Tagliaferri und Merlo - L'acqua, una risorsa per il sistema agricolo lomba
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Claudio Smiraglia e Guglielmina Diolaiuti<br />
I ghiacciai <strong>lomba</strong>rdi 55<br />
Abstract<br />
I ghiacciai rappresentano non solo dei sensib<strong>il</strong>i indicatori delle variazioni<br />
climatiche, ma costituiscono anche un’importante <strong>risorsa</strong> idrica. È quindi opportuno<br />
valutarne dimensioni ed evoluzione. In Lombardia i ghiacciai coprono <strong>una</strong> su<strong>per</strong>ficie<br />
di poco più di 100 km 2 e racchiudono <strong>una</strong> riserva di acqua stimata in circa 4,6<br />
m<strong>il</strong>iardi di m 3 concentrati prevalentemente nei gruppi montuosi del Bernina-Disgrazia,<br />
dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello. Elaborando i dati sulle variazioni frontali raccolti<br />
a cura del Comitato Glaciologico Italiano sin dall’inizio del XX secolo, si constata<br />
che i ghiacciai <strong>lomba</strong>rdi sono in netto regresso con valori che osc<strong>il</strong>lano da pochi metri<br />
a quasi 20 m all’anno. Questo regresso è stato interrotto solo da <strong>una</strong> breve ripresa fra<br />
gli Anni Settanta e Ottanta del XX secolo. Un’analisi sull’omogeneità della risposta dei<br />
ghiacciai ai fattori forzanti del clima ha evidenziato che sono i ghiacciai vallivi con le<br />
fronti alle quote più basse, e normalmente presentano maggiore lunghezza e più ampie<br />
su<strong>per</strong>fici, a risentire in misura maggiore dell’incremento termico in atto. Il loro regresso<br />
è quindi la risposta ad <strong>una</strong> variazione nel delicato equ<strong>il</strong>ibrio fra ablazione e accumulo.<br />
L’accelerazione del regresso all’inizio del XXI secolo sembra indicare che questo<br />
processo non abbia ancora raggiunto un nuovo equ<strong>il</strong>ibrio.<br />
Introduzione<br />
Da tempo le ricerche scientifiche hanno messo in evidenza sia a livello locale sia a livello<br />
globale le relazioni fra l’evoluzione in atto nella criosfera e le tendenze climatiche. In<br />
particolare è emerso come i ghiacciai rispondano in misura ben avvertib<strong>il</strong>e alle variazioni<br />
climatiche anche di lieve entità e di breve durata. Questi sistemi naturali possono quindi<br />
essere considerati attendib<strong>il</strong>i indicatori ambientali, funzione che si unisce a quella ben<br />
nota di importanti modificatori del paesaggio (è appena <strong>il</strong> caso di ricordare che durante<br />
le glaciazioni pleistoceniche i ghiacciai hanno lasciato tracce ben evidenti su un terzo delle<br />
terre emerse) (Smiraglia, 1992; Benn & Evans, 1998; Oerlemans, 2002; Smiraglia & Diolaiuti,<br />
2005). Attualmente si sta sempre più evidenziando l’importanza dei ghiacciai sia come<br />
attrazione a livello turistico, sia come riserva di acqua <strong>per</strong> l’irrigazione e la produzione<br />
di energia. Si tratta in pratica di <strong>una</strong> <strong>risorsa</strong> economica preziosa che è opportuno conoscere<br />
<strong>per</strong> quantificarla e <strong>per</strong> ottenere informazioni sulla sua evoluzione.<br />
I parametri fondamentali da determinare sono sicuramente quelli riguardanti le su<strong>per</strong>fici,<br />
gli spessori (e i volumi) e le loro variazioni. Sono dati disponib<strong>il</strong>i a diverse scale temporali<br />
e con diverse precisioni. Le serie più lunghe di dati di variazioni glaciali riguardano<br />
le variazioni di lunghezza misurate da caposaldi esterni ai ghiacciai (misure frontali),<br />
raccolte a cura del Comitato Glaciologico Italiano a partire dalla fine del XIX secolo. Lo