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CULTURA GENERALE E REALTÀ PRODUTTIVE<br />
Come in passato le regge influenzavano il costume e l’arte, cosi oggi confermano la loro vitalità, ospitando<br />
collezioni storiche e proponendosi come centri di produzione culturale a livello internazionale. Arte, musica<br />
e teatro rinnovano il fascino dei luoghi, ricreando lo splendore scenografico storico e architettonico.<br />
Quest’ultima caratteristica risulta particolarmente valorizzata da un patrimonio di inestimabile valore in<br />
termine di aree verdi legate al sistema delle residenze. Basti pensare al Castello del Valentino, circondato<br />
da 42 ha di parco cittadino, o il Palazzo e l’Armeria Reale che alle loro spalle ospitano 10 ha di giardini Reali<br />
realizzati, per volere di Emanuele Filiberto, secondo il modello dei giardini di Versailles.<br />
In tutte le fasi attraversate dalla committenza sabauda tra il XVI e il XIX secolo è riscontrabile infatti una<br />
cura particolare riguardo ai giardini di ogni singola residenza che furono integrati nei programmi architettonici<br />
della corte e che ancora oggi sono testimonianza dell’evoluzione del gusto.<br />
I giardini delle residenze reali del Piemonte, proiezione dell’architettura quale immagine del potere nel territorio<br />
e nel paesaggio, vedono susseguirsi fasi d’impianto e trasformazioni che percorrono tutta la storia<br />
del giardino di epoca moderna e contemporanea, da quello all’italiana a quello all’inglese.<br />
I giardini sono una componente fondamentale dell’insieme costruito, costituiscono un punto di pregio e di<br />
valorizzazione per il complesso dei <strong>siti</strong> delle Residenze Reali Sabaude e nel loro progetto di restauro contribuiscono<br />
alla salvaguardia delle risorse architettoniche.<br />
Tra i più rappresentativi è importante ricordare quelli seicenteschi all’italiana di Villa della Regina, con una<br />
parte terreno destinata al vigneto per la produzione di vitivinicola; le grandi prospettive del giardino alla<br />
francese con la Reggia di Venaria; i giardini settecenteschi di Palazzo Reale, quelli della Palazzina di caccia<br />
di Stupinigi e del Castello di Agliè e infine i grandi parchi ottocenteschi di Racconigi e di Pollenzo.<br />
Il Castello di Racconigi offre infatti 170 ha di parco, destinati a diverse tipologie di alberi e frutteti, che oltre<br />
a svolgere la funzione di ornamento del sito sono una risorsa agroalimentare di notevole importanza, da<br />
salvaguardare e tutelare.<br />
La storia di tali <strong>siti</strong> si unisce ad uno scenario di arte, architettura e cultura materiale molto forte, unico nel<br />
suo genere a livello Europeo, rinforzato dallo scenario cittadino, della città di Torino, che accoglie la maggior<br />
parte delle Residenze Reali nel proprio perimetro.<br />
Il mantenimento futuro di queste risorse si basa sul saperle gestire con una attenzione sociale e di mobilità<br />
che miri allo sviluppo sostenibile e alla salvaguardia della tradizione locale.<br />
Pochi anni fa, partendo dalle Residenze Reali Sabaude, la Regione Piemonte ha infatti avviato uno dei<br />
suoi progetti più ambiziosi: trovare un filo conduttore, una strategia comune, per la riqualificazione dell’area<br />
metropolitana torinese, attraverso l’integrazione di parchi, fiumi, aree agricole e residenze reali che la<br />
circondano. L’obiettivo di tale progetto è ribaltare l’approccio tradizionale, urbano-centrico partendo dagli<br />
spazi aperti della campagna per proporre nuovi indirizzi urbanistici e infrastrutturali e nuove strategie di<br />
sviluppo sostenibile utili anche per l’assetto urbano.<br />
Torino e il territorio del Piemonte rappresentano oggi un contesto che attraversa una fase di interessante<br />
e significativa evoluzione nata dall’investimento nei decenni precedenti della città e della Regione <strong>sui</strong> suoi<br />
beni culturali. Tali elementi rinforzano tantissimo e danno valore all’intero sito Heritage <strong>UNESCO</strong>, che si contraddistingue<br />
ma allo stesso tempo possiede moltissimi punti in comune con altri <strong>siti</strong> <strong>UNESCO</strong> regionali ed<br />
anche Europei (Tavola 3).<br />
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