09.01.2013 Views

Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum

Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum

Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

aderente alla stampa. Per i confronti col quadro citato e l’ incisione si possono esaminare il<br />

catalogo, curato dal sottoscritto, della mostra sull’aut<strong>ore</strong>, tenutasi a Gaeta nel 1981<br />

(‘Sebastiano Conca 1680 – 1764’, Centro Storico Culturale ‘Gaeta’, n. 24, pp. 138–139); e il<br />

‘Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento’, a cura di G.<br />

Sestieri, Allemandi ed., Torino 1994, II, fig. 298), in cui ho ripubblicato il quadro della<br />

collezione di Vigevano. Nel caso di una mia aggiornata redazione di una monografia su<br />

Sebastiano Conca, vi includerò senza meno questa opera; della quale avrei piacere di potere<br />

avere un trasparente per una sua una pubblicazione a colori.<br />

Bibliografia: si veda l’analoga composizione rovesciata nella collezione Ingold a Vigevano,<br />

riprodotta in Giancarlo Sestieri, “Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e<br />

del Settecento”, 1993, Roma, tomo II, n. 298.<br />

Provenienza: collezione privata viennese<br />

[EOT]<br />

53<br />

Francesco Trevisani (Capodistria 1655 – 1746 Roma)<br />

“Apollo e Marsia” e “Apollo e Pan”; pendants, olio su tela, ognuno “ 174 x 123 cm, con<br />

cornice, (2), (Wo)<br />

EURO 50.000 – 60.000 US$ 60.700 – 72.900<br />

Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 8 febbraio 1999: “questi due notevoli quadri rappresentano<br />

due nuove importanti acquisizioni al catalogo di Francesco Trevisani, che fu uno dei<br />

caposcuola della pittura romana durante la prima metà del Settecento. Le due tele<br />

appartengono evidentemente alla sua prima fase romana (si trasferì nell’Urbe nel 1678),<br />

ancora sotto il diretto ascendente del suo maestro A. Zanchi - nella cui bottega si era<br />

educato giovinetto a Venezia - e antecedenti il suo esordio ufficiale romano in S. Silvestri in<br />

Capite (1695–96). Comunque esemplificativo è il confronto tra i due quadri, qui presi in<br />

esame, e i modelletti per il suddetto ciclo chiesastico (vedi G. Sestieri, ‘Repertorio della<br />

Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento’, III, figg. <strong>10</strong>84–<strong>10</strong>85). Sono due<br />

opere quindi che, oltre al loro alto livello qualitativo, esplicano significativamente il passaggio<br />

del Trevisani dalla primitiva matrice veneta, di cui si può godere il pregnante pittoricismo,<br />

alle successive raffinatezze di un dipingere più decantato e filtrato dalla chiarezza espositiva<br />

marattesca. In definitiva due testimonianze basilari per penetrare nella prima maturazione del<br />

maestro di Capodistria, che in effetti, grazie a questa sua commistione veneto-romana,<br />

costituì l’elemento più rivitalizzante del piuttosto monotono panorama tardo-barocco della<br />

pittura romana. Le due scene si riferiscono, la prima, alla punizione di Apollo, mentre si<br />

accinge a scorticare Marsia, che aveva osato sfidarlo a una gara di musica; e la seconda<br />

all’altra tenzone musicale tra il dio e Pan, con al centro il re Mida, ancora senza le <strong>ore</strong>cchie<br />

asinine, inflittegli quale punizione per il suo giudizio fav<strong>ore</strong>vole al satiro.”<br />

Provenienza: collezione privata europea<br />

[EOT]<br />

54

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!