2023_02_e-Construction
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
FOCUS SICUREZZA. Fanalini di coda<br />
EVIDENTE<br />
SEGNO<br />
DI RESA?<br />
Una situazione che più che definire allarmante<br />
è di fatto disperata. I dati relativi agli incidenti<br />
sui luoghi di lavoro sono in continuo aumento.<br />
Con quelli che determinano la morte delle<br />
persone coinvolte che non danno tregua e<br />
sembrano un bollettino di guerra. La media<br />
supera i tre decessi al giorno e coinvolge<br />
anche ambiti che dovrebbero operare con<br />
stringenti procedure operative<br />
SICUREZZA<br />
Dobbiamo alzare le mani in segno di resa? Viviamo<br />
uno sconsolante panorama dove gli<br />
infortuni sul lavoro con esito fatale, in Italia,<br />
si attestano a 3 ogni 110mila occupati contro una<br />
media UE di 2,1.<br />
Uno scenario causato in primis da una cronica<br />
mancanza di cultura della sicurezza che proviene<br />
da molto lontano. E che investe non solo i settori<br />
occupazionali ma ogni luogo della nostra vita quotidiana.<br />
Dalla strada fino alle mura domestiche. Si<br />
tratta prima di tutto di una questione culturale che<br />
investe il nostro modo di pensare ed il nostro modo<br />
di agire quotidiano. Per avere una seria e radicata<br />
inversione di tendenza occorre quindi un immane<br />
lavoro non solo di sensibilizzazione ma, prima di<br />
tutto, di una profonda formazione che coinvolga anche<br />
le scuole dell’obbligo. Un’azione radicale che<br />
coinvolga le giovani leve e permetta, con il tempo,<br />
di cambiare il modo di pensare.<br />
I dati INAIL fino a luglio <strong>2<strong>02</strong>3</strong><br />
Le rilevazioni INAIL ci permettono di avere dei<br />
dati ufficiali aggiornati ufficialmente a fine luglio<br />
<strong>2<strong>02</strong>3</strong>. Comprendono quindi i primi 7 mesi dell’anno<br />
con una tendenza che, dalle notizie degli ultimi<br />
giorni, sembra in peggioramento.<br />
Ad oggi abbiamo infatti 559 vittime di cui 430 in<br />
occasione di lavoro e 129 in itinere con una media<br />
di 80 decessi al mese.<br />
Gli infortuni mortali, visti come numeri assoluti,<br />
ci forniscono invece questi dati percentuali. Il numero<br />
di 430 vittime in occasione di lavoro fa segnare,<br />
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente,<br />
un aumento del +4,4%. Siamo infatti passati da 412<br />
a, per l’appunto 430 morti nel corso delle operazioni<br />
lavorative. Per contro c’è stato un vistosto calo,<br />
pari al -17,8% dei decessi in itinere. Siamo infatti<br />
passati da 157 a 129.<br />
I dati per regioni<br />
A livello regionale i dati sono invece i seguenti:<br />
. LOMBARDIA - 74 decessi<br />
. VENETO - 40 decessi<br />
. LAZIO - 36 decessi<br />
. CAMPANIA - 33 decessi<br />
. PIEMONTE - 33 decessi<br />
. EMILIA ROMAGNA - 31 decessi<br />
. PUGLIA - 29 decessi<br />
. SICILIA - 26 decessi<br />
. TOSCANA - 21 decessi<br />
. ABRUZZO - 16 decessi<br />
. MARCHE - 14 decessi<br />
. UMBRIA - 13 decessi<br />
. CALABRIA - 13 decessi<br />
. FRIULI VENEZIA GIULIA - 12 decessi<br />
. TRENTINO ALTO ADIGE - 11 decessi<br />
. LIGURIA - 11 decessi<br />
. SARDEGNA - 10 decessi<br />
. BASILICATA - 5 decessi<br />
. VALLE D’AOSTA - 1 decesso<br />
. MOLISE - 1 decesso<br />
Potrebbe sembrare evidente una correlazione fra<br />
popolazione residente e PIL regionale. Cosa che in<br />
realtà non è.<br />
È stata infatti effettuata una zonizzazione a colori<br />
delle regioni per mettere in evidenza l’incidenza degli<br />
infortuni mortali in base al numero di occupati.<br />
La zonizzazione regionale<br />
L’incidenza degli infortuni mortali fornisce il numero<br />
di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa<br />
in una data area. Questa può essere una<br />
regione o una provincia. Il dato è sempre rapportato<br />
ad ogni milione di occupati presenti in quella<br />
data area. con questo metodo è quindi possibile<br />
confrontare i dati sul numero di infortuni e decessi<br />
tra le diverse regioni anche se sono caratterizzate<br />
da una popolazione lavorativa differente.<br />
L’Osservatorio Vega ha definito il rischio infortunistico<br />
nelle regioni italiane con i seguenti colori:<br />
. Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale<br />
. Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica<br />
compresa tra il 75% dell’incidenza media nazio-<br />
Lo scenario italiano<br />
si attesta a 3<br />
infortuni mortali<br />
ogni 100mila<br />
occupati contro<br />
una media UE di<br />
2,1. Siamo quindi<br />
quasi al 50% in<br />
più rispetto alla<br />
media dell’unione.<br />
Un quadro che<br />
vede chiare<br />
carenze culturali<br />
e una formazione<br />
professionale che<br />
spesso rimane<br />
semplice carta<br />
straccia che serve<br />
semplicemente<br />
per accedere ai<br />
cantieri ma senza,<br />
dietro, una reale<br />
consapevolezza<br />
dei rischi che si<br />
corrono in cantiere<br />
e delle procedure<br />
per affrontarli in<br />
modo corretto.<br />
24<br />
25