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Il Progetto carta della Natura alla scala 1 - Ispra

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applicabile anche ai gruppi meno vagili, in quanto è chiaro che, su distanze<br />

molto ridotte, una tessera ambientale (cartografata come poligono) pur momentaneamente<br />

“vuota” potrebbe essere facilmente colonizzabile, per cui i<br />

dati puntuali potrebbero fornire, soprattutto se derivanti da campionamenti<br />

non esaustivi, indicazioni piuttosto falsate. Va anche osservato che, considerato<br />

il livello di risoluzione adottato e l’elevato numero di poligoni cartografati,<br />

un approccio di utilizzo di soli dati di campo non risulterebbe in nessun modo<br />

praticabile.<br />

E’ importante tuttavia chiarire che il metodo da noi adottato porta inevitabilmente<br />

ad avere stime di ricchezza specifica per lo più erronee per eccesso,<br />

in quanto non tiene conto dei fenomeni di esclusione competitiva e <strong>della</strong><br />

frammentazione degli habitat. Numerose specie riferite <strong>alla</strong> stessa categoria<br />

di habitat occupano la stessa nicchia ecologica e quindi mostrano una distribuzione<br />

reale sul territorio in cui si escludono a vicenda, cioè non possono<br />

convivere nel medesimo biotopo, mentre con il sistema adottato vengono<br />

considerate copresenti. Alcune specie sono legate ad ampi spazi e mosaici<br />

naturali, per cui l’aumento <strong>della</strong> frammentazione degli ecosistemi le rende vulnerabili<br />

all’estinzione locale soprattutto quando le diverse tessere si riducono<br />

di dimensione e si distanziano tra loro. <strong>Il</strong> processo fin qui adottato in Carta<br />

<strong>della</strong> <strong>Natura</strong> non tiene conto di questo fenomeno, considerando idonei anche<br />

piccoli biotopi isolati per tutte le specie legate a quell’ habitat.<br />

Per valutare lo stato di conservazione degli habitat e i trend in atto (cioè<br />

per il calcolo <strong>della</strong> Sensibilità, vedi paragrafo 4.2), il progetto Carta <strong>della</strong> natura<br />

utilizza l’informazione contenuta nelle categorie di rischio IuCN; ciò implica<br />

che per gli indicatori utilizzati debba essere disponibile una lista rossa a livello<br />

nazionale. Questo si realizza attualmente sia per la fauna vertebrata che<br />

per la flora vascolare, mentre per i licheni, non essendo disponibile una lista<br />

rossa, si renderà necessaria una definizione di categorie di minaccia basata<br />

sulla rarità.<br />

2.2.1 - La Fauna<br />

A livello nazionale attualmente non esistono studi che descrivono perfettamente<br />

la distribuzione reale di ogni singola specie appartenente al subpylum<br />

Vertebrata. In Italia sono stati pubblicati diversi atlanti di distribuzione quasi<br />

sempre a livello locale, provinciale o regionale divisi secondo le diverse classi<br />

dei Vertebrati; ad oggi l’unico programma completo che abbia la copertura<br />

di tutto il territorio nazionale è il progetto CKMap (Ruffo S, Stoch F., 2005).<br />

Si è però deciso di non impiegare questo dato poiché non possiede tutte le<br />

caratteristiche di completezza ed uniformità di analisi richieste agli indicatori<br />

di Carta <strong>della</strong> <strong>Natura</strong>. Inoltre all’interno <strong>della</strong> banca dati <strong>della</strong> CKMap vi sono<br />

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