<strong>il</strong>i, non<br />

sono purtroppo in grado di risolvere tutti i problemi ed è frequente che anche le serie corrette<br />

contengano ancora qualche piccola disomogeneità. Un ulteriore aspetto problematico<br />

di queste tecniche è che esse tolgono talora alle serie osservative <strong>il</strong> loro carattere “locale”<br />

in quanto introducono, attraverso le correzioni, andamenti tipici delle osservazioni<br />

delle stazioni circostanti. Essendo la versione finale del nostro dataset costituita da molte<br />

serie omogeneizzate, in sede di analisi dei dati si è quindi ritenuto più opportuno, anziché<br />

considerare le serie delle singole stazioni, prendere in esame serie medie di varie aree<br />

climatiche del nostro Paese. Queste serie regionali sintetizzano le informazioni delle serie<br />

delle singole stazioni, fornendo un segnale climatico più stab<strong>il</strong>e e meno soggetto agli<br />

errori casuali che le serie osservative inevitab<strong>il</strong>mente contengono, anche se soggette alle<br />

più sofisticate tecniche di omogeneizzazione. Esse <strong>per</strong>mettono <strong>per</strong>tanto di ottimizzare <strong>il</strong><br />

rapporto segnale/rumore, rendendo più agevole lo studio della variab<strong>il</strong>ità dei cambiamenti<br />

climatici e consentendo più accurate stime dei trend a lungo termine.<br />

Il primo passo <strong>per</strong> la costruzione di tali serie medie regionali consiste nel definire regioni<br />

climatiche omogenee, procedimento fondamentale soprattutto <strong>per</strong> un territorio orograficamente<br />

assai complesso come quello italiano. Queste regioni devono essere costruite<br />

in modo da soddisfare due requisiti fondamentali. Il primo è quello di includere nella<br />

medesima regione stazioni che si ritiene abbiano le stesse caratteristiche climatiche, <strong>il</strong> secondo<br />

è quello di ottimizzare la r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>ità degli andamenti climatici attraverso la presenza<br />

di un numero sufficientemente alto di stazioni <strong>per</strong> ogni regione, minimizzando così<br />

l’influenza degli errori che rimangono comunque presenti nelle serie delle singole stazioni,<br />

anche dopo l’applicazione dei metodi di omogeneizzazione.<br />

La metodologia che si è scelta <strong>per</strong> meglio soddisfare questi due requisiti è stata l’Analisi<br />

delle Componenti Principali (PCA o Principal Component Analysis). Per maggiori dettagli<br />

sulla classificazione delle stazioni si rimanda a Maugeri et al. (2005) e Brunetti et al.<br />

(2006); qui si segnala solo che le regioni climatiche individuate <strong>per</strong> lo studio della tem<strong>per</strong>atura<br />

sono risultate 3 (Figura 1A), mentre <strong>per</strong> le precipitazioni, a causa della minore coerenza<br />

spaziale di questa variab<strong>il</strong>e, è stato necessario ripartire <strong>il</strong> territorio del nostro Paese<br />

in un numero doppio di aree (Figura 1B).<br />

Una volta individuate le regioni geografiche in cui ripartire le stazioni, si sono calcolate<br />

serie medie regionali <strong>per</strong> tutte le aree evidenziate. Esse sono state ricavate mediante<br />

la seguente metodologia: innanzitutto, <strong>per</strong> ogni stazione, si sono calcolati i valori normali<br />

annuali e stagionali relativamente al <strong>per</strong>iodo 1961-1990; quindi si sono espressi i dati in

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